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CAIVANO. Si avvicinano le elezioni e torna in campo la nuova vecchia politica di Forza Italia

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CAIVANO – Dal punto di vista politico, oltre il degrado e la classe dirigente mediocre, abbiamo anche raccontato come i Commissari Prefettizi avvicendatisi hanno condotto questo paese alla stregua della peggior politica locale. Dirigenti menzionati nella relazione di scioglimento mai rimossi o spostati dal loro posto di potere, appalti e somme urgenze gestite come sempre, con una sola differenza che mentre quando c’è la politica ad amministrare un Comune in dissesto non è concesso assumere nuovi dirigenti esterni che magari possono prendere posizioni superiori e far sì che i dipendenti comunali tornino a fare i funzionari, ai Commissari Prefettizi è concesso assumere sub commissari che dovrebbero vigilare sull’operato dei dirigenti, ma spesso finiscono per farsi fagocitare dal sistema già presente e rodato all’interno della macchina burocratica. Ma chi controlla il controllore?

E così, con questo andazzo, nessuno impara. Caivano un paese sciolto per ingerenze della criminalità organizzata, tanti nomi nella relazione, ad oggi uno solo a pagare e il resto continua a fare la politica nel modo in cui si è sempre fatta. A Caivano un esempio lampante ce lo da Forza Italia che si intesta lotte fittizie come ad esempio limitarsi a redigere un documento dove chiede atti d’indirizzo all’indomani della chiusura della struttura sportiva “Delphinia”. Ma tanto a questi opportunismi politici il partito azzurro caivanese ci ha abituato anche meglio facendo ancora peggio, come girare per le strade di Caivano con la guaina liquida nel cofano della macchina e andando in giro ad otturare le buche per le strade cittadine, quando si dice l’attivismo e il senso civico.

Ma c’è una novità però, forse vedendosi proiettati alle prossime elezioni amministrative che molto probabilmente si terranno nel 2020, a meno che non venga richiesta una proroga dai Commissari Prefettizi, così come successo a Crispano, il partito del Cavaliere, facendo una piccola introspezione avrà capito che la collocazione della sua lista sarà al quanto osteggiata, visto anche il suo trascorso politico nell’ultima consiliatura e allora tanto vale attrezzarsi con i propri mezzi.

È da circa una settimana che teniamo d’occhio un giovane rampante, caivanese d’adozione che da alcuni giorni ha cominciato a parlare dei problemi caivanesi, interessandosi della cosa pubblica della comunità gialloverde, pensando e scrivendo come se fosse un vero veterano della politica nostrana. In realtà stiamo parlando di Federico Menna di Villaricca, Coordinatore Sud Italia di Forza Italia Giovani e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che sia fidanzato con la figlia dell’Ing. Falco, fratello quest’ultimo dell’ex sindaco di Caivano Antonio Falco.

Insomma messa così si direbbe un vero e proprio membro della casta, come per dire siccome il centro destra a Caivano non esprime nessuna personalità di spicco, allora tanto vale attingere qualcuno da fuori che abbia almeno qualche affinità con la Città alle porte di Napoli e che sia questo anche il preludio per una futura alleanza con il vecchio centro caivanese? Almeno si spera che il giovane Menna si sia preso informazioni su quelli che sono i suoi futuri parenti dal punto di vista politico e dei guai amministrativi perpetrati qui a nord di Napoli ma soprattutto, lo sa il giovane Menna, prima di parlare di lotte sul territorio – stir, immondizia, ambiente etc. – come sono soliti fare politica i suoi colleghi di partito qui in questa landa desolata sperduta dalla civiltà umana? Se non lo sa glielo spiego io.

