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Caivano

CAIVANO, una sfiducia dettata dallo stesso “metodo” usato da PD e Forza Italia

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CAIVANO – E’ notizia di quest’oggi la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Raffaele Del Gaudio protocollata da alcuni consiglieri di opposizione nella quale ci sono elencate, così come per il documento protocollato dai consiglieri dissidenti di Forza Italia, tutta una serie di criticità mosse contro l’operato del Presidente socialista. Nel documento redatto si legge che a Raffaele Del Gaudio si attribuisce: imparzialità al di sopra delle parti e degli schieramenti politici; partecipazione ad iniziative della Giunta; interpretazione del proprio ruolo alla stregua di una appendice della Giunta stessa; violazione con il comma 2 dell’art. 14 del vigente regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale etc.

Insomma a quanto pare, a distanza di più di due mesi dall’ultimo Consiglio comunale, questa parte di opposizione si sveglia di soprassalto e si accorge che questo Presidente del Consiglio fa davvero schifo. E visto che non ci sono ulteriori problemi sul territorio, allora tanto vale cercare di risolvere l’unico che attanaglia Caivano. Ma analizzando bene i fatti, in realtà emergono alcuni dati politici non proprio di poco conto. Innanzitutto da quest’azione politica l’opposizione ne esce spaccata perché su quel documento manca la firma del consigliere Pinto dell’UDC, forse perché pensa che questa scelta, davvero faccia misurare un bassissimo livello di politica sul territorio. Infatti quest’opposizione, capitanata dal PD, una volta registrato il dato che il sindaco non ha più una maggioranza e una volta saputo che i dissidenti di Forza Italia in realtà vogliono le “chiavi” del Comune, volendo gestire settori e deleghe tecniche, ha pensato bene di prestargli il fianco. In una situazione normale, su un territorio normale, l’opposizione, visti i casi, avrebbe presentato una mozione di sfiducia per il sindaco, facendo venire fuori poi la vera volontà dei dissidenti di Forza Italia e invece così non è stato, si preferisce attaccare una figura che al di là di quello descritto nel documento dovrebbe essere super partes, infatti a memoria d’uomo le classiche mozioni di sfiducia verso i Presidenti di Consiglio si ricordano per atti gravi quali sono stati reati penali o atti che fanno registrare ingenti danni alla cittadinanza, ma mai si è trasceso a questi livelli, cioè immischiare una figura come il Presidente del Consiglio in diatribe politiche, aggiungendo la poltrona dello stesso con le indennità che gli conseguono alla disputa politica, come se le poltrone chieste dai dissidenti non bastassero.

I caivanesi più attenti, infatti, ricorderanno bene che ad inizio insediamento della giunta Monopoli, il consigliere Giuseppe Mellone si contendeva proprio la poltrona del Presidente del Consiglio e col senno di poi, possiamo benissimo asserire che la scelta di Monopoli, evidentemente non è andata ancora giù al consigliere azzurro, tant’è che il PD cerca di usare proprio questa leva per combattere il proprio nemico che a quanto pare non è il partito opposto Forza Italia, ormai destituito in tutti i paesi in Campania, ma proprio Simone Monopoli. Stando a quanto detto, il dato politico che emerge infatti è che al PD non interessa che Forza Italia ne debba uscire con le ossa rotte, ma tenta di destabilizzare il primo cittadino che, malgrado tutto, sta dimostrando che una politica diversa a Caivano la si può fare, infatti al PD non gli fa schifo il “metodo Ponticelli” forse perché è lo stesso metodo che per anni ha messo in piedi la sinistra a Caivano ricattando sindaci e politici e non è un caso che il “metodo Ponticelli” trovi oggi la condivisione della sinistra e di quel sistema fatto da personaggi ambigui e strane amicizie, proprio in questo periodo che in città gira voce che la prossima settimana il sindaco Monopoli abbia un appuntamento in Procura dove sottoporrà al vaglio della magistratura vari dossier che illustrano le varie criticità e metodi adottati sul territorio.

Al di là di finte indiscrezioni di quella stampa alimentata a gettoni dallo stesso sistema che combatte il cambiamento e che trova linfa vitale nei personaggi border line e incapaci nel settore della comunicazione, Minformo è sempre al fianco di chi con carte alla mano dimostra la veridicità dei fatti e di chi con carte alla mano è pronto sempre a denunciare il malaffare, il resto si metta in fila e resti a guardare.

