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Campania. Sostegno per gli agricoltori uno degli argomenti del consiglio regionale

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Un Ordine del Giorno che prevede una misura di sostegno per il mancato reddito per le aziende che hanno avuto forti abbattimenti; sottoporre al Ministero della Salute il quesito per l’ estensione del vaccino rb 51 ad animali adulti  non superiori a tre anni; sostenere un programma di ricerca per nuove metodiche diagnostiche anche al fine di sperimentazione un nuovo vaccino; sostenere l’azione degli organi competenti, commissario ed Asl,  nei controlli sul rispetto delle norme sanitarie ed ambientali con particolare riferimento alla gestione dei reflui; demandare alle Commissioni consiliari Salute ed Agricoltura la verifica sullo stato di attuazione del  piano di eradicazione della brucellosi bovina e bufalina anche alla luce delle vigenti norme nazionali e comunitarie per individuare eventuali azioni opportune  per un  più efficace raggiungimento degli obiettivi previsti. Mario Luigi Santangelo, consigliere regionale per tre Legislature, Vice presidente del Consiglio regionale, Assessore regionale alla sanità, chirurgo e tra i pionieri della trapiantologia campana, scomparso il 4 dicembre 2020.

La Vice presidente del Consiglio regionale, Valeria Ciarambino, ha presentato una mozione affinchè la Regione inserisca nel CUP  unico regionale non più solo l’offerta di prestazioni sanitarie del pubblico, ma anche del privato accreditato. La consigliera del gruppo misto Maria Muscarà ha presentato una mozione per la cessazione della fornitura delle armi da parte dell’Italia all’Ucraina “visto che negli ultimi mesi e negli ultimi giorni si sono susseguite tante manifestazioni e convegni per la pace dimenticando, però, che , fino a quando si continuerà ad armare il conflitto, la pace non arriverà mai” – ha spiegato. Alla fine, la Mozione è stata respinta a maggioranza, hanno votato a favore la consigliera Muscarà e il consigliere Luigi Abbate (Noi di Centro-Noi Campani). La consigliera Muscarà ha presentato anche una Mozione sull’avviso pubblico, finanziato con 58 milioni per le imprese manifatturiere, pubblicato dalla Regione per contributi a sostegno delle imprese colpite dal caro energia, per sollecitare un ampliamento delle categorie ricomprese in tale provvedimento, ma l’assessore regionale al bilancio Ettore Cinque ha ricordato che tale provvedimento è stato adottato nel rispetto delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, che limitano al settore delle imprese manifatturiere e non dei servizi. 

Inoltre, il consigliere Severino Nappi (Lega) e il consigliere Pasquale Di Fenza (Moderati) hanno presentato rispettive interrogazioni, discusse congiuntamente, per evitare la chiusura del Giudice di Pace nel Comune di Marano e per individuare le risorse necessarie per garantire la presenza di tale presidio di legalità. Approvati, infine, all’unanimità due ordini del giorno presentati dalla consigliera Bruna Fiola (Pd) sulla estensione del servizio di mensa alle strutture ospedaliere pediatriche e per l’istituzione di un fondo regionale per corsi di formazione per le donne vittime di violenza.

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Siccità, la Campania tra le regioni più a rischio per lo stress idrico

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In Campania è di 4,7 il tasso di stress idrico secondo quanto emerge dalla rilevazione di Community Valore acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti.

Tra le Regioni più a rischio, la Campania si colloca al quinto posto dopo Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. Lo stress idrico è definito come il rapporto tra i prelievi idrici e la disponibilità di acque superficiali e sotterranee. La siccità italiana ha raggiunto «livelli preoccupanti» tanto che è stata registrata nel 2022 una perdita del 51,5% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media storica dal 1950.

Nel 2023 temperature in crescita ed effetti dell’azione dell’uomo hanno generato nuova pressione sulla risorsa idrica. Sono già dodici le Regioni ad alto stress idrico – con il Sud ai primi posti – e destinate ad aumentare.


(fonte: il Mattino)

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Non c’è pace nelle carceri della Campania: a Salerno e Avellino fine settimana da incubo

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Non c’è pace nelle carceri regionali della Campania.
A denunciarlo è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario regionale Tiziana Guacci, che sintetizza quanto avvenuto nelle ultime ore: “Momenti di tensione nel pomeriggio di sabato presso la Casa Circondariale di Salerno dove un detenuto della sezione ex art. 32 ha appiccato un incendio nella propria camera di pernottamento. L’addetto alla vigilanza ha immediatamente dato l’allarme. Solo grazie al suo intervento e alla Sorveglianza Generale e gli altri poliziotti intervenuti, il detenuto, che si era barricato all’interno del bagno della camera detentiva, è stato messo in sicurezza. Successivamente sono stati rinvenuti sotto il materasso, a cui era stato dato fuoco, un pezzo di ceramica di notevole dimensione ed il piede del tavolino, oltre alla grata posta sopra lo sbarramento di ingresso della cella dissaldata. Lo stesso detenuto nella tarda serata, ritornato nella propria stanza di pernottamento, ha continuato a porre in essere atti turbativi dell’ordine e della sicurezza”. Ancora nel carcere di Salerno nella mattinata di domenica vi è stata una colluttazione tra detenuti ubicati alla sezione protetti promiscui, evidenzia la sindacalista.

Guacci aggiunge che “nella giornata di sabato presso la Casa Circondariale di Avellino, durante la perquisizione ordinaria, sono stati rinvenuti due Smartphone in  due diversi reparti detentivi, mentre nel locale antistante i passeggi del reparto dove sono ubicati i detenuti comuni è stato ritrovato un ingente quantitativo di sostanza stupefacente di tipo “hashish” e un micro cellulare con relativo caricabatterie”.

“Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del SAPPE e di tutto il Corpo ma dell’intera Nazione”, evidenzia Donato Capece, segretario generale del SAPPE“serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità”.

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NATO tratta per schierare più armi nucleari

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La Nato è in trattative per schierare più armi nucleari di fronte alla crescente minaccia da parte di Russia e Cina. Lo riporta il Telegraph citando un’intervista rilasciata al quotidiano britannico dal segretario generale dell’Alleanza nordatlantica Jens Stoltenberg, secondo il quale la Nato deve mostrare i muscoli al mondo per inviare un messaggio diretto ai suoi nemici.
“Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate, ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo”, sono le parole di Stoltenberg al quotidiano britannico.
Nell’intervista, Stoltenberg ha lanciato un duro avvertimento sulla minaccia proveniente dalla Cina, ha detto di aspettarsi che un governo laburista nel Regno Unito sia un fedele alleato della Nato.
Il segretario generale dell’Alleanza ha sottolineato che “la trasparenza aiuta a comunicare il messaggio diretto che noi ovviamente siamo un’alleanza nucleare . L’obiettivo della Nato è un mondo senza armi atomiche ma finché esisteranno tali armi rimarremo un’alleanza nucleare, perché un mondo in cui Russia, Cina e Corea del Nord hanno armi atomiche e la Nato no è un mondo più pericoloso”. Il segretario generale dell’Alleanza ha quindi avvertito che la Cina in particolare sta investendo massicciamente in armamenti moderni, compreso il suo arsenale atomico: Pechino vorrebbe arrivare a possedere 1.000 testate nucleari entro il 2030. “E questo significa che in un futuro non molto lontano la Nato potrebbe dover affrontare qualcosa che non ha mai affrontato prima, e cioè due potenziali avversari dotati di energia nucleare: Cina e Russia. Naturalmente ciò ha delle conseguenze”, ha affermato Stoltenberg.

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