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Caivano

[Editoriale] Caivano: Nulla, è Semplice. La politica delle Eco”balle”.

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Non conosco i motivi della mancata raccolta dei rifiuti nella bella cittadina caivanese, non li conosco e non li voglio conoscere, le responsabilità stanno in capo a chi di competenza e non nell’immaginario collettivo sbraitante e ciarliero di quelli che vogliono a tutti i costi trovare la strada per additare questo o quel politico.

La monnezza c’è, e si vede, da sempre a Caivano. E quando non si vede è perché viene nascosta nelle ecoballe portate da chi adesso esprime l’opportunità di tornare ad amministrare un ente che non gli appartiene se non per il motivo che gli ha dato i natali, con un’ampia coalizione che, tradotto in spiccioli, significa un’accozzaglia di gente più o meno improponibile che da anni prova a mangiarsi le briciole che restano di questa realtà.

È semplice, direbbe un mio amico, “o sapen fa tutt’ quant”, e pure la battuta è talmente scontata che non varrebbe nemmeno la pena citarla.

Ma semplice non è Semplice, purtroppo per i caivanesi.

Mi chiedo, allora, cosa vuol dire “scendere in campo” per un personaggio che, a detta di molti, ha la capacità di accontentare tutti e per questo il più quotato per la governance di un territorio che, in antitesi, avrebbe bisogno di forze che abbiano a cuore il destino dei cittadini e non la mera soddisfazione delle pretese di chi lo dovrebbe accompagnare nell’impresa ardua di divenire ancora una volta “primo cittadino” di una città che continua a precipitare nell’abisso senza fine di un’ignoranza collettiva atavica e consolidata negli anni, se non nei secoli.

Venghino signori, venghino, questo appare essere il Leitmotiv delle prossime elezioni caivanesi, offrire carne fresca da dare in pasto ai mastini della politica, coloro che non aspettano altro che di essere “accontentati”.

Semplice non farebbe altro che frenare la rivoluzione iniziata dalla precedente amministrazione, la lotta agli sprechi e a quei dirigenti che si credono padroni del soldo pubblico, pronto a farsi appoggiare dai cementificatori di turno, quelli che con la lottizzazione vogliono trasformare Caivano in un dormitorio senza altra attrazione che i cavoli putrefatti e i pomodori avvelenati.

Caivano ha bisogno di una ri-evoluzione che darebbe un calcio alla involuzione voluta dai soliti noti che si sono strafogati fino a vomitare per poi prendere cittadinanza altrove, lontano dai miasmi delle ecoballe e di una zona industriale sempre più anarchica e lontana dai bisogni della città.

La monnezza che si vede per le strade non è spazzatura, è il prodotto di anni di magna-magna sulle spalle dei cittadini.

Nessuno protesta, adesso non servirebbe, non si potrebbe dare la colpa al Sindaco, a niente servirebbe additare quei funzionari che hanno permesso una gara illegittima e tarocca con i conti che ancora oggi non tornano.

La Buttol non firma, chissà perché, chissà di chi è la colpa. Le motivazioni, forse, risiedono tutte in capo allo scempio prodotto da coloro che hanno nel DNA il convincimento che amministrare un paese significhi approfittare delle risorse economiche che i cittadini mettono a disposizione tra mille sacrifici e sofferenze.

Sarebbe semplice, lo scrivo per l’ultima volta, ma non lo è, queste faccende non sono mai state semplici da risolvere, nemmeno per Semplice.

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Afragola

Caivano, sequestrati 900 litri di olio di oliva

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Ad una ventisettenne, originaria di Afragola, le sono stati sequestrati 900 litri di olio di oliva, in quel di Caivano, con conseguenziale denuncia.
La donna, già nota alle forze dell’ordine, è stata fermata mentre guidava un furgone per le strade caivanesi. I militari hanno scoperto poco meno di 900 litri di olio di oliva, in contenitori di latta verde. Trovato anche un blocco con le stampe di centinaia di etichette falsificate riconducibili ad un noto marchio. Il carico sarà sottoposto ad analisi chimiche.

