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Sanità, Nursing Up De Palma: In Friuli Venezia Giulia decolla finalmente il tanto atteso piano dell’infermiere di famiglia

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«Ci giunge notizia, in queste ore, che, la Regione Friuli Venezia Giulia, una delle realtà territoriali dove la carenza di personale, in questi anni, a partire dalla pandemia, ha maggiormente pesato sul delicato equilibrio del sistema sanitario pubblico locale, con una voragine di 8mila infermieri presente già prima dell’emergenza Covid-19, si è letteralmente rimboccata le maniche e ha messo in piedi il tanto atteso piano operativo dell’infermiere di famiglia/comunità. Abbiamo conferma del chiaro impegno della Regione nel voler ricostruire la sanità territoriale nell’ambito del DM/77, che evidenzia, diremmo finalmente, leggiamo testualmente, come “l’infermiere sarà il punto di riferimento per la comunità sull’assistenza infermieristica generale, presente in modo connettivale nei diversi setting territoriali”. 

E ancora, “non sarà solo un infermiere che eroga prestazioni ma si renderà “attivatore” di vicinato”, adoperandosi “per promuovere interventi di promozione e educazione alla salute per innescare e sviluppare stili di vita sani”. Numeri alla mano, in Friuli, quindi è stato avviato un percorso che porterà, entro il 2025, a rendere attivi sul territorio 400 infermieri di famiglia e comunità. Va anche riconosciuto il merito, alla Regione Friuli, nonostante le palesi carenze strutturali, non certo gravi, parliamoci chiaro, come quelle delle vicine Lombardia, Veneto e Piemonte, di essersi sempre attivata per sanare determinate lacune e, ancora numeri alla mano, attraverso il confronto diretto quotidiano con i nostri referenti locali, non possiamo che attribuirle il meritato ruolo di Regione virtuosa, dal momento che, prendendo in esame la dotazione organica del personale infermieristico del SSR negli ultimi 6 anni, nel Friuli Venezia Giulia si evidenzia anche come sia stato fatto ogni sforzo per aumentare il numero di professionisti. 

Si è passati, difatti, da 7.352 infermieri del 2017 ai 7.808 registrati a giugno 2022, cifre che parlano chiaro». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. «L’elogio alla Regione Friuli e al suo Governatore, nonché al vicepresidente con delega alla salute, Riccardo Riccardi, ci pare doveroso, ma ci riporta, nel contempo, all’amara e triste realtà di altri territori, dove invece il piano operativo tanto decantato dell’infermiere di famiglia non è di fatto mai decollato. Non dimentichiamoci quanto tempo è trascorso da quella famosa legge sull’infermiere di famiglia che avrebbe dovuto inserire, e solo inizialmente, ben 9600 unità in tutta Italia, e ad oggi ci pare chiaro che non sono stati raggiunti neanche metà di questi numeri.

Non vorremmo, nel caso del Friuli Venezia Giulia, essere di fronte all’ennesimo sassolino gettato nell’oceano. Ci spingono a doverose riflessioni, i contenuti del cosiddetto “DM 71”, ovvero il provvedimento, approvato e varato come DPCM lo scorso 21 aprile, che indica i profili chiave dell’assistenza territoriale dell’immediato futuro. Siamo di fronte ‘alla colonna portante’, alle fondamenta di un edificio altissimo ancora tutto da costruire, ma questa è ancora una fase cruciale, ed occorre porre le basi per evitare che il palazzo crolli al primo soffio di vento.

Lo avrete capito bene, ci riferiamo alla Missione 6 del Pnrr, quella che riguarda appunto il rapporto strettissimo e delicato tra gli operatori sanitari e la collettività. Non possiamo certo far finta di non comprendere che siamo di fronte ad una occasione da non perdere, lo diciamo da mesi, dal momento che le risorse a disposizione sono davvero ingenti e superano, nella totalità della sola missione 6, i 15 milioni di euro (oltre 7 sono solo i miliardi a disposizione per gli obiettivi da raggiungere entro il 2026 nei punti che riguardano la ricostruzione totale della sanità territoriale).

Non possiamo essere pienamente soddisfatti – dice ancora Antonio De Palma, di fronte a contenuti che a nostro avviso, ancora stentano a cogliere quelle solide premesse con cui questa Missione 6 era stata presentata. E ci riferiamo naturalmente, per ciò che ci riguarda direttamente come sindacato delle professioni sanitarie, al ruolo chiave degli infermieri di famiglia che a nostro avviso, almeno a giudicare dai contenuti di questo DPCM, stenta davvero ad esplodere in positivo, come tutti ci eravamo augurati.

Dove sono le indispensabili assunzioni? Non dimentichiamo, infatti, che tra Ospedali di Comunità e Case di Comunità saremo di fronte, entro il 2026, tempo di scadenza per l’inizio della messa in atto della Missione 6, a un nuovo fabbisogno di oltre 30mila infermieri. (30.485 unità), una per tutte si prenda in considerazione l’accurata indagine del 2021 di Luoghidicura.it E stiamo parlando degli infermieri di famiglia, che dovranno avere un ruolo chiave anche nell’ambito dell’organizzazione degli stessi Ospedali di Comunità.

