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Caivano

CAIVANO, quelli che non tutelarono Monopoli, oggi indagati per voto di scambio

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CAIVANO – Che Forza Italia in Campania fosse gestito in maniera non trasparente, più volte ci siamo ritrovati a riscontrarlo ma mai avremo immaginato che gli zii del consigliere regionale Armando Cesaro e fratelli del deputato Luigi Cesaro sarebbero finiti in manette per concorso esterno in associazione mafiosa e finché sono i parenti a finire in carcere c’è sempre l’attenuante che uno i parenti non se li sceglie, poi se mettiamo anche che in Italia si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, la parte politica della famiglia Cesaro e tutta Forza Italia campana, sotto questo punto di vista, potevano dormire sonni tranquilli.

Ma bisogna destarsi però quando ad essere indagati e quindi finiti sotto la lente della magistratura sono proprio loro, Luigi e Armando Cesaro, padre e figlio, deputato e consigliere regionale di Forza Italia, quelli che muovono le fila del partito di Berlusconi in Campania e che decidono vita, morte e miracoli degli eletti di Forza Italia in tutta la regione. Essi sono indagati dalla Procura di Napoli Nord nell’ambito dell’indagine “voto di scambio” che vede coinvolti 29 persone tra professionisti, dipendenti pubblici, imprenditori in cerca di appalti e medici in cerca di contratti a tempo indeterminato. Nell’inchiesta ci è finita anche la partecipata di Città Metropolitana “Armenia Sviluppo SpA” che i due forzisti, stando alle indagini, usavano a mo’ di carrozzone clientelare.

Questo è quanto si sta sapendo in questi giorni, grazie al fascicolo aperto dalla Procura di Napoli Nord e se dovessero essere confermate le accuse, vorrebbe dire che questa è la natura della gestione del partito azzurro in Campania. Un partito basato sul voto di scambio e delle clientele e non ci meraviglieremo neanche sapere quale è stato il vero motivo che ha spinto i vertici di Forza Italia a non tutelare la posizione di un sindaco dedito alla denuncia come Simone Monopoli. Un sindaco che negli ultimi mesi della sua consiliatura ha scritto più denunce lui sul malaffare insito nei settori comunali che un ispettore di Polizia.

A questo punto non vogliamo neanche sapere qual è stato il vero motivo che ha spinto poi gli stessi vertici azzurri, oggi indagati per voto di scambio, a lasciare che il proprio partito restasse nelle mani di gente che non solo ha sfiduciato il sindaco dedito alle denunce appartenente al loro stesso partito, ma che inoltre chiedeva anche spostamenti di dirigenti comunali e deleghe di superassessori nei settori tecnici. Questi ultimi sono i motivi per i quali nei nostri precedenti articoli abbiamo etichettato il partito di Berlusconi a Caivano come “Farsa Italia”, ma stando a quello che oggi appare sui giornali e nei principali siti di informazione, questo epiteto lo si può tranquillamente estendere anche a livello regionale.

Afragola

Caivano, sequestrati 900 litri di olio di oliva

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Ad una ventisettenne, originaria di Afragola, le sono stati sequestrati 900 litri di olio di oliva, in quel di Caivano, con conseguenziale denuncia.
La donna, già nota alle forze dell’ordine, è stata fermata mentre guidava un furgone per le strade caivanesi. I militari hanno scoperto poco meno di 900 litri di olio di oliva, in contenitori di latta verde. Trovato anche un blocco con le stampe di centinaia di etichette falsificate riconducibili ad un noto marchio. Il carico sarà sottoposto ad analisi chimiche.