È notizia di ieri che grazie all’intervento dell’ormai factotum politico Gaetano Ponticelli – ex consigliere comunale di Forza Italia – sono state spente le luci al parco adiacente la scuola Mameli, luci che restavano accese per tutta la notte (che stranezza, infatti le luci sono fatte per illuminare di giorno). Ma andiamo per ordine. Dopo un articolo apparso su un giornale locale circa lo spreco di energia elettrica sul territorio, la dirigente scolastica Peluso aveva voluto precisare che il parco adiacente alla scuola è di proprietà del Comune e costruito anni fa come ampliamento delle strutture sportive dell’istituto e l’impianto elettrico è estraneo a quello della scuola. Bene, cosa abbiamo capito da queste dichiarazioni? Che la scuola ha un impianto elettrico separato da quello del parco giusto? L’ex Consigliere Ponticelli va oltre, infatti capito tutto dalle dichiarazioni della dirigente interpella la ditta elettrica fiduciaria della scuola, così come si legge sulle pagine de “Il Giornale di Caivano” e individuato il quadro elettrico hanno staccato il pulsante legato alle fotocellule che accendevano i lampioni all’imbrunire.

Dei geni praticamente. Se non abbiamo capito male, l’ex Consigliere Ponticelli, in qualità di rappresentante d’Istituto della Mameli, ente che non c’azzecca nulla col parco illuminato di notte, quindi da semplice cittadino, insieme alla ditta fiduciaria della Scuola che non manutiene l’impianto elettrico del Parco adiacente la Scuola Mameli entrano e staccano l’illuminazione di notte al Parco? Ma bisogna essere o degli sprovveduti o totalmente in malafede per fare una cosa del genere.

Al di là delle domande di rito, se un semplice cittadino possa o non possa fare azioni del genere, ma ci siamo domandati – almeno per chi conosce la zona – cosa stiamo regalando alla criminalità organizzata e ai tossicodipendenti spegnendo le luci di notte ad un parco di quelle dimensioni confinante per tre lati da terreni incolti? Abbiamo la minima concezione di cosa sia la sicurezza sui nostri territori? E la cosa che più fa meraviglia è che il collega del “Il Giornale di Caivano” parla di spreco fermato senza tenere conto che spegnere le luci vuol dire prestare il fianco alle piazze di spaccio che sul nostro territorio già se ne contano troppe, se poi vogliamo tenere conto che di fronte a questo Parco insistono le Palazzine IACP cosiddette “Rione Bronx” allora fare dal produttore al consumatore è un attimo!

Se fossi un politico caivanese e conoscessi bene la realtà del mio quartiere, così come mi auguro che la conosca anche l’ex Consigliere Ponticelli, io accenderei milioni di riflettori a Caivano, io farei uno spreco di energia elettrica esagerato affinché le zone più buie della città venissero illuminate a giorno e invece no! Qui si fa sempre il contrario di tutto ma per quale motivo? È ignoranza o malafede? E tutto questo Federico Menna lo sa? Il giovane Responsabile azzurrini del Sud conosce il Bronx? Conosce i suoi colleghi di partito? È d’accordo sullo spegnimento delle luci sul territorio? Speriamo che il giovane politico rampante possa rispondere presto ai nostri quesiti.

Parte dell’immagine è tratta da “Il Giornale di Caivano”

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A CAIVANO si ripetono i Patti Lateranensi di memoria fascista per il pieno controllo del territorio.

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CAIVANO – Nel 1870, con la Presa di Roma, il Regno d’Italia aveva annesso quanto rimaneva degli Stati della Chiesa, ponendo fine al potere temporale dei papi. L’Italia delineò unilateralmente i suoi rapporti con la Chiesa e la Santa Sede nel 1871 con la legge delle Guarentigie, che Pio IX non riconobbe mai, appunto in quanto unilaterale, né lo fecero i suoi successori. Al contrario Pio IX nel 1874 interdisse la partecipazione dei cattolici alla politica italiana con la bolla papale denominata “Non Expedit”, attraverso la quale si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani partecipassero alle elezioni politiche del Regno d’Italia e, per estensione, alla vita politica nazionale italiana. 

