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Città Metropolitana di Napoli, nuove barriere di sicurezza sulle strade

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Il Sindaco metropolitano di Napoli Luigi de Magistris ha approvato nelle ultime ore sei delibere che prevedono il via libera agli elaborati tecnici per l’attuazione dei progetti per l’affidamento di altrettanti accordi quadro per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza delle strade di pertinenza della Città Metropolitana di Napoli.

I lavori, per un investimento complessivo di oltre 7 milioni di euro, riguarderanno l’intera rete stradale di pertinenza della Città Metropolitana e consentiranno l’adeguamento delle condizioni di sicurezza delle arterie stradali.

Nello specifico si tratta di barriere di sicurezza e altre opere inerenti intersezioni stradali e viabilità in genere.

Gli interventi verranno realizzati con lo strumento dell’accordo quadro che prevederà le condizioni alle quali l’operatore economico scelto si obbliga ad eseguire gli interventi che di volta in volta si renderanno necessari e che gli verranno richiesti.

Il Sindaco de Magistris ha affermato: “Con questi interventi che mettono in sicurezza le nostre strade interveniamo in modo significativo nella realtà dell’area Metropolitana di Napoli migliorando la mobilità degli abitanti, incentivando i flussi turistici e realizzando una importante ricaduta economica sui territori“.

Il Consigliere Metropolitano delegato alle Strade Raffaele Cacciapuoti ha aggiunto: “Abbiamo compiuto ogni sforzo possibile per cercare di garantire condizioni di sicurezza e di efficienza adeguate alla rete stradale metropolitana di competenza. Inoltre ora che il quadro normativo ci consente di poter utilizzare ulteriori risorse provenienti dall’utilizzo dell’avanzo di amministrazione, abbiamo immediatamente attivato le nostre strutture tecniche, a cui va il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto, per disporre il massimo impegno possibile al fine di addivenire al più grande investimento economico mai visto su strade provinciali per la sicurezza e la mobilità dell’intero territorio“.

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Putin e il cessate il fuoco, Zelensky: “È solo una farsa, non ci si può fidare. È una rinascita del nazismo”

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Zelensky intervistato a Sky Tg 24: “Da Putin nuovo ultimatum. Quello che fa è una rinascita del nazismo. Vuole che noi diamo una parte dei nostri territori occupati, ma vuole anche quelli non occupati. Parla di regioni del nostro Paese, e lui non si fermerà. Non ci sarà un conflitto congelato”. Poi prosegue, “Putin è come Hitler, non ci si può fidare. Oggi parla di quattro regioni, prima parlava solo di Crimea e Donbass. È la stessa cosa che faceva Hitler, quando diceva ‘datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui’. Sono tutte bugie”

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Campi Flegrei, in caso di eruzione: piano di fuga in 72 ore per 500mila persone

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Un piano di fuga per mettere in salvo nel giro di 72 ore mezzo milione di persone in caso di eruzione del vulcano dei Campi Flegrei.

E’ quello messo a punto dalla Protezione Civile per la prima volta nel 2016, ma oggetto di recenti modifiche e ora al vaglio delle Regioni, e di cui parla oggi Repubblica sulle pagine del quotidiano.
L’ipotesi che farebbe scattare il piano d’emergenza nazionale, però, è quella di una eruzione del vulcano. Uno scenario che ad oggi non è previsto dagli scienziati. Quello che farebbe scattare il piano è il livello di colore rosso che imporrebbe una grande fuga da attuare nel giro di 72 ore a bordo di tutti i mezzi di collegamento, tra bus, navi e treni.
In particolare i cittadini di Pozzuoli, oltre 76 mila, sarebbero accolti in Lombardia, quelli di Bacoli (25mila) tra Umbria e Marche, gli oltre 11 mila di Monte di Procida tra Abruzzo e Molise. Destinazione Lazio per i residenti del quartiere napoletano di Fuorigrotta, rotta verso la Sicilia per i napoletani del quartiere Chiaia-San Ferdinando. Ma tutte le regioni italiane sarebbero coinvolte nell’accoglienza, sia pure in misura differente.

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Jabil a Marcianise, il Vescovo di Caserta a Joe Biden: “Le chiediamo un piccolo miracolo laico. L’azienda non abbandoni 420 persone”

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“Egregio Sig. Presidente Biden, questa lettera non Le recherà forse meraviglia: ma di certo sono profondi i sentimenti che la ispirano. Non so perché, eppure c’è nella mia anima un misterioso ‘catalizzatore’ di speranza e simpatia per Lei. Nonostante l’abisso di tempo e di spazio che ci divide, un intero oceano, nel mio animo trovo per Lei come un «collegamento» di comunione e un ponte di speranza! Perché? Non lo so. Anzi, lo so: perché crediamo nell’unico Dio”. E’ l’inizio della missiva di Pietro Lagnese, vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua, al presidente Usa Joe Biden. Al centro dello scritto la vertenza della Jabil, l’azienda di proprietà americana con sede in Marcianise, in predicato di trasferire altrove lo stabilimento.

La lettera è stata consegnata all’ambasciatore americano in Italia.

“Le scrivo per chiederLe un piccolo miracolo. A Marcianise c’è una fabbrica della multinazionale americana Jabil. L’azienda, secondo i manager, deve lasciare l’Italia e chiudere ovviamente il sito di Marcianise oltre le altre attività. Sono 420 le persone che rimarranno senza lavoro oltre la perdita dell’indotto e la chiusura degli altri centri italiani collegati. Eppure la Jabil non è un’azienda in perdita o poco innovativa: produce le colonnine per ricaricare le auto elettriche, le auto del presente e del futuro; sistemi di controllo ferroviario nel mercato dell’alta velocità, i treni del presente e del futuro. E tanto altro. Non sono quindi motivi economici o produttivi a motivare questo trasferimento ma, spiegano gli operai, si tratta di una strategia geopolitica degli Stati Uniti per riportare le aziende innovative in America”.

“Non vogliamo ‘armare guerre tra poveri’ – conclude Lagnese – ma Le chiediamo un piccolo miracolo laico. Intervenga per difendere questi posti di lavoro in Italia, a Marcianise. Chieda alla Jabil di trovare una soluzione alternativa, nuove produzioni. Ci affidiamo a Lei. La Madonna La ispiri e L’assista. Il Suo compito e le Sue responsabilità sono immense: per questa ragione noi, a Caserta e Marcianise, preghiamo per Lei. Grazie per quello che potrà fare e che fa per il mondo”.


(fonte: Ansa)

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