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Caivano

CAIVANO. Tante diffidenze portano a una frammentazione della politica. “Caivano conta” decolla

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CAIVANO – Cominciano i climi di tensione sul territorio. Tavoli di confronto che terminano con un “arrivederci” e nulla di concreto. I gruppi politici si scrutano e ognuno di essi attende sempre la mossa dell’altro. In questo clima di diffidenza chi ne può fare le spese, come sempre è la città intera. Lo scenario che si prospetta all’orizzonte non è dei migliori. Una classe dirigente frammentata e arroccata sulle proprie idee o sui propri personalismi non può far bene ad un territorio dove l’ultimo Consiglio Comunale viene da uno scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Nessuno ha ancora compreso in che sabbie mobili ci si muove a Caivano. E siamo ancora lì a fare la conta dei voti o a stabilire chi deve dettare le regole. Il momento in cui tutti capiranno che devono fare quadrato intorno ai problemi della città è ancora lontano e un ipotetico governo di salute pubblica nell’ultimo comune a nord di Napoli resta un’utopia.

Le cose nel centrosinistra non sono cambiate. C’è ancora distanza tra i maggiori partiti della coalizione – Liberi Cittadini e PD – guarda caso, il problema non ricade sull’offerta politica ma sul nome della sintesi. Addirittura ci si scruta per capire chi di essi vuole prevaricare sull’altro, quando entrambi sanno benissimo che all’interno della loro nomenclatura ci sono nomi che possono fare benissimo il bene della città ma, come sempre accade, vengono demonizzati per invidie e personalismi sterili. Quindi le soluzioni che si prospettano per il centrosinistra sono due: le primarie oppure un nome terzo di superamento. In entrambi i casi, se il centrosinistra pur di correre in un’unica coalizione, dovesse scegliere una di queste soluzioni, segnerebbe una vera e propria sconfitta per quella classe dirigente.

Il salto di qualità, invece, che dovrebbe fare è proprio quello di superare gli steccati ideologici e/o le rivalità storiche. Guardare avanti solo nell’interesse del benessere collettivo. Poi nelle trattative, da che mondo è mondo, chi fa il passo indietro è sempre stato quello più saggio da ascoltare, poiché rappresenta sempre la persona più autorevole.

In questo scenario di trattativa ostica, chi ne gioverebbe, invece, in termini di consensi, potrebbero essere proprio le forze minori, visto che se si arriva a maggio con questo clima, di sicuro si abbassa il quorum dei votanti e aumenterebbe la possibilità di vedere tante minicoalizioni formate da due/tre liste massimo, facendo diventare il secondo turno, una vera e propria lotteria.

Intanto chi viaggia a vele spiegate senza essere imbrigliato nei vecchi schemi della politica ideologica territoriale è il progetto fondato dall’ex segretario del PD Antonio Angelino “Caivano Conta” che ad oggi continua ad aggregare quel po’ di società civile che ha deciso di fare qualcosa per la propria città e i suoi incontri continuano settimanalmente senza interruzione con l’obiettivo finale di redigere un programma condiviso da proporre alla cittadinanza perché da impressioni oggettive e da indiscrezioni raccolte, pare che se il gruppo riesce a raggiungere i 45/48 candidati che vorranno assumersi di proporre un messaggio alternativo sul territorio, non si escluderebbe che possano eleggere proprio Antonio Angelino come loro candidato sindaco.

Una risposta invece la si attende dal centrodestra che è fermo al palo. La difficoltà oggettiva di aggregare a Caivano è lampante e il centrodestra la subisce ancora di più perché all’interno della propria nomenclatura fa ancora registrare i nomi di quelli che sono considerati gli “ammazzasindaci”, i quali funzionano da veri e propri deterrenti per un candidato sindaco terzo preso dalla società civile, visto che sono pochissimi, forse nulli i nomi che possono essere scelti dalla politica della destra caivanese.

Chi invece dovrebbe avere un sussulto di dignità e continuare a navigare nel solco creato dall’ex sindaco Simone Monopoli che, suo malgrado, checché se ne dica, è stato l’unico capro espiatorio dello scioglimento e l’unico elemento a pagare la reazione del sistema, sono i fedelissimi dell’ex primo cittadino. Non possono non far parte di questa partita ma soprattutto non presentarsi con una propria forza significherebbe comunicare alla città che il progetto Monopoli era errato e che in realtà lo hanno capito tutti, anche chi ne faceva parte. In questo clima di dubbio e assenza di nuova classe dirigente, la lotta al vecchio sistema rimane. Tutte le idee restano all’impiedi. Dallo scioglimento hanno perso tutti. E se nessuno ha capito l’importanza del provvedimento, sul territorio ci deve essere qualcuno, con l’esperienza acquisita e pagata sulla propria pelle, che riesca a portare avanti quella rivoluzione intentata e terminata male.

Il Movimento 5 Stelle al di là delle sue diatribe storiche interne, si è già portato avanti nella direzione in cui è sempre stato. Nell’ambito del post-ideologismo l’unico gruppo che si può fregiare di aver contribuito al ripristino della legalità, giusto perché è menzionato sia nella relazione dello scioglimento sia nelle ventisei pagine dell’anticorruzione, è il gruppo che ha eletto Pasquale Penza a candidato sindaco che nel 2016 grazie anche ad ex iscritti al gruppo riuscì a far risparmiare 1 milione e 800mila euro dai lavori di riqualificazione del centro storico, accese i riflettori sulle continue determinazioni d’urgenza e la frammentazione illegittima degli appalti, denunciò le anomalie che si registravano sulla gara dei rifiuti fin dal bando di gara fatto appositamente un giorno prima che andasse in vigore l’obbligo di ricorrere ad una Stazione unica appaltante e avviato una lotta per l’abbattimento delle barriere architettoniche in città.