Divieto gradualmente alleggerito, per poi essere annullato del tutto nel 1929.  Il desiderio di papa Pio XI di salvaguardare giuridicamente la libertà d’azione della Chiesa dopo l’avvento del Fascismo, assieme a quello del dittatore Mussolini di incanalare nel movimento fascista il cattolicesimo nazionale, portarono alla firma dei Patti Lateranensi. I Patti presero il nome del Palazzo di San Giovanni in Laterano in cui furono firmati. Li sottoscrissero il Cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per la Santa Sede ed il Capo del governo primo ministro segretario di Stato Benito Mussolini per il Regno d’Italia. Quel giorno Mussolini disse “Sono più bravo di Cavour. A Caivano Patriciello disse: “La Meloni è stata più brava di Renzi e Conte

A distanza di 95 anni la storia si ripete a Caivano. Una parte della Chiesa caivanese in netta controtendenza con le idee del Papa e dei Vescovi – vedi le posizioni dei vescovi sullo Ius Soli e la visita del Papa fatta l’altro giorno a Emma Bonino – stringe un patto ben saldo col governo Meloni dichiaratamente fascista poiché mai smentita la voce sugli ideali di appartenenza dall’attuale Premier.

Dalla prima visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Caivano nulla è cambiato, a parte la riqualificazione dell’ex Delphinia, tra l’altro anche sottratto alla comunità caivanese, per il risanamento del territorio non è stata attuata nessuna misura in termini di riabilitazione sociale e culturale né instillati fondi all’interno del tessuto economico della città. Dall’ultimo report in nostro possesso degli € 27,9 mln dei fondi FSC sono stati spesi € 18.490.331, 87 di cui € 13.076.772,93 per la riqualificazione del Centro Delphinia.

Eppure una parte della Chiesa nella persona di Maurizio Patriciello, quello che rimane della destra caivanese e alcuni servi sciocchi abituati a vivere di lecchinaggio verso il potente di turno gridano ad alta voce “viva Meloni”. A distanza di 14 mesi possiamo asserire, senza tema di smentita, che il commissariamento straordinario di Governo per il risanamento del territorio di Caivano sia stato solo un atto di sostituzione del potere come tenterò di dimostrare in seguito.

Al punto tale che il prete Maurizio Patriciello sembra addirittura sia diventato parte integrante di tutte le azioni pensate dal governo centrale sul territorio. Tralasciando le parate militari a cui pare tanto piacciono alla toga caivanese – altro esempio di contraddizione: la Chiesa, la casa di Dio, un dio fatto di amore e pace che benedice e idolatra l’esercito e le forze belliche del Paese – prendiamo ad esempio un evento che si terrà nel Santuario di Maria SS di Campiglione lunedì 11 novembre che riguarda la Celebrazione del Centenario della Cappella dedicata ai Caduti.

Un evento fissato a distanza di dieci giorni dalla celebrazione della memoria dell’unico esempio di lotta all’antimafia caivanese Domenico Celiento. Quasi a voler mostrare i muscoli di una Chiesa forte e dominante in pieno accordo col governo centrale e in contraddittorio con la parte sana e laica della città.

Un evento che dimostra quanto ci sia commistione tra Chiesa e Governo e quanto poco scopo culurale ci sia osservando solo la sua nomenclatura, la stessa che si ripete poi anche in altri eventi come quello di Afragola che si è tenuto in queste ore alla Masseria Ferraioli in occasione della consegna dell’immobile destinato al centro per le donne vittime di violenza.

Oramai ci accorgiamo della presenza di una Prefettura totalmente asservita alla Politica e in questo caso al Governo Meloni. Mi domando, in effetti, se il Prefetto Michele di Bari in realtà conosce a fondo le vicende che riguardano i propri commensali o se si presenta agli eventi solo perché invitato. Mi domando inoltre se il Prefetto di Napoli sia a conoscenza dell’ultimo incarico ricevuto dal Prefetto in quiescenza Filippo Dispenza a Torino in qualità di membro del gruppo di prevenzione e contrasto all’illegalità sui fondi che serviranno a costruire quattro ospedali in Piemonte. Nomina ricevuta dal partito Fratelli d’Italia e che lo incardina precisamente nel ruolo di uomo di governo, una nomina politica in netto contrasto con quella prefettizia ricevuta a Caivano e che lascia intendere quanto la Prefettura sia ingerita dal Governo Centrale. Allora vorrei un attimo soffermarmi sul resto della nomenclatura che questo governo vanta di mettere in mostra insieme alla Chiesa di Campiglione che, secondo il mio modesto avviso, dato anche il mancato invito fatto al vero titolare della Chiesa Maria SS di Campiglione don Antonio Cimmino, è ingerita dal prete Patriciello.