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Caivano

CAIVANO. Si continua ad affidare lavori in maniera urgente e diretta a ditte gradite al clan menzionate nel processo delle estorsioni

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CAIVANO – Bellissima notizia quella di oggi, dove, tra poche ore sarà posta la prima pietra, alla presenza dei Ministri Piantedosi e Abodi, del complesso polifunzionale a via Sant’Arcangelo che prevede anche la costruzione di un nuovo stadio con pista d’atletica e un anfiteatro di circa seimila posti a sedere per spettacoli ed eventi. Tutto questo grazie al lavoro svolto dal Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Chi, invece, stenta a far decollare la normalità, ma siamo anche consapevoli che il lavoro di controllo sulla macchina comunale è più difficile, è la terna commissariale prefettizia.

I tre commissari, inviati dalla Prefettura, hanno il compito non solo di riportare la legalità e la normalità amministrativa all’interno dell’ente ma anche di rappresentare una linea netta di rottura col modus operandi del passato, specie se quel passato è rappresentato da un’Amministrazione che è stata ingerita dalla criminalità organizzata. Ma a quanto pare tutto questo a via Don Minzoni non è ancora accaduto. Vediamo perché!?

Il 22 Aprile scorso con determina n°457 il Responsabile di Settore Giuseppe Schiattarella affidava in maniera diretta i lavori di manutenzione urgente e straordinaria degli edifici comunali e della caserma dei Carabinieri per una cifra pari a € 37.660,00 con l’impegno di spesa in bilancio di € 42.926.00 alla ditta Artedile srls con sede alla via Ticino, 24/B di Caivano.

Fino a qui nulla quaestio dal punto di vista amministrativo e procedurale. La riflessione matura dal punto di vista etico e morale, dato che la società a cui sono stati affidati i lavori è la stessa che si legge dalle dichiarazioni rilasciate alla magistratura dall’ex Assessore Carmine Peluso che ha deciso di collaborare con la Giustizia all’indomani dell’arresto riguardante il Sistema delle estorsioni messo su dal clan Angelino.

All’interno del verbale delle dichiarazioni si legge testualmente: Falco Armando dalla ditta ARTEDIL (riferendosi alla Artedile srls ndr) ha preso 1000 euro che gli vennero dati presso lo studio “omissis”. In un altro passaggio ancora si legge: “Intendo riferire di molte ditte che hanno lavorato per il Comune di Caivano sotto la mia direzione e del funzionario Vincenzo Zampella. Quest’ultimo si attivava in tal senso ovvero faceva lavorare le ditte che indicavo io. Le ditte a me legate erano la Samar, Barchetti Maria, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls), FV Costruzioni, Gicar, fratelli Peluso, Fiacco Antonio e la MG di Cardito”. In un altro passaggio si legge inoltre: “Falco Armando voleva la mazzetta da Amico Domenico, Della Gatta Domenico, Artedil (sempre riferendosi alla Artedile srls) e Celiento.

Ora, siamo consapevoli che tali dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e il coinvolgimento di tali ditte devono sempre essere accertate con ulteriori riscontri e indagini, così come siamo consapevoli che tutti gli attori di questo processo sono innocenti fino a prova contraria e che il coinvolgimento o quanto dichiarato dai collaboratori di Giustizia non possono sempre essere fonte di verità ma è anche giusto riflettere sull’opportunità etica di tale affidamento.

Non sarebbe stato il caso, nelle more che si concluda il processo, evitare di creare una continuità amministrativa con la precedente gestione ingerita dalla camorra? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

Caivano, accordi camorra-politica: si pente l’assessore Peluso

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Come riportato da “La Repubblica”, l’ex politico e commercialista ha deciso di collaborare con la giustizia: “Noi decidevamo le ditte, la camorra chiedeva l’estorsione. Io ero il perno, portavo le richieste della cosca alle imprese”, le affermazioni di Carmine Peluso.

Lo scorso ottobre, diciotto persone furono arrestate nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività di governo e dell’amministrazione del comune di Caivano, di particolare rilevanza gli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici.
L’organizzazione criminale riusciva ad ottenere notizie riservate, relative all’aggiudicazione degli appalti, da parte di pubblici amministratori.

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