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AFRAGOLA. Il TAR Campania annulla l’ordinanza Sindacale che voleva chiusi nelle ore notturne i distributori 24h

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AFRAGOLA – Giustizia è fatta! Purtroppo a queste latitudini si è ridotti all’eterno consenso. La politica non è più quella intenta ad amministrare la città ma con la scomparsa delle segreterie di partito e l’avvento delle coalizioni civiche, è rimasta bloccata in una perenne campagna elettorale dove l’unica cosa che conta è il favore dei cittadini e la mania di accontentare tutti.

E nell’accontentare tutti si rischia di prendere decisioni illegittime. In politica invece talvoltà è giusto prendere decisioni impopolari ma mai illegittime.

È quanto successo venerdì scorso quando l’Amministrazione Pannone ha deciso, con un’ordinanza, di chiudere le attività commerciali distributori automatici 24h nelle sole ore notturne a partire dal 23 Giugno 2025, ordinando la chiusura dalle ore 20:00 alle 7:00.

Dura è stata la replica del membro della segreteria nazionale di Più Europa nonché Presidente dell’AC Afragolese e rinomato imprenditore afragoelse Raffaele Mosca che attraverso il suo profilo social ha scritto: “È inaccettabile! L’amministrazione di Afragola ha deciso di chiudere le attività commerciali a partire dal 23 Giugno 2025, limitando la fascia oraria di apertura dei distributori automatici di alimenti e bevande dalle ore 20:00 alle 7:00! Questa ordinanza penalizza le imprese locali che hanno creduto nel territorio di Afragola, investendo denaro, tempo e lavoro. Oggi si mette a rischio queste attività e tutto il comparto dei lavoratori. Mentre cercano di risolvere il problema degli assembramenti in modo superficiale, ignorano le reali esigenze di chi vive e lavora in questa città. È ora di chiedere un approccio più responsabile! Invece di chiudere le porte, è necessario potenziare le forze dell’ordine per gestire gli assembramenti, che si verificano anche in bar e ristoranti. Non si può credere che un’amministrazione come quella di Afragola pensi di risolvere il problema con la chiusura di un’attività sopratutto se si parla di ragazzi non di delinquenti! Davvero sono senza parole! Complimenti! Bravi, continuiamo così, a distruggere la nostra città! Spero tanto che intervenga il TAR Campania!”

Ovviamente Raffaele Mosca non ha fatto mancare il suo supporto ai coraggiosi imprenditori afragolesi che grazie al ricorso fatto al Tribunale Amministrativo della Regione Campania, hanno potuto fare giustizia sul territorio e stamattina sempre dal profilo del Presidente dell’Afragolese si è potuto leggere: “Abbiamo un sogno nel cuore, distributori di nuovo in funzione!!!! Decreto molto esaustivo che sembra una mezza sentenza, intanto fino al 22.07.2025 data di camera di consiglio l’ordinanza del sindaco Pannone è sospesa, pertanto i distributori h24 potranno restare aperti anche oltre le ore 20.00! Adesso la mia domanda è chi pagherà eventualmente i danni causati dalla chiusura nella giornata di ieri e le spese procedurali!”

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Orgoglio e Merito afragolese: la 5^O classico del Liceo “Filippo Brunelleschi” trionfa all’Esame di Stato

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AFRAGOLAIn un tempo in cui troppo spesso si parla dei giovani con toni cupi e scoraggiati, la classe 5^O del Liceo “Filippo Brunelleschi” di Afragola offre una smentita luminosa, incarnando un esempio concreto di impegno, maturità e straordinaria riuscita. I risultati dell’Esame di Stato, pubblicati oggi, raccontano una storia collettiva di valore e tenacia: su venti studenti, ben nove hanno raggiunto il traguardo del massimo punteggio, ovvero 100 su 100; cinque hanno meritato anche la Lode, sigillo d’eccellenza e testimonianza di un cammino scolastico condotto con rigore e passione. Dietro questi numeri ci sono i volti, le voci, le ore insonni, le prove silenziose ed il coraggio quotidiano di venti ragazzi che, in cinque anni, hanno costruito non solo competenze, ma soprattutto legami, identità, visioni. Ogni nome, da Beatrice Alghiri a Giada Russo, racconta un percorso fatto di crescita, di sfide affrontate, di amicizie custodite. C’è chi ha imparato a superare la timidezza, chi ha trasformato in risorsa una fragilità, chi ha saputo essere per gli altri una presenza discreta ed indispensabile. Nessuno è rimasto indietro, tutti hanno camminato insieme. Una simile armonia non nasce per caso. È il frutto di un contesto formativo solido ed ispirato, costruito giorno dopo giorno grazie alla guida del Dirigente Scolastico, Professor Architetto Giuseppe Cotroneo, la cui visione educativa, lucida e lungimirante, ha saputo coniugare cultura e cittadinanza, autorevolezza ed ascolto. Il Liceo “Filippo Brunelleschi” si conferma, così, non solo una scuola di qualità, ma un autentico presidio di educazione, in cui ogni studente può trovare spazio, valore e direzione. Un plauso speciale va alla Professoressa Giusy Capone, docente di riferimento per la classe e guida instancabile lungo l’intero quinquennio. La sua dedizione, la competenza rigorosa, unita ad una rara capacità di empatia, hanno fatto di lei non solo un’insegnante, ma una vera figura di riferimento: presenza affettuosa e sostegno costante. Accanto alla Scuola, però, è doveroso ricordare un’altra presenza, più silenziosa, ma non meno decisiva: le famiglie. I genitori, con il loro appoggio quotidiano, la fiducia riposta, la capacità di “esserci” nei momenti difficili, senza mai sostituirsi, hanno rappresentato il terreno fertile su cui questi giovani hanno potuto crescere e fiorire. A loro va un ringraziamento profondo: perché educare è sempre un gesto corale! Il successo della 5^O è, allora, qualcosa di più di un risultato scolastico: è un messaggio. È la dimostrazione che, quando Scuola, studenti e famiglie camminano insieme, credendo nel valore dello studio e nella forza dell’educazione, il futuro smette di far paura e comincia a splendere. A questi ragazzi straordinari va il nostro augurio più grande: che portino con sé la luce accesa in questi anni, e che non smettano mai di credere nella bellezza della conoscenza, nella forza delle idee e nella responsabilità di costruire il domani. La 5^O si congeda, lasciando dietro di sé una traccia nitida e generosa: quella di chi ha saputo trasformare l’aula in una piccola patria del pensiero e del cuore.

