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Caivano

CAIVANO: I cittadini, la monnezza e l’algoritmo di Andrea e Capechiuov

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Il tema della monnezza a Caivano è sempre in primo piano, in tutti i sensi, sia quello umano che propriamente appartenente alla categoria dei rifiuti.

Fatto sta che il “popolo” sembra essersi stancato di vedere cumuli di pattume dappertutto, anche perché la lordura prodotta in altri campi, a partire da quello politico, già ci mette del suo e quella maledetta quinta rata proprio non se ne scende.

Così monta la “protestina”, quella del “emmobasta” della prima ora, quando provi ad aprire il negozio mentre con una mano sei impegnato a tapparti il naso e con l’altra a cercare la chiave giusta in un mazzo di duecento  tra cui quella che hai da anni e non sai cosa apre e che, regolarmente, provi per prima.

Il Caivanese, si sa, è tranquillo, paga, ringrazia e riverisce, sempre che non si tratti di qualcosa che non gli riguardi, ma quando provi a toccargli i suoi interessi diventa una belva che Dio ce ne scampi.

La spazzatura viene raccolta male, poco, in zone che vengono scelte con un algoritmo inventato da Andrea e Capechiuov ai tempi in cui contavano le 10 lire, così che in alcune zone più fortunate e favorite dal calcolo matematico, la lordura prodotta dai cittadini a cui piace la zuppa di cozze, viene raccolta in modo più regolare che in altre.

Lo stesso algoritmo sopra citato, viene usato dai commissari prefettizi, – che hanno sostituito funzionalmente la vecchia politica mandata a casa per decreto – per calcolare l’imposta e il pagamento di un contratto che non esiste se non nella mente di qualche vecchio funzionario comunale che, come ebbe a dire il buon Casaburo, politico e chiaroveggente inascoltato che vede Caivano futura come  la Svizzera del sud Italia, con un doppio salto mortale carpiato all’indietro, a suon di proroghe e assegnazioni illegittime, ha fatto in modo che la Buttol restasse aggrappata i caivanesi come una piattola agli zebedei.

Il tema più discusso, però, dai politici che se la sono cavata, quelli che per fortuna loro non hanno preso abbastanza voti per essere tacciati di affiliazioni camorristiche, sembra essere ciò che riguarda il destino di quei consiglieri accusati, a torto o a ragione, di far parte di un sistema malavitoso persistente e invincibile, instaurato da tempi immemori, dandosi una ragione della loro esistenza e ringraziando il Signore per non essere stati eletti con i voti, ai quali aspiravano, di quei camorristi che, durante la campagna elettorale, si contendevano a destra e a manca.

Qualcuno, giustamente, gridava: Imparate a fare la differenziata!

Finalmente la quadratura del cerchio.

In pratica a Caivano la spazzatura ha la sua ragione di esistere perché voluta dai cittadini, in quali si ostinano a non differenziare ed è a causa di questa loro inettitudine se le strade sono invase dai rifiuti che loro stessi producono.

Abbiamo scovato il colpevole.

Finalmente ciò che cercavamo da anni, il capro espiatorio di tutti i mali, il nesso tra la cattiva gestione e le opere truffaldine di alcuni funzionari, il responsabile è lui, il cittadino!

Lo è sul serio, tutti sono colpevoli quando non si informano, ognuno è responsabile della sua condizione di disagio se non si interessa alla “cosa” pubblica.

Lo facciano i cittadini, da subito, imparino a guardare come e perché vengono spesi i loro soldi, a chi vengono affidati la maggior parte dei lavori di urgenza e chi gode della groviera delle strade cittadine, chi si mangia migliaia di euro per versare un paio di carriole di brecciame in quei fossi che farebbero bestemmiare anche il più cattolico degli automobilisti, quanto pagano realmente per quella raccolta che non avviene e che puzza di illecito da un miglio lontano.

Lo facciano, è tutto messo nero su bianco, si informino lor signori prima di sputare sentenze a caso contro chiunque.

L’unica cosa necessaria per il trionfo del male è che l’uomo buono non faccia niente.(Edmund Burke)

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Afragola

Caivano, sequestrati 900 litri di olio di oliva

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Ad una ventisettenne, originaria di Afragola, le sono stati sequestrati 900 litri di olio di oliva, in quel di Caivano, con conseguenziale denuncia.
La donna, già nota alle forze dell’ordine, è stata fermata mentre guidava un furgone per le strade caivanesi. I militari hanno scoperto poco meno di 900 litri di olio di oliva, in contenitori di latta verde. Trovato anche un blocco con le stampe di centinaia di etichette falsificate riconducibili ad un noto marchio. Il carico sarà sottoposto ad analisi chimiche.

