

Caserta
Clan dei Casalesi, 35 arresti ai danni della fazione di Schiavone
L’indagine coordinata dalla Procura di Napoli oggi ha preso di mira il clan dei Casalesi capeggiata dal boss Francesco Schiavone in settori economici, come gli appalti ai servizi della rete ferroviaria e la pavimentazione stradale: sono 35 gli arresti e maxi sequestro di beni per 50 milioni di euro.
I reati contestati, a vario titolo, agli indagati, sono estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, riciclaggio aggravati in quanto commessi agevolando un’organizzazione mafiosa.
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Beccato colui che ha truffato imprenditori casertani con i finti prestiti

A conclusione di una verifica fiscale, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza hanno contestato a un cinquantenne ravennate la mancata dichiarazione al fisco di redditi illeciti conseguiti nel periodo 2017 – 2021 per un ammontare complessivo di 650.000 euro, quali proventi di centinaia di truffe commesse sull’intero territorio nazionale, tra cui diverse vittime a Caserta e provincia, a danno di oltre 500 persone.
L’intera vicenda è scaturita da due denunce ricevute ad aprile 2021 dai finanzieri di Faenza. L’uomo è accusato di aver ideato un sistema di truffe “a catena” in cui si sono imbattuti centinaia di ignari imprenditori o padri di famiglia bisognosi di liquidità, anche, e soprattutto, durante l’emergenza pandemica. Le truffe si sarebbero consumate su tutto il territorio nazionale, ma avrebbero interessato prevalentemente le regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Molise, Campania e la provincia di Caserta, e il Lazio.
L’accusa è di truffa aggravata e falsità materiale. Nel corso delle indagini sono state sequestrate le somme ancora giacenti su suoi conti correnti per circa 24.000 euro. Sono stati recuperati a tassazione oltre 650 mila euro di proventi illeciti sui quali ora l’uomo sarà chiamato a pagare le imposte e le connesse sanzioni amministrative. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il ravennate si sarebbe presentato come rappresentante o presidente di organismi vari, creati appositamente, la cui denominazione poteva facilmente confondersi con quella di note associazioni di categoria o centri studi realmente esistenti e operanti a livello nazionale, millantando anche frequentazioni con politici di primo piano.
Carpita in tal modo la fiducia dei suoi interlocutori, l’indagato avrebbe loro proposto l’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto o comunque agevolati, erogati dall’Unione Europea a favore di piccole e medie imprese nonché di privati, previo versamento anticipato di un corrispettivo compreso tra i 600 ed i 1.200 euro per ogni richiesta, come compenso per l’attività di consulenza da lui prestata nell’istruttoria delle relative pratiche, in realtà mai avviate. Quando le persone cominciavano a lamentarsi per il mancato accredito delle somme richieste, avrebbe perfino fatto loro recapitare false comunicazioni da parte di fantomatici Organismi dell’Unione Europea.
Poi, creando falsi profili riconducibili a funzionari in servizio presso le istituzioni comunitarie, l’uomo, utilizzando un’utenza telefonica croata, inviava messaggi che poi mostrava o inoltrava alle vittime per indurle ulteriormente in errore circa la buona riuscita delle operazioni finanziarie. Per espandere il giro d’affari, infine, l’indagato avrebbe anche coinvolto le sue stesse “vittime” nel sistema illecito, promettendogli un compenso in caso di presentazione di nuove persone interessate a queste forme di finanziamento.
campania
63enne accoltella il suo compagno di soli 35 anni, arrestata dai Carabinieri

Ha accoltellato il compagno accusando un fantomatico aggressore, ma è stata poi scoperta dalle immagini di alcune telecamere e arrestata dai carabinieri. Il fatto è accaduto a Villa Literno, nel Casertano, protagonista una 63nne macedone, finita in carcere per tentato omicidio. La vittima è il compagno 35enne di origine pachistana, che i carabinieri hanno trovato ferito alla schiena e alla spalla fuori all’abitazione in cui vive con la 63enne;
quest’ultima ha raccontato ai carabinieri che il convivente era stato aggredito alle spalle fuori casa e accoltellato da uno straniero a lei sconosciuto. I carabinieri della Stazione di Villa Literno hanno quindi visionato le telecamere installate nei pressi dell’abitazione della coppia, scoprendo che il pachistano era uscito di casa già sanguinante e che nessuna altra persona era entrata o uscita dall’abitazione. I militari hanno quindi perquisito la casa della coppia trovando un coltello da cucina e un un cuscino per sedia intrisi di sangue; hanno poi arrestato la 63enne macedone.
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Nuovo allarme per furti in casa, raid in una villetta del Casertano

Sono passate solo poche ore dal tentativo di furto che, la notte scorsa, si è registrato in via Oberdan, a Villa Literno. Si sono avvicinati al cancello di ingresso e poi sono riusciti agilmente a scavalcarlo, in modo da entrare nella villetta. Probabilmente, ma su questo potremo avere qualche informazione in più grazie alle riprese della videosorveglianza, i due ladri sono stati costretti ad allontanarsi per qualche segnale, di luce, una lampadina accesa in casa, oppure sonoro, urla o rumori, emerso in quegli attimi. Fortunatamente, nessun bottino per i ladri, ma resta alto l’allarme per i furti – tentati o riusciti – nell’agro Aversano e l’area del Liternese.
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