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Black Mafia, primo docu sulla mafia nigeriana in Italia

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Black Mafia, il primo docu sulla mafia nigeriana in Italia girato tra Castel Volturno, Formia e Torino, tratto dal libro di Sergio Nazzaro

In onda il 10 dicembre venerdì in prima serata 21.20 su Rai 3 in streaming su RaiPlay.

Roma, 9 dicembre 2021 – È dedicato al fenomeno della mafia nigeriana il prossimo appuntamento della serie Crime Doc targata Rai Documentari: “Black Mafia” è una coproduzione Bronx Film, Luce – Cinecittà e Rai Documentari in onda in prima serata venerdì 10 dicembre su Rai Tre.
“Black mafia”, tratto dal libro inchiesta “Mafia nigeriana” di Sergio Nazzaro, con la regia di Romano Montesarchio, soggetto di Stefano Russo è il racconto di questa nuova criminalità che ci conduce in un viaggio dalla Nigeria all’Italia – tra Torino, Castel Volturno, Asti, Roma e Bologna – dalle radici storiche all’incredibile espansione attuale del fenomeno. Attraverso le interviste ai protagonisti, ricostruzioni cinematografiche, l’uso di intercettazioni originali, immagini di repertorio e documenti esclusivi.

Il documentario immerge in una realtà mai vista e ascoltata prima, anche grazie alle voci dei protagonisti, come Fabrizio Lotito, Commissario SAT, Stefano Castellani, magistrato per l’operazione Athenaeum, alcune ragazze vittima di tratta e agenti della SAT di Torino, accanto ad esperti come Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore tra i massimi conoscitori di mafie e Giancarlo Caselli, ex Procuratore Generale Torino.

Sergio Nazzaro: “Mi auguro che il documentario faccia comprendere la pericolosità non solo della mafia nigeriana ma di tutte le mafie. Soprattutto che si comprenda che bisogna difendere le minoranze etniche da ogni mafia e soprattutto che si sviluppi una coscienza contro la tratta di esseri umani, giovani donne sfruttate a scopi sessuali sulle nostre strade. Sono vittime indifese che devono essere tutelate e protette, c’è bisogno di una chiara presa di coscienza civile”.

Una squadra di agenti della polizia locale di Torino, ispirati dalla caparbietà del loro capo, Fabrizio Lotito, raccoglie la denuncia di una ragazza nigeriana contro la sua madam. Quella che sembra la solita storia di sfruttamento della prostituzione si trasforma nel racconto della mega-inchiesta Athenaeum condotta dalla Procura di Torino tra dicembre 2012 e settembre 2016 contro una delle più aggressive tra le organizzazioni criminali transnazionali: la mafia nigeriana. Una mafia che agisce non solo con la violenza fisica, ma con un’arma che nessun’altra mafia possiede: il voodoo. L’inchiesta ha portato all’esecuzione di una misura restrittiva per 44 cittadini nigeriani-affiliati degli Eye e Maphite-operanti nella provincia di Torino, a Novara e Alessandria e a scoprire una grande organizzazione internazionale, dai contorni paragonabili alle nostre mafie, che minaccia, sfrutta e talvolta uccide, con legami internazionali in Canada, Regno Unito, Olanda, Germania e Ghana.

La mafia nigeriana, con tutte le sue singole declinazioni, nel nostro paese è da considerarsi, senza alcun dubbio, una delle mafie più pericolose al mondo. Dopo “Cosa nostra”, “Camorra”, “Ndrangheta” e “Sacra Corona unita”, la Mafia nigeriana con i suoi numerosi Cults è divenuta negli ultimi vent’anni alleata e ad anche antagonista delle nostre mafie, ma soprattutto una realtà che non si può più negare. Una realtà mai raccontata prima. Nelle procure di tutt’Italia sono tante le inchieste sulla criminalità organizzata nigeriana e, già dal lontano 2007, sono state emesse di condanna per 416bis, per mafia.