Partiamo dalla Dott.ssa Pina Castiello, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega per il Sud e vicesindaco di Afragola nota alle cronache del territorio per essere stata oggetto di alcune dichiarazioni di un pentito di spicco del clan moccia: «Il boss Luigi Moccia era intimo amico dell’ex senatore (An) Vincenzo Nespoli, io Nespoli l’ho definito un criminale. Pina Castiello era molto vicina a Nespoli ed era a totale disposizione nostra, del clan Moccia». 

A parlare così al quotidiano Domani in un servizio del collega Nello Trocchia è il collaboratore di giustizia, Salvatore Scafuto, meglio conosciuto come Totore ‘a carogna, reggente per anni del clan Moccia, i signori della camorra. Il clan controlla Afragola, Caivano, anche il Parco Verde e, da tempo, fa affari e domina anche a Roma. Il collaboratore parla di Pina Castiello, sottosegretaria con delega ai rapporti con il parlamento, in prima linea nelle manifestazioni sul territorio, in foto con la premier, Giorgia Meloni, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e con i vertici delle forze dell’ordine. Questo è quanto si legge sul quotidiano edito da Carlo De Benedetti.

Inoltre la Sottosegretaria Pina Castiello anche se risulta essere residente a Formia dove vive il figlio con i nonni, nei suoi momenti di relax che la tengono lontana dalle fatiche romane, vive proprio a Caivano in un ranch con attiguo tiro al volo e quagliodromo che presenta alcuni profili di abusivismo, specialmente per quanto riguarda i sottotetti, oggi trasformati in veri e propri appartamenti, per non contare il fatto che la licenza sia stata sicuramente rilasciata per casa di alloggio per uso agricolo data la destinazione d’uso dei terreni e non certamente per una villa di lusso con tanto di piscina per come si presenta nelle foto.

Ranch di proprietà della Famiglia della Sottosegretaria Pina Castiello

Ma questo è il segreto di Pulcinella dato che di questo argomento se ne è sempre parlato ma nessuno mai delle istituzioni che vantano legalità e rispetto delle leggi ha mai avuto il coraggio di approfondire la questione. Inoltre da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo quel villone che insiste su terreno agricolo che presenta locali commerciali al piano terra che dovrebbero fungere da deposito e appartamenti per un totale di 16 vani, non risulta presente nei registri del Comune di Caivano sotto il profilo dei tributi TARI. Infatti gli abitanti di quella struttura non pagano la TARI e a quanto pare il servizio di igiene urbana su quell’immobile viene espletata dalla ditta dei rifiuti del Comune di Afragola dove la Sottosegretaria Pina Castiello espleta il ruolo di vicesindaco.

La stessa vicesindaco che presta il suo ufficio di via Oberdan per un incontro tra il Sindaco Pannone e alcuni dirigenti del Comune di Afragola col titolare de facto di una ditta affidataria di un incarico di supporto all’Ufficio Gare e Appalti del valore di 134mila euro il cui Amministratore risulta essere il RUP della Centrale Unica di Committenza dell’area nolana a cui afferisce il Comune di Afragola per l’espletamento delle proprie gare d’appalto. Un conflitto di interesse grande quanto una casa prodotto proprio sotto gli occhi della sottosegretaria del Governo.

Per non contare tutti i processi in atto nel Comune di Afragola che riguardano il dominus politico della Castiello e le ingerenze che lo stesso fa all’interno dell’Amministrazione comunale.

