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Nursing Up De Palma: «Infermieri ed obbligo crediti ECM: in questi giorni si susseguono gli allarmi»

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 «Gli infermieri italiani, dopo gli anni delle battaglie contro il Covid, oggi sottopagati e vessati da un sistema sanitario che continua a metterci nella condizione di scrivere pagine poco edificanti nel lungo e tormentato libro della storia degli operatori sanitari, potrebbero essere costretti a subire ulteriori colpi, che rischiano di aumentare il loro disagio.

Entro dicembre 2022 i professionisti infermieri (come gli altri professionisti sanitari) devono rispettare gli obblighi di acquisizione dei crediti formativi ECM per il triennio 2020-2022 (150 crediti nel triennio al netto di eventuali esenzioni come ad esempio quelle subentrate durante la pandemia con la legge 41/2020 in cui si prevede che per i sanitari impegnati nell’emergenza COVID i 50 crediti da acquisire nell’anno 2020 come quota annuale del fabbisogno dei 150 crediti relativi al triennio 2020-2022 si intendano in ogni caso maturati).

Sono sempre di più i colleghi che in questi giorni ci chiamano, per sensibilizzarci sul fatto che, pur dando atto alla nostra Federazione degli Ordini dell’avvenuta messa a disposizione di una serie di opportunità gratuite e di corsi FAD, utili a colmare – gratuitamente – l’eventuale divario tra crediti da acquisire rispetto a quelli necessari, la finestra di azione entro la quale agire, e quindi la fine del corrente anno, è davvero ridotta. 

Nessuno considera che dopo anni di pandemia, durante i quali agli infermieri sono state precluse addirittura le ferie, da parte di tante aziende sanitarie italiane, le priorità sono quelle di tutelare le loro stesse famiglie, consentendogli finalmente di prendersene cura e di prodigare attenzioni ai propri figli ed ai propri affetti, ambiti che i professionisti sono stati costretti a mettere completamente da parte in favore di esigenze di servizio diventate ormai quotidiane. 

Insomma, il poco tempo a disposizione, non consente, purtroppo, a tanti, di applicarsi come desidererebbero, e di dedicare il tempo necessario alle attività di aggiornamento senza correre il serio rischio di precludere, ulteriormente, i bisogni delle proprie famiglie, dei propri figli.

Da una parte quindi, occorre una serena riflessione sull’applicazione di una norma che prevede, di fatto, che la nostra Federazione, a partire dal 2023, possa addirittura arrivare a sanzionare gli infermieri che non sono in possesso dei crediti Ecm, e c’è chi addirittura scrive di sanzioni che potrebbero arrivare a prevedere la loro radiazione dall’albo.

Alle sanzioni tradizionali, si aggiunge, poi, la previsione della legge 233/2021 (art. 38 bis) in cui si indica che dal triennio 2023-2025 l’efficacia delle polizze assicurative stipulate in base alla legge 24/2017 (responsabilità professionale) sarà condizionata dall’assolvimento di almeno il 70% dell’obbligo formativo individuale del triennio.

Dall’altra parte, quindi, in poche parole, c’è questa ulteriore norma sulle assicurazioni professionali che prevedono che, se non si è possesso della maggior parte dei crediti formativi Ecm, le coperture assicurative perderebbero addirittura di efficacia».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Si tratta di sanzioni a dir poco dilanianti per un infermiere che viene fuori da un periodo di apocalissi, che ha sopportato sulle proprie spalle il macigno della pandemia, che ha vissuto in prima persona, costantemente in prima linea, il tormento dei contagi e dei decessi, e che oggi porta sulla propria pelle le cicatrici di mesi e mesi da incubo. 

E ancora, come se non bastasse, nel pieno di una inflazione da record che taglia le gambe ai cittadini, l’infermiere si ritrova, con uno spropositato aumento del costo della vita, ancora sottopagato e lontano da quella necessaria valorizzazione per la quale sindacati come il nostro combattono ogni giorno.

Possono davvero, gli infermieri italiani, più che mai in questo delicatissimo frangente, alla luce della loro competenza, del loro impegno, di quelle qualità umane messe a disposizione ogni giorno al servizio della tutela della salute collettiva, sopportare tutto questo?

A nostro avviso, mai momento si rivela più propizio per una deroga: rivolgiamo quindi il nostro accorato appello pubblico al Ministro della Salute. 

E’ sotto gli occhi di tutti quello che è accaduto alla professione infermieristica in questi anni. Se da una parte, quindi, noi condividiamo in pieno la necessità della formazione e dell’aggiornamento per ogni professionista sanitario, dall’altra parte troviamo necessario, in un particolare momento storico come quello attuale, come segnale di buon senso, offrire al personale interessato, che ha appena visto la luce fuori dal tunnel di una pandemia che ne ha monopolizzato per diversi anni l’essere ed operare, un altro po’ di tempo per mettersi legittimamente in regola.