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Genitori connessi per figli “robusti”

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Sembra azzardato, ma i nostri ragazzi “liquidi” chiedono implicitamente punti di riferimento, una visione prospettica profonda, rapporti “pesanti” e solidi, veicolati dalla fisicità e dai discorsi e dalle parole… Questa richiesta da “leggere tra le righe” conferma il loro bisogno di identità. Questa si costruisce su terreni fermi, ma rassicuranti. In una relazione dove la verticalità ( il rapporto con un adulto) non diventi mai distanza, ma accompagnamento.

Diversamente il ragazzo rischia di scivolare, franare e di non mettere radici. Questa “liquidità”, però, non ha la forza di imbrigliare definitivamente il suo bisogno di identità. Le sue radici assetate di “case identitarie” si volgeranno verso territori colonizzati dalle “leggi del mercato” o attraverso la relazione orizzontale tra i coetanei, che non hanno molto da proporre.

Questo è venuto fuori dagli incontri genitori e ragazzi presso la parrocchia San Giorgio Martire di Afragola, grazie al Patto educativo al parroco Massimo Vellutino e grazie alla collaborazione di due professionisti in ambito educativo e psicologico, la dottoressa Amalia Rodontini e il dottore: Mariano Iavarone che hanno lavorato in sinergia per offrire interventi mirati alla comunità.

Ieri 30 giugno altro incontro in parrocchia, la risposta è stata positiva sia da parte dei genitori che dei ragazzi, i quali hanno, attraverso questionari anonimi, espresso i loro bisogni e le loro esigenze in questa società troppo veloce e globalizzata.

Da una parte i ragazzi che chiedono più confronto con le loro figure di riferimento, più comunicazione e sinergia e dall’altra i genitori, spaventati per le responsabilità che hanno nei confronti di questi ragazzi troppo diversi, apparentemente, dalla loro generazione passata, ma che chiedono alla fine cose semplici che in questa società frenetica si sono perse, come la comunicazione e la comprensione.

La dottoressa e il dottore, rispettivamente: Amalia Rodontini e Mariano Iavarone si sono soffermati ad ogni punto per sbrogliare quelle che per noi adulti sembrano delle matasse, ma che attraverso la collaborazione e la rete che Padre Massimo sta cercando e sta tessendo nel nostro territorio, sono risultati semplicemente dei blocchi ingigantiti dal non confronto con i ragazzi e tra noi adulti.

Bisogna uscire dal concetto di Isola, immagine fortificata anche dal Covid e ritornare ad essere persone connesse. Presso la parrocchia San Giorgio Martire è nata la possibilità di poter lasciare un proprio contatto per partecipare da Settembre ad una serie di incontri per restare tutti connessi e uniti nell’affrontare le problematiche che ogni giorno angosciano e tormentano i genitori vittime di questa società troppo convulsa.

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Afragola

Afragola. Violenza contro le donne: bisogna partire dal basso

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Afragola– Una risposta concrea e corale: Patto educativo per Napoli, presso la parrocchia San Giorgio Martire è stata organizzata un’assemblea pubblica come risposta alla violenza ingiustificata e insopportabile nei confronti del prossimo. Quella di san Giorgio Martire è una parrocchia molto attiva sul territorio con a capo il parroco Massimo Vellutino sempre in prima linea nel sopperire alle esigenze altrui. L’incontro ha visto la presenza dell’arcivescovo di Napoli Cardinale Mimmo Battaglia, della presidente della Corte di Appello di Napoli Maria Rosaria Covelli, del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli Aldo Policastro.

Sono intervenuti inoltre, la sociologa Raffaella Palladino, la direttrice della Caritas di Napoli, suor Marisa Pitrella il coordinatore del Partito educativo Gennaro Pagano e lo psicologo Mariano Iavarone, presente all’evento con la psicoterapeuta Amalia Rodontini.

Questo è stato un primo passo verso una progettualità più ampia e condivisa, capace di unire istituzioni civili, comunità ecclesiali e realtà educative nella costruzione di una nuova cultura della prevenzione, fondata sul rispetto, sulla parità di genere, sulla non violenza e sulla cura delle nuove generazioni.

Deve essere, questo un impegno, un compito educativo da assumere insieme, perchè ogni ferita infitta ad una donna e non solo, è una ferita inflitta all’intera umanità.

Quando ci prendiamo cura degli altri con gentilezza e rispetto, non solo aiutiamo loro a crescere, ma anche noi stessi diventiamo persone connesse ed è proprio grazie a questa connessione che potremo avere un mondo più armonioso.

E come afferma la sociologa Raffaela Palladino: “La violenza non è destino”

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