Allora una delle mie riflessioni è rivolta anche al Prefetto Michele di Bari, sempre presente agli eventi del Governo centrale e del prete Patriciello e la coincidenza che si presenta sul mancato invio, finora, di Commissioni di Accesso in comuni amministrati dai partiti appartenenti al Governo centrale e che presentano tutti i crismi per essere sottoposti a indagini, come quelli di Afragola e di Poggiomarino dove in quest’ultimo nel 21 ottobre scorso i carabinieri di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti del sindaco Maurizio Falanga, del vice sindaco di Poggiomarino Luigi Belcuore e di un imprenditore con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, il cui consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe Orefice, estraneo ai fatti di cui sopra, ma citato nelle documentazioni prodotte dalla Procura come cugino del pregiudicato Giovanni Orefice appartenente al clan di Rosario Giugliano risulta essere una conoscenza caivanese perché firmatario del contratto dell’appalto della mensa scolastica a Caivano e molto amico della ex Consigliera di Fratelli di Italia Giovanna Palmiero.

Una coincidenza che mi balza agli occhi e che unita alla nomina politica del Commissario Filippo Dispenza lasci immaginare quanto l’organo della Prefettura sia a stretto contatto con il Governo di centro destra.

Per quanto riguarda il dott. Fabio Ciciliano dovremmo scrivere a Chi l’ha Visto, dato che dalla sua nomina a capo della Protezione Civile a Caivano non è stato più visto, tra l’altro, al netto che il DPCM della sua proroga stenta ancora a comparire sul suo sito e forse sfuggito a noi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dopo l’emorragia di denaro pubblico, ampiamente descritto nei miei editoriali, e dopo le elezioni europee tenutesi nel giugno scorso, tutti i cantieri aperti dallo stesso risultano sospesi, al netto di quello che riguardano i locali e l’aula magna dell’Università Federico II nell’ex ICIF affidato a Sport & Salute SpA e dati in sub appalto ad un grande elettore di Fratelli d’Italia sul territorio.

Considerando inoltre il ruolo chiave del prete Maurizio Patriciello avuto sin dagli albori di questa vicenda legata all'”annessione” – come preferisco chiamarla io – di Caivano da parte del Governo Centrale, sembra proprio che questo accordo Stato-Chiesa in stile Patti Lateranensi sia finalizzato ad un controllo del territorio ben delineato.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che all’indomani del fallimento della Festa di Campiglione, in accordi con la Commissione Straordinaria, l’attuale Priore e Rettore del Santuario Maria SS Campiglione P. Dominic Praaven Lawrence dell’ordine dei carmelitani abbia accettato di farsi aiutare proprio dal prete anticamorra nell’organizzazione della prossima festa di Campiglione. Praticamente, grazie al governo Meloni e alle sue ingerenze per la prima volta la Festa di Campiglione non sarà organizzata da caivanesi bensì da un anglo-indiano e da un frattaminorese.

A tutto questo aggiungiamo che il Comune di Caivano sotto l’egida della terna commissariale prefettizia ha ritenuto opportuno di dotarsi di venti nuove figure amministrative di cui diciannove scelte attraverso un concorso Ripam condotto direttamente dal Ministero e una col metodo della mobilità attingendo la figura da un altro comune.

Bene, quest’ultima figura è stata scelta dal Comune di Calenzano in Provincia di Firenze e corrisponde ad un cittadino caivanese molto vicino al prete Patriciello per aver immortalato tutte le lotte fatte sul discutibile tema della “terra dei veleni” ed aver aiutato il prelato alla diffusione del messaggio sui terreni inquinati di Caivano, lo stesso messaggio che ha causato il fallimento di 5 aziende agricole che esportavano prodotti tipici in tutto il mondo. Stiamo parlando del fotografo Mauro Pagnano.

Attenzione, nulla quaestio, dal punto di vista del merito. Poiché tutto è stato fatto secondo le norme vigenti e Mauro Pagnano possiede tutti i requisiti ed è e sarà un’ottima risorsa che andrà ad arricchiere il quadro funzionario-dirigenziale del Comune di Caivano. Ottimo professionista che molto probabilmente ricoprirà il ruolo di dirigente – classe D – dell’Ufficio Anagrafe.

