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Cronaca

Auto esplosa in Tangenziale, parla il cugino del 25enne: “Vogliamo la verità su quanto accaduto”

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Sono ore di angoscia quelle che stanno vivendo i familiari di Maria Vittoria Prati e di Fulvio Filace, entrambi in coma farmacologico all’ospedale Cardarelli.

Ecco l’emblematico post del cugino di Fulvio, Fabio:

“Fulvio è ricoverato nel reparto Grandi Ustionati del Cardarelli. Non sappiamo molto: potrebbe essere ustionato gravemente dalla testa ai piedi, essere irriconoscibile, avere ferite insanabili o essere in una situazione meno disperata. La mente corre e non si placa in assenza di informazioni concrete. Fulvio è un ragazzo gentile di 25 anni, primogenito di tre figli, appassionato di palestra e motori, in procinto di laurearsi al percorso Motoristico, appunto, della magistrale di Ingegneria Meccanica”.

Poi, continua: “A Fulvio bastavano pochi crediti per chiudere il percorso di studi, tra cui alcuni CFU da ottenere con un tirocinio curriculare che stava svolgendo presso il CNR di Napoli. Come emerso dai fatti di cronaca, la deflagrazione dell’auto è avvenuta probabilmente a causa di due bombole di ossigeno o di materiale infiammabile presenti nella vettura del CNR. E qui sorgono le domande che più ci tormentano:

1. Chi ha dato dal CNR l’ordine di trasportare materiale altamente infiammabile a una ricercatrice sessantenne e a un tirocinante in un’auto comune, per di più di proprietà del CNR?

2. Chi è responsabile di questi processi che non soddisfano nemmeno i minimi standard di sicurezza?

3. Quale valore aggiunto apporta a un tirocinante del CNR il trasporto di due bombole di ossigeno da A a B?

Fulvio ha studiato tantissimo in questi anni, e spesso lo vedevo sui libri a quella scrivania di Nonno Enzo a cui eravamo tanto legati. Sognava di lavorare in Ferrari, di affermarsi, di trovare l’indipendenza che ha provato a costruirsi negli anni, consegnando pizze il sabato sera e uscendo sempre meno con gli amici”.

Poi, conclude: “I suoi sogni non possono finire così. Per conseguire gli ultimi crediti all’università sta rischiando di dare come credito la sua vita. Ed è proprio per i sogni di Fulvio che vi chiedo la massima condivisione, affinché non si spengano le luci su questa vicenda e si faccia chiarezza sui responsabili dell’accaduto. Fù sei forte, non fare scherzi”.

Intanto, la Procura di Napoli ha aperto un’indagine sul caso, e sono diverse le ipotesi sul tavolo, soprattutto quella secondo cui ad innescare l’esplosione sarebbero state le bombole presenti nell’abitacolo, altamente infiammabili.

Cronaca

Napoli, “non pulirmi il parabrezza”: il lavavetri glielo distrugge

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Una donna ha avvertito le forze dell’ordine, dopo essere stata aggredita da un lavavetri, in piazza Sannazzaro in Napoli. I fatti risalgono alla notte tra domenica e lunedì. L’aggredita ha prontamente indicato ai poliziotti, accorsi sul luogo, chi fosse stato l’autore del danneggiamento al parabrezza della sua auto.
L’aggressore non ha “gradito” la presenza della Polizia ed ha iniziato ad inveire contro di loro, si è arrivati ad una vera e propria colluttazione terminata con l’arresto dell’uomo. Nell’auto di servizio, il lavavetri, originario del Marocco già noto alle forze dell’ordine, ha rotto un vetro di un finestrino della volante. Gli si imputano danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

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Cronaca

Salerno, importavano droga dal Sud America: in manette 15 persone

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Un’indagine, condotta dal ROS e dalla Procura di Salerno, ha portato all’arresto di quindici persone ritenute membri di un’organizzazione criminale internazionale.
Da quanto emerso, il porto di Salerno era diventato il punto nevralgico per l’arrivo di ingenti quantità di droga, soprattutto cocaina e marijuana. Il tutto ruotava intorno a figure legate alle cosche ‘ndrine appartenenti agli Alvaro e i Sinopoli di Reggio Calabria.
Nicola e Francesco Alvaro fungevano da finanziatori dell’importazione dalla quale acquisivano le sostanze psicotrope. Le fare da veci erano Carmine Ferrara, Salvatore Rocco, il calabrese Fortunato Marafioti e il partenopeo Errico D’Ambrosio. Furto, ricettazione e minaccia compongono il quadro indagatorio, accompagnati dall’aggravante dell’associazione mafiosa.

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Cronaca

Da Montreal a Napoli, una tonnellata di marijuana nascosta tra i ceci

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Nel corrente mese, è stato scovata e sequestrata oltre una tonnellata di marijuana, nascosta all’interno di un container partito dallo scalo di Montreal (Canada) con destinazione Salerno. A far da tramite un’azienda di import-export con sede a Poggiomarino, nel napoletano.
Il contenitore mobile è stato seguito, fino a Boscoreale, dai finanzieri del Nucleo Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coadiuvati dalla locale Sezione Aerea del Corpo e il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Salerno. Il sequestro è scattato dopo alcuni giorni di appostamento. La marijuana era stata celata in confezioni sottovuoto tra i ceci e altri legumi. Il legale della società importatrice è stato messo in arresto.

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