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Coronavirus, 2iReteGas: polemiche per la Cassa Integrazione

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L’Italia, da settimane, è costretta a combattere contro il Coronavirus. Il Governo, per far fronte alla crisi economica determinata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, ha concesso alle imprese e ai cittadini diversi aiuti economici.

La 2i Rete Gas S.p.a., azienda che opera nel mercato della distribuzione del gas naturale in concessione, ha così deciso di richiedere la collocazione in Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria di un numero massimo di 359 dipendenti, garantendo una rotazione e sostenendo che non ci fossero alternative a tale misura, collegata tra l’altro alla riduzione di varie attività in conseguenza dell’epidemia.

La distribuzione del gas naturale in concessione, però, rientra tra le attività essenziali, alle quali vengono riconosciuti introiti in tariffa. Inoltre la richiesta della 2i Rete Gas S.p.a. non è giustificata neanche da un ipotetico calo del trasporto metano, dato che il minor consumo da attribuire alla chiusura delle piccole e medie imprese è ampiamente compensato dai consumi domestici aumentati.

Per tale motivo è intervenuta l’Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato, che ha prima proposto all’azienda diverse possibilità e alternative (ferie residue, potenziamento delle lavorazioni e manutenzioni straordinarie, reinternalizzazione di attività, ecc…) e in seguito, riscontrando la ferma opposizione della 2i Rete Gas S.p.a., non disponibile a rinunciare allo strumento della CIG e a valutare le alternative proposte, ha denunciato alle Autorità competenti l’immorale comportamento della ditta.

Inoltre l’Unione Sindacale di Base ha segnalato la mancanza di un piano industriale credibile e la scarsa disponibilità, in questa situazione di emergenza, dei dispositivi di protezione (mascherine, guanti e soluzioni igienizzanti), chiedendo di attivare urgentemente le verifiche, al fine di limitare al massimo i rischi per i lavoratori diretti e delle ditte in appalto e per i cittadini, visto che ancora oggi la società continua a non adempiere alle misure di sicurezza previste dai DPCM e dal Protocollo Condiviso.

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Ucraina, Macron non esclude l’invio di truppe

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Non si escludono truppe di terra in Ucraina se Mosca “sfonda le linee del fronte” e Kiev lo richiede.

Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, in un’intervista all’Economist.

“Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha dichiarato il presidente francese al settimanale britannico.
“Escluderlo a priori non significa imparare la lezione degli ultimi due anni”, quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei all’Ucraina prima di cambiare finalmente idea, ha aggiunto.

(fonte: Ansa.it)

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Napoli, degrado a p.zza Garibaldi: insorgono residenti e commercianti

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L’area pedonale di Piazza Garibaldi, punto nevralgico di accesso alla galleria commerciale e alla stazione Garibaldi della metro linea 1, versa tra abbandono e degrado, sebbene sia stata realizzata solo pochi anni fa.
Alcuni residenti e commercianti, della centralissima piazza partenopea, si sono lamentati per il decadimento e l’abbandono che li circonda.
Nella zona si avverte un odore acre, molto probabilmente per la presenza di escrementi umani e urina tra la sporcizia più che diffusa.

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Abusivismo edilizio nel napoletano: scattano denunce e sequestri

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Controlli serrati a Gragnano da parte dei carabinieri della stazione locale, volti a contrastare l’abusivismo edilizio.

Nel corso delle operazioni avvenute presso alcuni cantieri della zona, sono state denunciate tre persone che a via SS per Agerola stavano ristrutturando un immobile per adibirlo a pizzeria, in un’area sottoposta a vigilanza sismica e a vincolo paesaggistico, senza però ottenere i relativi permessi.

Pertanto l’intero immobile è stato sottoposto a sequestro, mentre i carabinieri sono intervenuti analogamente ad Agerola dove hanno denunciato altre tre persone: proprietaria, imprenditore edile e geometra.

In particolare gli agenti hanno accertato che i tre avevano realizzato “in difformità al permesso a costruire”, un fabbricato su due livelli con sottotetto per un’area complessiva di circa 350 metri quadrati. L’intera area è stata sottoposta a sequestro.

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