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Afragola

Caivano, sequestrati 900 litri di olio di oliva

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Ad una ventisettenne, originaria di Afragola, le sono stati sequestrati 900 litri di olio di oliva, in quel di Caivano, con conseguenziale denuncia.
La donna, già nota alle forze dell’ordine, è stata fermata mentre guidava un furgone per le strade caivanesi. I militari hanno scoperto poco meno di 900 litri di olio di oliva, in contenitori di latta verde. Trovato anche un blocco con le stampe di centinaia di etichette falsificate riconducibili ad un noto marchio. Il carico sarà sottoposto ad analisi chimiche.

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Caivano

CAIVANO. Si continua ad affidare lavori in maniera urgente e diretta a ditte gradite al clan menzionate nel processo delle estorsioni

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CAIVANO – Bellissima notizia quella di oggi, dove, tra poche ore sarà posta la prima pietra, alla presenza dei Ministri Piantedosi e Abodi, del complesso polifunzionale a via Sant’Arcangelo che prevede anche la costruzione di un nuovo stadio con pista d’atletica e un anfiteatro di circa seimila posti a sedere per spettacoli ed eventi. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Chi, invece, stenta a far decollare la normalità, ma siamo anche consapevoli che il lavoro di controllo sulla macchina comunale è più difficile, è la terna commissariale prefettizia.

I tre commissari, inviati dalla Prefettura, hanno il compito non solo di riportare la legalità e la normalità amministrativa all’interno dell’ente ma anche di rappresentare una linea netta di rottura col modus operandi del passato, specie se quel passato è rappresentato da un’Amministrazione che è stata ingerita dalla criminalità organizzata. Ma a quanto pare tutto questo a via Don Minzoni non è ancora accaduto. Vediamo perché!?

Il 22 Aprile scorso con determina n°457 il Responsabile di Settore Giuseppe Schiattarella affidava in maniera diretta i lavori di manutenzione urgente e straordinaria degli edifici comunali e della caserma dei Carabinieri per una cifra pari a € 37.660,00 con l’impegno di spesa in bilancio di € 42.926.00 alla ditta Artedile srls con sede alla via Ticino, 24/B di Caivano.

Fino a qui nulla quaestio dal punto di vista amministrativo e procedurale. La riflessione matura dal punto di vista etico e morale, dato che la società a cui sono stati affidati i lavori è la stessa che si legge dalle dichiarazioni rilasciate alla magistratura dall’ex Assessore Carmine Peluso che ha deciso di collaborare con la Giustizia all’indomani dell’arresto riguardante il Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino.

All’interno del verbale delle dichiarazioni si legge testualmente: Falco Armando dalla ditta ARTEDIL (riferendosi alla Artedile srls ndr) ha preso 1000 euro che gli vennero dati presso lo studio “omissis”. In un altro passaggio ancora si legge: “Intendo riferire di molte ditte che hanno lavorato per il Comune di Caivano sotto la mia direzione e del funzionario Vincenzo Zampella. Quest’ultimo si attivava in tal senso ovvero faceva lavorare le ditte che indicavo io. Le ditte a me legate erano la Samar, Barchetti Maria, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls), FV Costruzioni, Gicar, fratelli Peluso, Fiacco Antonio e la MG di Cardito”. In un altro passaggio si legge inoltre: “Falco Armando voleva la mazzetta da Amico Domenico, Della Gatta Domenico, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls) e Celiento.

Ora, siamo consapevoli che tali dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e il coinvolgimento di tali ditte devono sempre essere accertate con ulteriori riscontri e indagini, così come siamo consapevoli che tutti gli attori di questo processo sono innocenti fino a prova contraria e che il coinvolgimento o quanto dichiarato dai collaboratori di Giustizia non possono sempre essere fonte di verità ma è anche giusto riflettere sull’opportunità etica di tale affidamento.

Non sarebbe stato il caso, nelle more che si concluda il processo, evitare di creare una continuità amministrativa con la precedente gestione ingerita dalla camorra? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Caivano, accordi camorra-politica: si pente l’assessore Peluso

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Come riportato da “La Repubblica”, l’ex politico e commercialista ha deciso di collaborare con la giustizia: “Noi decidevamo le ditte, la camorra chiedeva l’estorsione. Io ero il perno, portavo le richieste della cosca alle imprese”, le affermazioni di Carmine Peluso.

Lo scorso ottobre, diciotto persone furono arrestate nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano, di particolare rilevanza gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici.
L’organizzazione criminale riusciva ad ottenere notizie riservate, relative all’aggiudicazione degli appalti, da parte di pubblici amministratori.

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