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Caivano

CAIVANO. Si continua ad affidare lavori in maniera urgente e diretta a ditte gradite al clan menzionate nel processo delle estorsioni

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CAIVANO – Bellissima notizia quella di oggi, dove, tra poche ore sarà posta la prima pietra, alla presenza dei Ministri Piantedosi e Abodi, del complesso polifunzionale a via Sant’Arcangelo che prevede anche la costruzione di un nuovo stadio con pista d’atletica e un anfiteatro di circa seimila posti a sedere per spettacoli ed eventi. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Chi, invece, stenta a far decollare la normalità, ma siamo anche consapevoli che il lavoro di controllo sulla macchina comunale è più difficile, è la terna commissariale prefettizia.

I tre commissari, inviati dalla Prefettura, hanno il compito non solo di riportare la legalità e la normalità amministrativa all’interno dell’ente ma anche di rappresentare una linea netta di rottura col modus operandi del passato, specie se quel passato è rappresentato da un’Amministrazione che è stata ingerita dalla criminalità organizzata. Ma a quanto pare tutto questo a via Don Minzoni non è ancora accaduto. Vediamo perché!?

Il 22 Aprile scorso con determina n°457 il Responsabile di Settore Giuseppe Schiattarella affidava in maniera diretta i lavori di manutenzione urgente e straordinaria degli edifici comunali e della caserma dei Carabinieri per una cifra pari a € 37.660,00 con l’impegno di spesa in bilancio di € 42.926.00 alla ditta Artedile srls con sede alla via Ticino, 24/B di Caivano.

Fino a qui nulla quaestio dal punto di vista amministrativo e procedurale. La riflessione matura dal punto di vista etico e morale, dato che la società a cui sono stati affidati i lavori è la stessa che si legge dalle dichiarazioni rilasciate alla magistratura dall’ex Assessore Carmine Peluso che ha deciso di collaborare con la Giustizia all’indomani dell’arresto riguardante il Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino.

All’interno del verbale delle dichiarazioni si legge testualmente: Falco Armando dalla ditta ARTEDIL (riferendosi alla Artedile srls ndr) ha preso 1000 euro che gli vennero dati presso lo studio “omissis”. In un altro passaggio ancora si legge: “Intendo riferire di molte ditte che hanno lavorato per il Comune di Caivano sotto la mia direzione e del funzionario Vincenzo Zampella. Quest’ultimo si attivava in tal senso ovvero faceva lavorare le ditte che indicavo io. Le ditte a me legate erano la Samar, Barchetti Maria, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls), FV Costruzioni, Gicar, fratelli Peluso, Fiacco Antonio e la MG di Cardito”. In un altro passaggio si legge inoltre: “Falco Armando voleva la mazzetta da Amico Domenico, Della Gatta Domenico, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls) e Celiento.

Ora, siamo consapevoli che tali dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e il coinvolgimento di tali ditte devono sempre essere accertate con ulteriori riscontri e indagini, così come siamo consapevoli che tutti gli attori di questo processo sono innocenti fino a prova contraria e che il coinvolgimento o quanto dichiarato dai collaboratori di Giustizia non possono sempre essere fonte di verità ma è anche giusto riflettere sull’opportunità etica di tale affidamento.

Non sarebbe stato il caso, nelle more che si concluda il processo, evitare di creare una continuità amministrativa con la precedente gestione ingerita dalla camorra? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Caivano, accordi camorra-politica: si pente l’assessore Peluso

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Come riportato da “La Repubblica”, l’ex politico e commercialista ha deciso di collaborare con la giustizia: “Noi decidevamo le ditte, la camorra chiedeva l’estorsione. Io ero il perno, portavo le richieste della cosca alle imprese”, le affermazioni di Carmine Peluso.

Lo scorso ottobre, diciotto persone furono arrestate nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano, di particolare rilevanza gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici.
L’organizzazione criminale riusciva ad ottenere notizie riservate, relative all’aggiudicazione degli appalti, da parte di pubblici amministratori.

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