Insomma al di là di chi in passato si è arrogato un diritto di appartenenza del tutto discutibile, sul territorio caivanese è sempre esistito un solo gruppo che ha lavorato nelle idee post ideologiche che una volta erano condivise anche dal Movimento stesso ed oggi esprimono il nome di un giovane caivanese, poliziotto, nato, cresciuto e residente a Caivano.

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Afragola

Caivano, sequestrati 900 litri di olio di oliva

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Ad una ventisettenne, originaria di Afragola, le sono stati sequestrati 900 litri di olio di oliva, in quel di Caivano, con conseguenziale denuncia.
La donna, già nota alle forze dell’ordine, è stata fermata mentre guidava un furgone per le strade caivanesi. I militari hanno scoperto poco meno di 900 litri di olio di oliva, in contenitori di latta verde. Trovato anche un blocco con le stampe di centinaia di etichette falsificate riconducibili ad un noto marchio. Il carico sarà sottoposto ad analisi chimiche.

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Caivano

CAIVANO. Si continua ad affidare lavori in maniera urgente e diretta a ditte gradite al clan menzionate nel processo delle estorsioni

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CAIVANO – Bellissima notizia quella di oggi, dove, tra poche ore sarà posta la prima pietra, alla presenza dei Ministri Piantedosi e Abodi, del complesso polifunzionale a via Sant’Arcangelo che prevede anche la costruzione di un nuovo stadio con pista d’atletica e un anfiteatro di circa seimila posti a sedere per spettacoli ed eventi. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Chi, invece, stenta a far decollare la normalità, ma siamo anche consapevoli che il lavoro di controllo sulla macchina comunale è più difficile, è la terna commissariale prefettizia.

I tre commissari, inviati dalla Prefettura, hanno il compito non solo di riportare la legalità e la normalità amministrativa all’interno dell’ente ma anche di rappresentare una linea netta di rottura col modus operandi del passato, specie se quel passato è rappresentato da un’Amministrazione che è stata ingerita dalla criminalità organizzata. Ma a quanto pare tutto questo a via Don Minzoni non è ancora accaduto. Vediamo perché!?

Il 22 Aprile scorso con determina n°457 il Responsabile di Settore Giuseppe Schiattarella affidava in maniera diretta i lavori di manutenzione urgente e straordinaria degli edifici comunali e della caserma dei Carabinieri per una cifra pari a € 37.660,00 con l’impegno di spesa in bilancio di € 42.926.00 alla ditta Artedile srls con sede alla via Ticino, 24/B di Caivano.

Fino a qui nulla quaestio dal punto di vista amministrativo e procedurale. La riflessione matura dal punto di vista etico e morale, dato che la società a cui sono stati affidati i lavori è la stessa che si legge dalle dichiarazioni rilasciate alla magistratura dall’ex Assessore Carmine Peluso che ha deciso di collaborare con la Giustizia all’indomani dell’arresto riguardante il Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino.

All’interno del verbale delle dichiarazioni si legge testualmente: Falco Armando dalla ditta ARTEDIL (riferendosi alla Artedile srls ndr) ha preso 1000 euro che gli vennero dati presso lo studio “omissis”. In un altro passaggio ancora si legge: “Intendo riferire di molte ditte che hanno lavorato per il Comune di Caivano sotto la mia direzione e del funzionario Vincenzo Zampella. Quest’ultimo si attivava in tal senso ovvero faceva lavorare le ditte che indicavo io. Le ditte a me legate erano la Samar, Barchetti Maria, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls), FV Costruzioni, Gicar, fratelli Peluso, Fiacco Antonio e la MG di Cardito”. In un altro passaggio si legge inoltre: “Falco Armando voleva la mazzetta da Amico Domenico, Della Gatta Domenico, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls) e Celiento.

Ora, siamo consapevoli che tali dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e il coinvolgimento di tali ditte devono sempre essere accertate con ulteriori riscontri e indagini, così come siamo consapevoli che tutti gli attori di questo processo sono innocenti fino a prova contraria e che il coinvolgimento o quanto dichiarato dai collaboratori di Giustizia non possono sempre essere fonte di verità ma è anche giusto riflettere sull’opportunità etica di tale affidamento.

Non sarebbe stato il caso, nelle more che si concluda il processo, evitare di creare una continuità amministrativa con la precedente gestione ingerita dalla camorra? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Caivano, accordi camorra-politica: si pente l’assessore Peluso

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Come riportato da “La Repubblica”, l’ex politico e commercialista ha deciso di collaborare con la giustizia: “Noi decidevamo le ditte, la camorra chiedeva l’estorsione. Io ero il perno, portavo le richieste della cosca alle imprese”, le affermazioni di Carmine Peluso.

Lo scorso ottobre, diciotto persone furono arrestate nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano, di particolare rilevanza gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici.
L’organizzazione criminale riusciva ad ottenere notizie riservate, relative all’aggiudicazione degli appalti, da parte di pubblici amministratori.

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