In concomitanza con l’inarrestabile fenomeno migratorio, la mafia nigeriana ha origini decennali e col tempo si è imposta come principale organizzazione riguardo lo sfruttamento della prostituzione e il traffico internazionale di stupefacenti. Secondo le proiezioni dell’organizzazione mondiale per l’immigrazione, la tratta di esseri umani nel 2019 conta annualmente 800 mila vittime e il traffico esseri umani è al terzo posto per giro di affari con una stima di 31 miliardi di dollari dopo il traffico di droghe e di armi.


“Black Mafia” è una coproduzione Bronx Film, Luce – Cinecittà e Rai Documentari. Il documentario è tratto dal libro reportage “Mafia Nigeriana” (Città Nuova) di Sergio Nazzaro, scritto da Romano Montesarchio, Sergio Nazzaro, Stefano Russo e diretto da Romano Montesarchio.

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JABIL a Marcianise, proteste dei lavoratori e sindacalisti: “Deve restare qui!”

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Durante l’assemblea tenutasi all’esterno dei cancelli dello stabilimento casertano della “Jabil”,(società americana che opera nel settore della produzione di componenti elettronici e circuiti elettronici per produttori di apparecchiature originali), sindacalisti e lavoratori hanno protestato contro la decisione dell’azienda di lasciare il sito produttivo di Marcianise. La decisione era stata formalizzata mercoledì 30 aprile dalla multinazionale Usa, nella riunione tenuta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dall’assemblea è arrivato un secco “no” alle ipotesi di ricollocazione dei lavoratori in altre aziende, visto il fallimento delle reindustrializzazioni che hanno coinvolto negli ultimi anni grande parte dei dipendenti.
Ma all’orizzonte, l’unica strada percorribile, per salvare il lavoro ai 420 addetti di Jabil, sembra essere proprio quella della ricollocazione.

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Napoli, una bici bianca in memoria di Lisa Herbrich

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È partita ieri la fiaccolata in memoria delle vittime della strada. Il corteo è cominciato dalla Bicycle house, nella Galleria Principe Umberto, e ha raggiunto via Foria, luogo dell’ultimo drammatico incidente, costato la vita alla studentessa tedesca Lisa Herbrich, 27 anni, trasferitasi a Napoli per frequentare un master in Economia all’Università Federico II.
Lisa stava tornando a casa in sella ad una bicicletta a pedalata assistita del #bikesharing su via Foria ed è stata travolta da un camion Asia.
Tra le persone presenti alla fiaccolata, anche le amiche della ragazza scomparsa.

(fonte: la Repubblica)

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Quirinale, Mattarella alla presentazione dei David di Donatello: “Bisogna salvaguardare la libertà d’espressione dei giovani artisti”

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso parte alla cerimonia di presentazione dei candidati ai David di Donatello andata in scena questa mattina al Quirinale.

Ecco le dichiarazioni del Capo dello Stato:

“Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente. Molte sale cinematografiche continuano a soffrire anche dopo il Covid-19, e non sono poche le città che non dispongono più di sale accessibili. E’ un tema che presenta evidenti risvolti sociali e non può essere considerato solo dal punto di vista degli equilibri commerciali. Le sale sono un luogo di incontro. Con il medesimo impegno per assicurare costante vitalità al tessuto civile vanno preservate le librerie e va posta attenzione a quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati, ma esprimono contenuti di alto valore e qualità”. 

Poi, aggiunge: “Rivolgo un benvenuto a voi tutti per questo appuntamento così atteso, non soltanto dal mondo del cinema, ma anche da un vasto pubblico di appassionati e di spettatori. Il David di Donatello è la festa del cinema, l’Oscar italiano. La presentazione delle candidature che, per un’intuizione di Gian Luigi Rondi, si svolge al Quirinale – ci consente ogni anno un’occasione di riflessione sul valore dell’industria della cultura cinematografica, sui suoi percorsi creativi, sui suoi orizzonti. Saluto il ministro Sangiuliano e la presidente Detassis. Le riflessioni che ci hanno proposto denotano passione, nei confronti del mondo del cinema. Ringrazio Teresa Mannino, che ci ha accompagnato, anche nella lunga lettura dei candidati, con la sua verve così coinvolgente. E ringrazio Serena Ionta, per le sue belle canzoni legate al mondo del cinema; e, con lei, ringrazio Gennaro Ricciardone”.

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