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Acerra

Tragedia ad Afragola. Investito da un Tir in autostrada Dario muore a soli 26 anni

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Dario Cecoro alle 7 di questa mattina stava andando a lavoro quando sull’A1 è stato investito da un Tir.

Il 26enne, originario di Carinaro, era fermo in una piazzola di sosta tra Acerra ed Afragola quando il camion, sopraggiunto a forte velocità, lo ha travolto.

Carinaro piange un bravissimo ragazzo, Dario Cecoro che questa mattina è stato coinvolto in un tremendo incidente stradale e purtroppo ha perso la vita. Non ci sono parole per questa immane tragedia che si abbatte sulla nostra comunità. Conoscevo sin da piccolo il caro Dario, il nonno è Adolfo Compagnone ed abitano nella zona C4 di Carinaro” ha scritto il sindaco Giuseppe Barbato, in un commosso post su Facebook.

Un bravo figlio che andava a lavoro questa mattina e si era fermato sulla piazzola di sosta lungo la super strada quando è sopraggiunto un camion a forte velocità e lo ha travolto. Un dolore per la famiglia, uno sgomento tra i suoi compagni e una grandissima perdita per tutta Carinaro che ancora una volta ci vede piangere unitamente un nostro giovane. Una vita recisa ad appena 26 anni” ha continuato il primo cittadino.

Concludendo “In questo momento di grande dolore ci uniamo alle famiglie Cecoro e Compagnone, alla mamma Monica, ai fratellini e a quanti piangono Dario per la sua repentina dipartita. Riposa in pace Dariu”.

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Acerra

Rifiuti ad Acerra: gli ambientalisti collaboreranno con ISPRA

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“Siamo pronti a collaborare con l’avvocatura dello Stato e ISPRA per mostrare e fornire le prove dello scempio ambientale commesso sul nostro territorio”. Sono queste le parole di Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista di Acerra (Napoli), all’annuncio di un supplemento istruttorio da parte dell’avvocatura di Stato per la proponibilità di un’azione civile di risarcimento per i danni ambientali provocati dagli sversamenti abusivi accertati a carico di alcuni imprenditori locali.
Il Ministero dell’Ambiente, infatti, in una risposta inviata a Legambiente e Libera, ha annunciato di aver chiesto all’Ispra il necessario supporto tecnico per accertare i danni ambientali dovuti agli sversamenti per i quali sono stati condannati i fratelli Pellini, che hanno recentemente ottenuto, in Cassazione, la restituzione del patrimonio confiscato negli anni scorsi, per decorrenza dei termini. “In tutti questi anni di battaglia – ha continuato Cannavacciuolo – abbiamo avuto modo di ispezionare e attenzionare perfettamente il territorio. Con coraggio e responsabilità siamo in grado di mostrare e fornire le prove reali dello scempio ambientale perpetrato ai danni del nostro territorio. E’ ora di risequestrare i beni degli inquinatori e di iniziare a risanare tutte le aree oggetto di sversamento e interramento di rifiuti”.

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Acerra

Acerra, terra dei fuochi: volontari scoprono l’ennesima discarica

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I volontari “antiroghi” di Acerra (Napoli), fanno fermare i lavori per la realizzazione di un opificio nell’area Asi cittadina, dopo aver scoperto che dal suolo spuntavano rifiuti speciali coperti da uno strato di terra. La denuncia degli ambientalisti ha fatto scattare i controlli da parte di carabinieri e vigili urbani, che hanno sottoposto l’intera area a sequestro in attesa di ulteriori controlli. “Stamattina – spiega Alessandro Cannavacciuolo, uno dei volontari – siamo stati costretti ad intervenire perché abbiamo notato che gli scavi precedentemente effettuati stavano per essere riempiti di cemento armato. Questo significava coprire i rifiuti emersi, ossia guaine bituminose, scarti di demolizione, di pezzame, e anche fanghi di depurazione”. I volontari ora invocano lo “stato di emergenza ambientale”. “Il nostro territorio va immediatamente bonificato – conclude Cannavacciuolo – questo ennesimo ritrovamento di rifiuti interrati è la dimostrazione che il disastro ambientale ad Acerra è ancora in atto. Intervenga lo Stato e dichiari lo stato di emergenza”.

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Acerra

Acerra: incendia l’auto e poi si ferma a guardare l’incendio

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In quel di Acerra, al corso Italia, prima incendia la propria vettura e, poi, come se fosse un film da cui trarne giovamento, si ferma per ammirare il rogo da egli stesso provocato.
L’uomo, protagonista di questa vicenda al limite della piromania, si chiama Antonio Bruno, quarantenne, sembrerebbe incensurato.
Ora dovrà rispondere di incendio. Il Bruno è in attesa di giudizio.
Ancora ignote le motivazioni dietro il suo gesto.


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