Quello che si discute è il metodo. Si poteva scegliere di assumere 15 con Ripam e 5 con mobilità? Si poteva scegliere di assumere tutti e venti con il metodo della mobilità? Perché la formula del 19+1? Anche questa è una coincidenza che lascia pensare a un tipo di politica clientelare, tra l’altro praticata stavolta da un organo non eletto dal popolo e che determina solo una mera sostituzione del potere sul territorio e non un vero e proprio cambiamento teso alla trasparenza come vogliono farci credere.

Quindi la mia domanda è: a chi sta giovando questa pseudo-riqualificazione del Governo Meloni? Siamo sicuri che dalla democrazia sporcata dalla vecchia classe dirigente con le sue commistioni e omertà non siamo passati alla gestione monocratica e teocratica del territorio tesa al Pensiero unico di memoria fascista? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Anche a CAIVANO abbiamo il nostro Fleximan. Abbattuti 15 segnali stradali

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CAIVANO – È vero che personalmente mi sforzo per far capire all’universo mondo che a Caivano vivono persone perbene e professionisti seri ma è pur vero che il degrado e l’inciviltà non la si può nascondere sotto al tappeto. E quindi qualsiasi atto di incività va denunciato come sempre fatto.

È quanto successo in questi giorni. Dopo la decisione del Comandante della Polizia Locale Tito Giglio di apportare alcune misure al flusso del traffico cittadino – in attesa di un Piano Traffico che da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, dal punto di vista tecnico, verrà gentilmente offerto dall’ACI – con alcune ordinanze in alcuni tratti del centro storico cittadino di unico senso di marcia, divieti di sosta e fermata. Qualcuno ha pensato bene di sostituirsi a Fleximan e segare se non estirpare tutte le paline recanti i segnali stradali che veicolavano il traffico secondo la nuova visione del Comando della Polizia Locale.

Non c’è limite al degrado e all’inciviltà, alcuni cittadini caivanesi credono di vivere nel Far West dove il più scaltro ad usare la pistola era in grado di farsi giustizia da solo, per la serie: “Non sono d’accordo con la tua decisione e ora ripristino il disordine”. Cose da pazzi.

Ma qual era questo disordine? Il Comandante Giglio ha pensato bene di porre fine a problemi atavici soprattutto registrati in via Santa Barbara e via Caputo, infatti stabilito in ognuna di esse il senso unico di marcia si è lasciato spazio agli stalli per la sosta, in maniera tale che automobilisti incivili non usassero più i marciapiedi a mo’ di pensilina espositiva da concessionaria auto.

E “giustamente” c’è stato qualcuno che avrà pensato: e cos’è sta novità? Tanti anni che abbiamo vissuto nel degrado, tutto di un botto è arrivata la legge? Ripristiniamo il vecchio status quo e giu 15 paline tra divieti di sosta, sensi unici e targhe riportanti i nomi delle strade, tipo come quella di via Caboto. Una protesta, se così la vogliamo chiamare, che è costata ai cittadini caivanesi altri soldi per ripristinare di nuovo tutti i segnali stradali. Non c’è mai fine alla vergogna.

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CAIVANO. La TARI è aumentata. Tutte le bugie del Commissario Dispenza

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CAIVANO – Ad un anno dall’Amministrazione della terna commissariale capitanata dall’ex Prefetto in quiescenza Filippo Dispenza cosa è cambiato? Nulla o quasi nulla!

Premesso che le nuove assunzioni, necessarie e indispensabili oserei dire, al Comune di Caivano sono frutto del Decreto che porta il nome, in maniera discriminatoria, della nostra amata città, della sponsorizzazione all’annessione di Caivano da parte del Governo Centrale con metodi che ricordano tanto la marcia su Roma e di cui i cittadini caivanesi hanno già pagato con gli interessi con la loro immagine di comunità abitata da persone perbene sporcata dalla Comunicazione studiata al tavolino dalla Premier e dai suoi sodali sul territorio.