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Caivano

CAIVANO. Si continua ad affidare lavori in maniera urgente e diretta a ditte gradite al clan menzionate nel processo delle estorsioni

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CAIVANO – Bellissima notizia quella di oggi, dove, tra poche ore sarà posta la prima pietra, alla presenza dei Ministri Piantedosi e Abodi, del complesso polifunzionale a via Sant’Arcangelo che prevede anche la costruzione di un nuovo stadio con pista d’atletica e un anfiteatro di circa seimila posti a sedere per spettacoli ed eventi. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Chi, invece, stenta a far decollare la normalità, ma siamo anche consapevoli che il lavoro di controllo sulla macchina comunale è più difficile, è la terna commissariale prefettizia.

I tre commissari, inviati dalla Prefettura, hanno il compito non solo di riportare la legalità e la normalità amministrativa all’interno dell’ente ma anche di rappresentare una linea netta di rottura col modus operandi del passato, specie se quel passato è rappresentato da un’Amministrazione che è stata ingerita dalla criminalità organizzata. Ma a quanto pare tutto questo a via Don Minzoni non è ancora accaduto. Vediamo perché!?

Il 22 Aprile scorso con determina n°457 il Responsabile di Settore Giuseppe Schiattarella affidava in maniera diretta i lavori di manutenzione urgente e straordinaria degli edifici comunali e della caserma dei Carabinieri per una cifra pari a € 37.660,00 con l’impegno di spesa in bilancio di € 42.926.00 alla ditta Artedile srls con sede alla via Ticino, 24/B di Caivano.

Fino a qui nulla quaestio dal punto di vista amministrativo e procedurale. La riflessione matura dal punto di vista etico e morale, dato che la società a cui sono stati affidati i lavori è la stessa che si legge dalle dichiarazioni rilasciate alla magistratura dall’ex Assessore Carmine Peluso che ha deciso di collaborare con la Giustizia all’indomani dell’arresto riguardante il Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino.

All’interno del verbale delle dichiarazioni si legge testualmente: Falco Armando dalla ditta ARTEDIL (riferendosi alla Artedile srls ndr) ha preso 1000 euro che gli vennero dati presso lo studio “omissis”. In un altro passaggio ancora si legge: “Intendo riferire di molte ditte che hanno lavorato per il Comune di Caivano sotto la mia direzione e del funzionario Vincenzo Zampella. Quest’ultimo si attivava in tal senso ovvero faceva lavorare le ditte che indicavo io. Le ditte a me legate erano la Samar, Barchetti Maria, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls), FV Costruzioni, Gicar, fratelli Peluso, Fiacco Antonio e la MG di Cardito”. In un altro passaggio si legge inoltre: “Falco Armando voleva la mazzetta da Amico Domenico, Della Gatta Domenico, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls) e Celiento.

Ora, siamo consapevoli che tali dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e il coinvolgimento di tali ditte devono sempre essere accertate con ulteriori riscontri e indagini, così come siamo consapevoli che tutti gli attori di questo processo sono innocenti fino a prova contraria e che il coinvolgimento o quanto dichiarato dai collaboratori di Giustizia non possono sempre essere fonte di verità ma è anche giusto riflettere sull’opportunità etica di tale affidamento.

Non sarebbe stato il caso, nelle more che si concluda il processo, evitare di creare una continuità amministrativa con la precedente gestione ingerita dalla camorra? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Caivano, accordi camorra-politica: si pente l’assessore Peluso

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Come riportato da “La Repubblica”, l’ex politico e commercialista ha deciso di collaborare con la giustizia: “Noi decidevamo le ditte, la camorra chiedeva l’estorsione. Io ero il perno, portavo le richieste della cosca alle imprese”, le affermazioni di Carmine Peluso.

Lo scorso ottobre, diciotto persone furono arrestate nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano, di particolare rilevanza gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici.
L’organizzazione criminale riusciva ad ottenere notizie riservate, relative all’aggiudicazione degli appalti, da parte di pubblici amministratori.

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