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Napoli

NAPOLI. Fallimento CTP. Parla l’Amministratore Unico della Compagnia Augusto Cracco

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NAPOLI – Dopo la notizia diramata in esclusiva dalla nostra testata in merito alla Richiesta da parte della Procura per il fallimento della CTP – Compagnia Trasporto Pubblico S.p.A. – azienda partecipata di Città Metropolitana, abbiamo voluto vederci più chiaro e capire quali erano le contromosse adottate dall’azienda ma soprattutto se la politica, in questo caso il Sindaco De Magistris avesse messo in atto qualche azione che potesse scongiurare la chiusura della storica azienda metropolitana.

A tal riguardo abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Amministratore della CTP Augusto Cracco: “Nella mattinata di oggi ,all’udienza dinanzi al GD del Tribunale di Napoli Nord, fissata a seguito delle istanze di fallimento presentate dalla Procura e da un privato, la Società ha anticipato i punti principali del progetto di rilancio in ambito concordatario, a garanzia del servizio pubblico, della conservazione dei posti di lavoro e a tutela dei creditori, con il sostegno della Città Metropolitana di Napoli, il tutto sotto la vigilanza ed il controllo da parte degli Organi della Procedura pre-concordataria per la quale CTP ha presentato istanza e che auspica venga aperta dal Tribunale di Napoli Nord (la decisione e’ prevista nelle prossime settimane).
È questo il percorso individuato dalla Società per la protezione della continuità aziendale che dovrà necessariamente contemplare, da un lato, il riequilibrio strutturale del conto economico anche con l’incremento della produzione chilometrica e, dall’altro, la valorizzazione degli asset e del patrimonio della Società per la migliore soddisfazione dei creditori”.

Adesso la palla passa al Tribunale Napoli Nord che dovrà decidere se le misure attuate dalla Compagnia siano utili a scongiurare il peggio. Vi terremo informati.

Cronaca

Napoli, “non pulirmi il parabrezza”: il lavavetri glielo distrugge

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Una donna ha avvertito le forze dell’ordine, dopo essere stata aggredita da un lavavetri, in piazza Sannazzaro in Napoli. I fatti risalgono alla notte tra domenica e lunedì. L’aggredita ha prontamente indicato ai poliziotti, accorsi sul luogo, chi fosse stato l’autore del danneggiamento al parabrezza della sua auto.
L’aggressore non ha “gradito” la presenza della Polizia ed ha iniziato ad inveire contro di loro, si è arrivati ad una vera e propria colluttazione terminata con l’arresto dell’uomo. Nell’auto di servizio, il lavavetri, originario del Marocco già noto alle forze dell’ordine, ha rotto un vetro di un finestrino della volante. Gli si imputano danneggiamento aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

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Cronaca

Da Montreal a Napoli, una tonnellata di marijuana nascosta tra i ceci

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Nel corrente mese, è stato scovata e sequestrata oltre una tonnellata di marijuana, nascosta all’interno di un container partito dallo scalo di Montreal (Canada) con destinazione Salerno. A far da tramite un’azienda di import-export con sede a Poggiomarino, nel napoletano.
Il contenitore mobile è stato seguito, fino a Boscoreale, dai finanzieri del Nucleo Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coadiuvati dalla locale Sezione Aerea del Corpo e il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Salerno. Il sequestro è scattato dopo alcuni giorni di appostamento. La marijuana era stata celata in confezioni sottovuoto tra i ceci e altri legumi. Il legale della società importatrice è stato messo in arresto.

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Cronaca

Napoli, killer vestiti da netturbini dell’Asìa: 3 condannati

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Venti anni di reclusione sono stati inflitti dal GUP di Napoli, Nicola Marrone, a Mariano Riccio, ex reggente della cosca Amato-Pagano di Scampia, per il duplice omicidio di Ciro Abrunzo, referente del clan Abete-Abbinante del quartiere Barra di Napoli, e di Francesco Gaiola, un passante ucciso nel corso dell’agguato. Il gruppo di fuoco, con addosso tute dell’Asia (azienda napoletana della nettezza urbana), entrò in azione nella tarda mattina del 21 giugno 2012. A sparare fu Francesco Paolo Russo che scaricò addosso alla vittima designata un intero caricatore da 15 colpi calibro 9 per 21 uccidendo Abrunzo e ferendo mortalmente Gaiola.
L’omicidio va contestualizzato nella cosiddetta “terza faida di Scampia”.
Nel corso del procedimento, i tre hanno confessato il delitto e per questo il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti, grazie alle quali hanno evitato la condanna all’ergastolo chiesto dal PM della DDA al termine della sua requisitoria.
Mariano Ricco ha evitato altre condanne all’ergastolo con l’eccezione di una inflittagli per l’omicidio di Pasquale Malavita, affiliato alla Vinella Grassi ucciso a Villaricca, il primo ottobre del 2010.

(fonte: Ansa.it)

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