Ci rivolgiamo alla nuova squadra di Governo che in questi giorni va formandosi, ed in particolare a colui che sarà chiamato ad assumere l’incarico di nuovo Ministro della Salute. Non è assolutamente immaginabile, alla luce del fiume di denaro a disposizione del Pnrr (ricordiamo che sono soldi dell’Europa concessi a tranche, seguendo rigorosamente il progresso dei progetti in corso), che si possa ancora una volta compiere l’ennesimo salto nel vuoto. Non è possibile che le fin troppo impellenti necessità di una sanità territoriale da ricostruire da zero, quelle dettate proprio dai contenuti e dalle direttive della Missione 6, non abbiamo quella priorità che meritano, con il serio rischio di un misero fallimento».».

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‘Fondi Coesione’: il Consiglio di Stato dà ragione alla Campania

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Il Consiglio di Stato ha accertato con una sentenza l’obbligo del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnnr “di definire il procedimento di stipula dell’Accordo di coesione con la Regione Campania per la destinazione dei fondi”.

La Regione Campania aveva fatto ricorso lo scorso gennaio lamentando il ritardo nella conclusione dell’accordo, stipulato invece con la maggior parte delle altre Regioni e Province autonome.

Il Tar per la Campania accolse il ricorso con sentenza oggi confermata dal Consiglio di Stato. “Si tratta dei fondi già assegnati alla Regione Campania con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile”.

(fonte: Ansa.it)

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Nicola Caputo candidato alle Europee resta seduto sulla poltrona di Assessore Regionale

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NAPOLI – È già cominciata la campagna elettorale per i candidati al Parlamento Europeo e tra i candidati della Campania si può scorgere il nome di Nicola Caputo tra le file di Stati Uniti d’Europa la lista nata dalla fusione di Renzi ed Emma Bonino.

Nicola Caputo, ad oggi rappresenta i voti del Presidente della Regione De Luca, dato che il Governatore ha deciso di “pesarsi” come si dice in gergo, per una sfida a sfondo regionale, proprio contro il suo partito che, come tutti sanno, è stato l’artefice dei primi bastoni messi tra le ruote alla sua lotta per il terzo mandato.

Quindi De Luca contro il PD di Raffaele Topo, altro elemento di spicco della Campania, preferito dal PD insieme alla Picierno, Decaro e Sandro Ruotolo.

Ieri è stata la giornata del primo annuncio di Nicola Caputo attraverso i social, dove informa i propri fan del cambio strategico della Comunicazione, col quale si è deciso di usare i propri social solo ed esclusivamente per comunicazioni elettorali, accantonando per adesso la comunicazione istituzionale dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania.

“Le istituzioni sono una cosa seria, alta, solenne e vanno rispettate, così come le elezioni sono il momento più alto dell’esercizio della democrazia: per questo ho inteso come deontologicamente corretto interrompere l’attività di comunicazione istituzionale relativa all’Assessorato.

Ho servito le istituzioni sempre – prosegue l’Assessore – con il massimo della passione e della abnegazione, cercando di rendicontare quanto facevo tutti i giorni. L’ho fatto sia da Parlamentare europeo che da assessore regionale (ben 914 Agridiario e 156 AgriWeekReCap) senza mai confondere l’attività istituzionale con quella politica.

Con la stessa trasparenza, senso delle Istituzioni e onestà intellettuale – conclude – ho deciso di non confondere il Nicola Caputo candidato con il Nicola Caputo assessore”.

Queste alcune parole del post pubblicato ieri da Nicola Caputo. L’Assessore parla di deontologia, trasparenza, senso delle istituzioni e onestà intellettuale. Praticamente tutti valori di una perfetta democrazia usati in un solo post. Peccato però che il senso di democrazia vorrebbe che l’Assessore sia messo alla pari dei suoi competitor e non quello di rivestire una carica istituzionale in campagna elettorale, la quale carica, indiscutibilmente determina un vantaggio rispetto ai concorrenti, dato che in questo mese, si potranno continuare a dare risposte “politiche” agli amici e agli amici degli amici come già successo, forse inconsapevolmente, con uno dei suoi staffisti, ma questo ve lo racconteremo in un altro editoriale.

Praticamente l’Assessore Nicola Caputo, sta conducendo la campagna elettorale per le europee stando “seduto a cavallo” – come si dice in gergo politico – e poi parla di democrazia, senso delle istituzioni e trasparenza. Avrebbe fatto davvero questo se si fosse dimesso da Assessore regionale. Tanto é vero che chi comincia a leggere il suo post, nelle prime battute, crede proprio di stare lì a leggere delle sue dimissioni, peccato però che la comunicazione era solo per avvertire che la sua pagina smette di essere istituzionale per diventare promozionale. Peccato per quelli che realmente sperano in un cambio di rotta della politica.

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Sciopero indetto da Vesuviana, C. Flegrea, Cumana ed EAV

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Lunedì 6 maggio 2024, ci sarà uno sciopero di 24 ore proclamato dall’Usb.
Le ragioni di tale sciopero, che paralizzerà parzialmente la viabilità campana, sono da ricondursi ai problemi relativi alla sicurezza e al benessere di lavoratori e cittadini, dalla manutenzione dei treni e degli autobus, all’adeguamento dei contratti.
Durante lo sciopero di Lunedì 6 maggio, saranno ovviamente garantite alcune corse per la Circumvesuviana.

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