Per il resto, facendo un primo bilancio del trio capitanato da Dispenza potremmo dire: Cantieri PNRR che riguardano la torre dell’orologio e la conversione in villa comunale dell’ex campo Faraone bloccati con data della ripresa dei lavori da destinarsi. Lavori alla villetta comunale che dovrebbe sorgere al posto del vecchio plesso scolastico in via Lanna mai partiti. L’unica cosa buona che potevano fare è mettere mano al PUC come fatto dalla terna commissariale post scioglimento per ingerenze criminali a Crispano e invece hanno scelto di demandare queste responsabilità alla prossima Amministrazione. Hanno bloccato inspiegabilmente quattro milioni di euro del bilancio scorso approvato in un fondo per debiti fuori bilancio.

Ma la ciliegina sulla torta alla sprovvedutezza della commissione prefettizia però la si raggiunge con l’aumento della TARI. A dispetto di quanto l’ex Interpol Filippo Dispenza dichiari ad una testata giornalistica allineata al potere, conformista e pavida, dicendo che la TARI non è aumentata e che lui non scende in polemiche con i gruppi politici del territorio, avevano ragione quelli di Più Europa Caivano. La TARI è aumentata eccome. Tante sono le lamentele ricevute dalla nostra testata all’indomani di quella intervista e qualche cittadino caivanese si è anche prodigato a dimostrarci il contrario facendoci leggere le bollette in confronto con quelle dell’anno scorso, quando nel capitolo TARI, grazie all’intervento dell’ex Assessore Pasquale Mennillo, si decise di applicare al PEF (Piano Economico Finanziario) legato alla TARI uno sconto derivante dai fondi di recupero dell’ evasione fiscale della TARI stessa.

Un’azione che poteva essere ripetuta e che stavolta poteva essere assegnata, così come suggerivano gli esponenti di Più Europa Caivano, alle famiglie meno abbienti con ISEE basso o che all’interno del loro nucleo familiare presentassero qualche profilo di disabilità.

Tutto questo non è stato fatto, quei fondi non sono stati presi in considerazione e la TARI quest’anno è addirittura aumentata.

Per quanto riguarda il resto delle dichiarazioni, in merito ai progetti sbagliati e per i quali si sta perdendo tempo ad aggiustarli non possiamo totalmente smentire perché non siamo in grado di poter leggere le carte e i documenti prodotti dall’ex Amministrazione e non abbiamo alcun dubbio che sia stato fatto qualche errore ma è giusto anche sottolineare che in altre dichiarazioni lo stesso Dispenza affermava di aver controllato l’iter burocratico e tecnico dei progetti PNRR, di non aver riscontrato anomalie e di aver dato via libera all’inizio dei lavori.

Sarebbe stato più giusto, forse, affermare che date alcune incongruenze riscontrate durante i lavori si è perso e si sta perdendo tempo ad effettuare varianti. Questa è la vera motivazione, ad esempio, riscontrata nell’ex Faraone quando dagli scavi la ditta che ha iniziato i lavori si è trovata di fronte cumuli di pietre di basalto da smaltire, ovviamente costi questi, non contemplati nel progetto iniziale.

Per quanto riguarda invece la torre dell’orologio il dott. Dispenza dimentica che il RUP e il Direttore dei Lavori è stato proprio un suo sovraordinato Arch. Giuseppe Schiattarella che fino alla nomina da Assessore a Grumo Nevano ha seguito i lavori di riqualificazione della torre.

Non vogliamo sapere con quali requisiti costui sia stato inquadrato come sovraordinato dato che è laureato da tre anni in Architettura, iscritto all’Albo da due e il ruolo ricoperto a Caivano, in realtà prevede che bisogna avere una esperienza, almeno quinquennale, in materia all’interno della Pubblica Amministrazione, ma saremo curiosi di sapere se il sovraordinato della Prefettura informava pedissequamente la terna commissariale o solo adesso i tre si sono resi conto che dai progetti qualcosa non andava? Ai posteri l’ardua sentenza.

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