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CARDITO [ESCLUSIVA] Andrea Russo: “Ora necessaria la verifica politica”

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CARDITO – Approvato il bilancio, sul piano politico la maggioranza, come promesso, sarà impegnata nella verifica amministrativa. Naturale, fisiologica, dopo due anni di mandato. Gli addetti ai lavori assicurano che le sorprese non mancheranno rispetto al quadro che fino a qui è stato mostrato. Ufficialmente dovrebbero esserci pochi cambiamenti: fuori Raffaela Dolente del Pd il cui posto dovrebbe essere occupato da Nino Brancaccio nell’ottica dello scorrimento della lista per favorire i non eletti.

Su Brancaccio, poi, c’è un impegno personale del capogruppo del Pd Luigi Fusco ma da quanto trapela non basta. Infatti, l’assessore dei “democrat” dovrà rappresentare l’intero gruppo consiliare ed espressione della sezione quindi c’è la sensazione che rispetto al nome che stanno facendo circolare già da mesi potrebbero esserci novità nei prossimi giorni. “Insieme per Cardito”, invece, il gruppo di Andrea Russo e Michele Fusco, esprimerà una donna in amministrazione per sostituire il dimissionario Giuseppe Di Micco. “A viso aperto” conferma Antonio Giangrande mentre le due incognite serie riguardano Anna Auriemma di “Cardito democratica” e Francesco Castaldo del gruppo di Nunziante Raucci.

Nel primo caso, bisognerà capire il “malessere” di Amirante come inciderà su questa verifica consapevole delle figuracce che ha collezionato nell’ultimo anno davanti all’opinione pubblica per essersi esposto contro atti dell’amministrazione che comunque sono stati approvati e lui è stato costretto a clamorose marce indietro senza riuscire ad argomentarle politicamente ma trincerandosi dietro tragedie e malesseri fisici. Perdendo autorevolezza e peso in maggioranza. Ma nonostante questo, il destino di Auriemma è appeso ad un filo.

Per Francesco Castaldo il discorso resta un altro. Ufficialmente il vicesindaco è confermatissimo ma non bisogna dimenticare che nel gruppo di Raucci da un lato vi sono comunque spinte, seppur isolate, per tentare di destabilizzare il quadro in chiave “anti Cirillo” e dall’altro ci sono vecchi impegni e vecchie promesse in relazione ai non eletti. E quindi proprio queste due variabili potrebbero mettere in bilico il destino di Castaldo che, sul piano concreto, resta uno dei migliori assessori che la coalizione ha visto all’opera in questi due anni. Fino a qui nulla di nuovo.

Ma è da un anno che si parla di verifica, di nomi, di assessori che vanno e che vengono, ma non si riesce mai a trovare il bandolo della matassa e viene sistematicamente rinviata. Questa volta, però, non sarà così perché in maggioranza sono forti le spinte verso un rilancio dell’amministrazione. “In due anni di amministrazione – dichiara in esclusiva a “Minformo” Andrea Russo, capogruppo di “Insieme per Cardito” – abbiamo realizzato tante cose e moltissime ne dobbiamo ancora realizzare. Sono ormai maturi i tempi di una verifica e di un rilancio dell’amministrazione perché ritengo che a questo punto sia naturale un confronto serrato, settore per settore, per tracciare un quadro generale ed un primo bilancio di consiliatura. Valorizzando quello che di buono è stato fatto e cambiando quello che la coalizione riterrà opportuno cambiare sempre nell’esclusivo interesse della collettività e del progetto politico. Per quanto riguarda “Insieme per Cardito”, il nostro assessore dimissionario, Giuseppe Di Micco, ha lavorato bene e lo ringraziamo per il lavoro svolto al servizio della comunità raggiungendo comunque un alto grado di efficienza.

E restiamo a disposizione della coalizione qualora dovesse servire il nostro apporto nell’esecutivo al fine di dare un contributo serio e di competenza come abbiamo sempre fatto. Siamo gente abituata ad assumersi le proprie responsabilità e ribadiamo che oggi è necessaria, prioritaria, naturale e fisiologica una verifica politica e amministrativa per rilanciare l’azione del governo locale”.

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Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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