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CAIVANO: E io pago, Il mistero del contratto mai firmato per la raccolta dei rifiuti

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Si infittisce il mistero della raccolta dei rifiuti da parte della ditta Buttol a Caivano.

Infatti mentre, al momento, non ci risulta che sia stato ancora firmato il contratto e che, quindi, la ditta in questione continui a svolgere il suo lavoro in regime di proroga o con un contratto temporaneo di cui non si è ben compreso il senso, i cittadini continuano a stare all’oscuro della questione e subiscono molti disservizi continuando a pagare per qualcosa che non gli viene riconosciuto se non a tratti e a giorni alterni. Come se i loro soldi avessero lo stesso valore di quelli del monopoli, mentre i “politici” e i “media” caivanesi, sono ancora alla ricerca affannosa delle colpe da addossare all’Ex Sindaco Monopoli, che con il gioco più famoso c’entra poco.

Ma quali sono i fatti?

Confrontando due determinazioni prodotte dai responsabili dei settori e facendo due conti con le dita, questi ultimi sembrano non tornare e non giustificherebbero il preteso aumento della TARI che graverebbe sulle spalle dei cittadini.

Dalla determinazione N. 599 DEL14/09/2017 che ha per oggetto: “LIQUIDAZIONE FATTURE N. 113/1 E N. 114/1 DEL 12/9/2017 PER RIMBORSO SPESE SOSTENUTE RELATIVE ALLO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO DI SPAZZAMENTO, RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E ASSIMILABILI, GESTIONE DEL CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE, NEL CORSO DEL MESE DI AGOSTO 2017 ALLA DITTA BUTTOL SRL”, si evince, infatti, che la Ditta Buttol S.r.l fattura al’ente   € 38.562,10 IVA esclusa al 10 % con la fattura n. 13/1 del 12/9/2017 e  €. 321.437.,90 IVA esclusa al 10 % con la fattura n. 114/1 del 12/9/2017 per un imposto complessivo di € 396.00,00 IVA inclusa.

Già da questi primi, semplici, calcoli, i conti sembrano non tornare. Infatti il totale annuo dovrebbe assestarsi a euro 4 milioni 752 euro, oltre, ovviamente, altri servizi accessori che andremo a calcolare successivamente.

Orbene, da quel settembre pocanzi analizzato, le cose ad oggi sembrano essere cambiate, in quanto un’altra determinazione apparsa sul sito istituzionale dell’ente recita un’interpretazione diversa con lo stesso copione e sullo stesso palco di quella che pare sia la ditta di raccolta più gettonata per i disservizi che procura nei paesi dove opera.

Infatti con la determinazione N. 323 DEL17/04/2018, sempre a firma del Settore Tutela Ambientale, si dà riscontro ad altre fatture della ditta che si occupa della raccolta rifiuti in quel di Caivano.

Precisamente la determinazione in questione recita: “Considerato che per l’intero canone mensile per l’espletamento dei servizi affidati, nel periodo dal 1/02/2018 al 28/02/2018, la somma totale da corrispondere è pari ad € 419.589,86 più IVA”, netta e sostanziale la differenza di 98.000 euro circa rispetto allo scorso settembre che porterebbe l’ammontare annuo a 5 milioni circa.

Questi sono i numeri.

Nella stessa determinazione, però, il buon dirigente ci tiene a chiarire che dall’importo indicato verranno detratti i costi per i servizi non effettuati e cioè:

bidoni da 360 lt: importo annuo € 14.100;
importo mese € 1.175; · bidoni da 240 lt:
importo annuo € 7.000; importo mese € 583;
sacchetti bio: importo annuo € 92.664; importo mese € 7.722;
sacchetti differenziata: importo annuo € 52.928; importo mese € 4.410;
contenitori pile: importo annuo € 6.900; importo mese € 575;
contenitori farmaci: importo annuo € 970; importo mese € 81;
ape car per spazzamento: importo annuo € 16.337; importo mese € 1.361;
automezzo con cestello: importo annuo € 19.204; importo mese € 1.600.

Questo è quanto i cittadini caivanesi, nonostante continuino a pagare profumatamente il servizio, ricevono in meno a fronte dei soldi che annualmente versano nelle casse comunali.

Come se non bastassero i servizi mancati, nella stessa determinazione, il responsabile, scrive di “mezzi” servizi, di quei lavori, cioè, che vengono eseguiti “parzialmente”, come la raccolta a giorni random e lo sfalcio dell’erba a macchia di leopardo.

Tre allora sono le considerazioni.

La prima riguarda il costo effettivo del servizio che, a detta di molti “informatori ben informati” dovrebbe raggiungere la ragguardevole cifra di 8 milioni e mezzo di euro annui, mentre dai conti non si riesce a superare nemmeno i 6 milioni;

la seconda concerne i disservizi che pure sono dichiarati nero su bianco e da cui si evince chiaramente che la Buttol resta una spina nel fianco per il decoro cittadino e la salute dei caivanesi;

la terza, e forse la più importante interessa il fattaccio della mancata firma del contratto.

Ma forse quest’ultima è di più facile sentenza, perché a conti fatti, non è possibile rescindere un contratto inesistente, che non è stato mai sottoscritto da alcuna delle due parti, si preferisce tenere la città in un limbo tra la monnezza per le strade e i detrattori di una politica che avrebbe potuto cambiare, una volta per tutte, la storia di Caivano.

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