E’ arrivato il momento di risolvere questioni più urgenti, legate ad una voragine di 80mila infermieri che fa tremare ogni giorno il nostro già vacillante sistema sanitario.

Come mai, di fronte all’oggettivo e determinante cambiamento del trend sui contagi, non si è ancora pensato di consentire l’immediato rientro di tutti quei colleghi non vaccinati e sospesi, anche individuando classi di attività sanitarie che escludano il rischio di eventuale contagio alle quali attribuirli?

D’altronde, adesso come non mai, nei pronto soccorsi, nelle corsie degli ospedali, vista la carenza, serve come il pane il loro indispensabile supporto.

E’ vero o non è vero, che i dati sulla cronica mancanza di personale sono sempre più allarmanti?

Nel Nord Italia, in regioni come Trentino, Veneto, Lombardia, la loro assenza mette a rischio la quotidiana stabilità del sistema sanitario e la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini, costringendo addirittura al taglio di posti letto, come sta avvenendo a Bolzano e Merano.

Insomma, in questo momento il SSN non ha bisogno di spade di Damocle sulla testa degli infermieri e degli altri professionisti sanitari. Adesso, come non mai, chiediamo che la politica, con la formazione del nuovo Governo, e la nostra Federazione che ci rappresenta, agiscano di concerto per restituire la doverosa ed indispensabile serenità ai nostri professionisti», conclude De Palma.

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JABIL a Marcianise, proteste dei lavoratori e sindacalisti: “Deve restare qui!”

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Durante l’assemblea tenutasi all’esterno dei cancelli dello stabilimento casertano della “Jabil”,(società americana che opera nel settore della produzione di componenti elettronici e circuiti elettronici per produttori di apparecchiature originali), sindacalisti e lavoratori hanno protestato contro la decisione dell’azienda di lasciare il sito produttivo di Marcianise. La decisione era stata formalizzata mercoledì 30 aprile dalla multinazionale Usa, nella riunione tenuta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dall’assemblea è arrivato un secco “no” alle ipotesi di ricollocazione dei lavoratori in altre aziende, visto il fallimento delle reindustrializzazioni che hanno coinvolto negli ultimi anni grande parte dei dipendenti.
Ma all’orizzonte, l’unica strada percorribile, per salvare il lavoro ai 420 addetti di Jabil, sembra essere proprio quella della ricollocazione.

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Napoli, una bici bianca in memoria di Lisa Herbrich

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È partita ieri la fiaccolata in memoria delle vittime della strada. Il corteo è cominciato dalla Bicycle house, nella Galleria Principe Umberto, e ha raggiunto via Foria, luogo dell’ultimo drammatico incidente, costato la vita alla studentessa tedesca Lisa Herbrich, 27 anni, trasferitasi a Napoli per frequentare un master in Economia all’Università Federico II.
Lisa stava tornando a casa in sella ad una bicicletta a pedalata assistita del #bikesharing su via Foria ed è stata travolta da un camion Asia.
Tra le persone presenti alla fiaccolata, anche le amiche della ragazza scomparsa.

(fonte: la Repubblica)

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Quirinale, Mattarella alla presentazione dei David di Donatello: “Bisogna salvaguardare la libertà d’espressione dei giovani artisti”

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso parte alla cerimonia di presentazione dei candidati ai David di Donatello andata in scena questa mattina al Quirinale.

Ecco le dichiarazioni del Capo dello Stato:

“Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente. Molte sale cinematografiche continuano a soffrire anche dopo il Covid-19, e non sono poche le città che non dispongono più di sale accessibili. E’ un tema che presenta evidenti risvolti sociali e non può essere considerato solo dal punto di vista degli equilibri commerciali. Le sale sono un luogo di incontro. Con il medesimo impegno per assicurare costante vitalità al tessuto civile vanno preservate le librerie e va posta attenzione a quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati, ma esprimono contenuti di alto valore e qualità”. 

Poi, aggiunge: “Rivolgo un benvenuto a voi tutti per questo appuntamento così atteso, non soltanto dal mondo del cinema, ma anche da un vasto pubblico di appassionati e di spettatori. Il David di Donatello è la festa del cinema, l’Oscar italiano. La presentazione delle candidature che, per un’intuizione di Gian Luigi Rondi, si svolge al Quirinale – ci consente ogni anno un’occasione di riflessione sul valore dell’industria della cultura cinematografica, sui suoi percorsi creativi, sui suoi orizzonti. Saluto il ministro Sangiuliano e la presidente Detassis. Le riflessioni che ci hanno proposto denotano passione, nei confronti del mondo del cinema. Ringrazio Teresa Mannino, che ci ha accompagnato, anche nella lunga lettura dei candidati, con la sua verve così coinvolgente. E ringrazio Serena Ionta, per le sue belle canzoni legate al mondo del cinema; e, con lei, ringrazio Gennaro Ricciardone”.

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