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Cronaca

Donna investita e uccisa da un’auto pirata: ipotesi omicidio volontario

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Spuntano nuovi particolari riguardo la morte di Giuseppina Caliandro, 41enne travolta e uccisa da un’auto pirata. Infatti, secondo un testimone, l’automobilista che l’ha investita avrebbe agito volontariamente a seguito di una lite. Quindi, egli è indagato per omicidio volontario.

In particolare, il teste racconta che l’uomo avrebbe prima litigato con la vittima, per poi fare marcia indietro e ripartire a tutta velocità schiacciando la donna. Tuttavia, dopo il diverbio, “il conducente dell’auto ha messo in moto, ha fatto un paio di metri in retro, ha ingranato la prima e ha schiacciato la ragazza contro al muro, per poi scappare”.

Ecco il ricordo di un amico della vittima:

“Rimarrai sempre la bomba di energia che tante risate mi ha fatto fare…Un bacio ovunque tu sia ora”.

Poi, rincara la dose la zia: “Ciao dolce nipotina, ancora non ci credo che sei andata via così presto, non è giusto mancherai a tutti noi, veglia sulla tua mamma e sul tuo papà sui tuoi fratelli”. 

Cronaca

Napoli, “non pulirmi il parabrezza”: il lavavetri glielo distrugge

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Una donna ha avvertito le forze dell’ordine, dopo essere stata aggredita da un lavavetri, in piazza Sannazzaro in Napoli. I fatti risalgono alla notte tra domenica e lunedì. L’aggredita ha prontamente indicato ai poliziotti, accorsi sul luogo, chi fosse stato l’autore del danneggiamento al parabrezza della sua auto.
L’aggressore non ha “gradito” la presenza della Polizia ed ha iniziato ad inveire contro di loro, si è arrivati ad una vera e propria colluttazione terminata con l’arresto dell’uomo. Nell’auto di servizio, il lavavetri, originario del Marocco già noto alle forze dell’ordine, ha rotto un vetro di un finestrino della volante. Gli si imputano danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

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Cronaca

Salerno, importavano droga dal Sud America: in manette 15 persone

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Un’indagine, condotta dal ROS e dalla Procura di Salerno, ha portato all’arresto di quindici persone ritenute membri di un’organizzazione criminale internazionale.
Da quanto emerso, il porto di Salerno era diventato il punto nevralgico per l’arrivo di ingenti quantità di droga, soprattutto cocaina e marijuana. Il tutto ruotava intorno a figure legate alle cosche ‘ndrine appartenenti agli Alvaro e i Sinopoli di Reggio Calabria.
Nicola e Francesco Alvaro fungevano da finanziatori dell’importazione dalla quale acquisivano le sostanze psicotrope. Le fare da veci erano Carmine Ferrara, Salvatore Rocco, il calabrese Fortunato Marafioti e il partenopeo Errico D’Ambrosio. Furto, ricettazione e minaccia compongono il quadro indagatorio, accompagnati dall’aggravante dell’associazione mafiosa.

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Cronaca

Da Montreal a Napoli, una tonnellata di marijuana nascosta tra i ceci

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Nel corrente mese, è stato scovata e sequestrata oltre una tonnellata di marijuana, nascosta all’interno di un container partito dallo scalo di Montreal (Canada) con destinazione Salerno. A far da tramite un’azienda di import-export con sede a Poggiomarino, nel napoletano.
Il contenitore mobile è stato seguito, fino a Boscoreale, dai finanzieri del Nucleo Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coadiuvati dalla locale Sezione Aerea del Corpo e il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Salerno. Il sequestro è scattato dopo alcuni giorni di appostamento. La marijuana era stata celata in confezioni sottovuoto tra i ceci e altri legumi. Il legale della società importatrice è stato messo in arresto.

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