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Cronaca

Il dramma di Tracy, la 53enne morta dopo il morso di un cane: i particolari

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Un vero e proprio dramma quello avvenuto in Australia, dove la 53enne Tracy Ridout è morta dopo essere stata morsa da un cane.

Stando ad una prima ricostruzione, la donna stava facendo da dogsitter al pastore tedesco di un amico, quando l’animale le ha dato un morso giocoso al dito. Fin qui nulla di strano, se non fosse che nei giorni successivi Tracy abbia accusato forti dolori, recandosi in ospedale per vederci chiaro.

A quel punto, ella ha scoperto di aver contratto un’infezione ai reni, al fegato e al sangue. In particolare, ha contratto la capnocytophaga canimorsus, un’infezione batterica estremamente rara trasmessa da un animale con un morso o una leccata.

Purtroppo, a distanza di pochi giorni, per lei non c’è stato niente da fare. Tuttavia, i figli hanno voluto raccontare l’esperienza vissuta dalla madre, in modo da prevenire successivi casi del genere.

Ecco il commento del presidente dell’Australian Medical Association WA, il dr. Micheal Page:

“Le persone ad alto rischio di essere morsi da un animale infetto sono quelle con un sistema immunitario compromesso, comprese le persone con diabete. Raccomandiamo che quasi ogni morso di animale venga visitato da un medico, in modo che possa essere adeguatamente ripulito e tenuto d’occhio”.

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Estorsioni e Spaccio: Pioggia di Condanne sul Clan Esposito

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Si è concluso con pesanti condanne il processo, svoltosi con rito abbreviato, contro i membri del clan Esposito-Nappi, attivo nel controllo del traffico di droga e delle attività estorsive nell’area flegrea. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Dott. Campoli, ha emesso sentenze che, sommate, totalizzano ben 92 anni di reclusione per i capi e i gregari della cosca guidata da Massimiliano Esposito, soprannominato ‘o scognato. Nonostante le richieste iniziali molto più severe da parte dell’accusa, le strategie difensive adottate dagli avvocati hanno consentito ai vertici della famiglia di ottenere una riduzione significativa delle pene:

Massimiliano Esposito ‘o scognato: Rischiava 20 anni, ma la sua condanna è stata fissata a 14 anni di reclusione. La difesa è stata curata dagli avvocati Rocco Maria Spina e Claudio Davino.

Maria Matilde Nappi (moglie di Esposito): Anche per lei, la richiesta iniziale era di 20 anni. Ha rimediato 13 anni e quattro mesi. I suoi legali erano gli avvocati Leopoldo Perone e Rocco Maria Spina.

Il tandem difensivo ha lavorato anche per i figli della coppia, entrambi coinvolti nelle attività illecite:

Massimiliano Esposito junior: Da una richiesta di 18 anni, è stato condannato a 10 anni e otto mesi.

Christian Esposito: Stessa richiesta e medesima pena di 10 anni e otto mesi. Era difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina. Il provvedimento del GIP ha riguardato tutti gli imputati coinvolti nel blitz del settembre dello scorso anno. Tra le altre sentenze spiccano: Carmine Esposito: 7 anni e due mesi. Gennaro Esposito: 8 anni. Michele Ortone: 4 anni (la posizione è agevolata dal suo status di neo collaboratore di giustizia). Salvatore Iuliano: 8 anni, a fronte di una richiesta iniziale di 14 anni (difeso dall’avvocato Mirella Baldascino).Vincenzo Fasano: 6 anni.Alessandro Tasseri: 10 anni. Condanne minori: Luisa Grasso (2 anni), Eduardo Esposito (2 anni) e Maria Campolo (2 anni con pena sospesa).

Il blitz che ha portato all’arresto delle tredici persone, incluso il presunto capo clan e sua moglie, risale al settembre 2024. Le indagini avevano rivelato come Massimiliano Esposito, pur essendo ai domiciliari a Scalea o in carcere, continuasse a dirigere il clan con l’aiuto della consorte. Il gruppo criminale aveva monopolizzato il traffico di droga nelle zone della movida di Coroglio e imponeva il pizzo ai parcheggiatori abusivi della zona.

Tra le persone coinvolte nel fascicolo d’indagine figurava anche un minore, noto per essere stato amico di Gennaro Ramondino, il ventenne tragicamente ucciso e bruciato a Pianura all’inizio di settembre.

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Cronaca

Padre e Figlio Accoltellati a Somma Vesuviana, Mistero sul Movente

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Ancora un episodio di violenza a turbare la quiete della provincia di Napoli. La tarda serata di ieri, domenica, è stata segnata dal sangue nel comune di Somma Vesuviana, precisamente all’interno del Parco San Sossio, dove un padre di 45 anni e suo figlio di 26 sono stati brutalmente accoltellati da un aggressore non identificato.

I carabinieri della stazione locale e del Nucleo Radiomobile di Castello di Cisterna sono intervenuti immediatamente sul luogo dei fatti per prestare soccorso e avviare le indagini.

Il padre trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, ha ricevuto le cure necessarie ed è stato dimesso poco dopo, non avendo riportato ferite che destassero grave preoccupazione.

Il figlio: le sue condizioni sono apparse più serie. È stato ricoverato presso l’Ospedale Cardarelli, dove si trova tuttora. Fortunatamente, i sanitari hanno escluso il pericolo di vita.

Le forze dell’ordine stanno lavorando intensamente per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione, identificare l’aggressore e, soprattutto, far luce sulla matrice di questo drammatico episodio e sul luogo preciso in cui si è consumato.

L’aggressione di Somma Vesuviana, consumata in un luogo che dovrebbe essere sinonimo di relax e comunità come un parco pubblico, solleva interrogativi inquietanti e merita una riflessione più ampia.

Non è solo l’atto criminale in sé a preoccupare, ma anche il suo impatto sul senso di sicurezza della cittadinanza. Un’aggressione con arma da taglio, apparentemente immotivata o scaturita da dinamiche ancora oscure, genera un’onda di paura che porta le famiglie a interrogarsi sull’opportunità di frequentare spazi comuni, specie dopo il tramonto. Il Parco San Sossio, in questo contesto, diviene simbolo di una fragilità urbana da non sottovalutare.

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Attualità

Gianfranco Marcello è il Nuovo Direttore del Penitenziario di Secondigliano

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NAPOLI – Gianfranco Marcello, già apprezzato direttore delle case circondariali di Benevento e Ariano Irpino, assume la guida del carcere di Napoli Secondigliano. La sua nomina è vista come un rafforzamento della direzione, data la sua reputazione di punto di riferimento per l’operatività e l’efficienza negli istituti penitenziari, con un particolare impegno nel settore della sicurezza.

L’USPP (Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria) ha accolto con favore la nomina del nuovo direttore, esprimendo i “più sinceri auguri e auspicando una proficua collaborazione con il personale di polizia penitenziaria e con le organizzazioni sindacali”.

In una nota congiunta, il presidente dell’USPP, Giuseppe Moretti, e il segretario regionale, Ciro Auricchio, hanno dichiarato: “Affronteremo con il nuovo direttore, pertanto, ogni problematica con la massima trasparenza, certi che attraverso un sereno e costruttivo confronto, si possano conseguire importanti traguardi per la salvaguardia della dignità professionale del personale di polizia penitenziaria”.

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