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De Magistris sul caso Cassimatis: anomalo che a decidere sia una società

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Che un giudice sia costretto a intervenire sull’individuazione di un candidato sindaco che prima viene scelto dalla base dei Cinque Stelle e poi il vertice dei Cinque Stelle lo esclude fa capire che c’è qualcosa di anomalo che sicuramente non condivido“.

Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a margine dell’incontro sul Decreto Minniti promosso dalla Fondazione Premio Napoli commenta la decisione del tribunale di Genova che ha dato ragione a Marika Cassimatis che era stata esclusa dal Movimento, per decisione di Beppe Grillo, preferendo Luca Pirondini.

Il numero uno di Palazzo San Giacomo evidenzia la necessità di avere una base reale, “non si può affidare tutto ai social. Abbiamo compreso in questi anni che è un movimento che tende a reprimere il dissenso, se uno la pensa diversamente viene espulso. La linea politica è guidata da una società, al cui vertice legittimamente c’è Davide Casaleggio insieme a Grillo”. “È un movimento”, conclude il leader di DemA, “che fino ad ora ha avuto la sua forza più nell’antipolitica che nella costruzione di una proposta politica perché laddove poi si è trovato a governare non sempre la classe dirigente ha saputo coniugare novità ad affidabilità, anzi proprio la novità è venuta meno insieme con l’affidabiltà di governo”.

Cercola

Cercola, minacciava gli elettori di farli perdere l’alloggio se non lo votavano

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Gli elettori venivano intimiditi facendo leva sulle case popolari dove vivono, sull’eventualità che l’elezione a sindaco del candidato “sbagliato” potesse determinare «una cacciata generale». 
È quanto emerge dall’inchiesta, dei carabinieri e della Dda di Napoli, sotto la guida dei pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano, che ha fatto luce sul voto di scambio politico-mafioso a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle amministrative del maggio 2023.

In una conversazione intercettata dai militari, a parlare sono due dei sette arrestati e una donna: si tratta di Giovanni de Micco, di sua figlia Giuseppina, e di una elettrice che cercano di spaventare per costringerla a votare il loro candidato.

Lo scorso 6 maggio sono finiti in carcere Antonietta Ponticelli, figlia del boss ergastolano Gianfranco, risultata essere rappresentate di lista a dispetto di una condanna per associazione mafiosa; Giuseppina De Micco, 50 anni; i fratelli Sabino e Giusy De Micco, 25 e 30 anni; Salvatore Capasso, 45 anni, e Pasquale De Micco, 51 anni. Ai domiciliari per Giovanni De Micco, 75 anni, padre di Giuseppina.

(fonte: il Mattino)

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Politica

Caso Giovanni Toti, parla Salvini: “Per lui dimettersi sarebbe una resa”

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Il leader della Lega nonché Ministro d’Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, ha così parlato in relazione alle accuse di corruzione a carico del governatore ligure Giovanni Toti:

“Dimettersi sarebbe una resa dal mio punto di vista. Perché domani qualunque inchiesta, avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco. Non sono nelle condizioni di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore. Ritengo che in Italia e in tutti i Paesi civili chiunque sia colpevole, se condannato nei tre gradi di giudizio, non basta un’inchiesta. Lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocemente la possibilità di farlo”.

Rincara la dose il responsabile dell’organizzazione di FdI Giovanni Donzelli, che ha così dichiarato:

“Credo che prima di parlare di elezioni ci debbano essere i tempi necessari. Toti dice che non ha nessun coinvolgimento, diamogli il tempo di dimostrarlo. Noi chiediamo massima chiarezza in questo caso, come l’abbiamo chiesta in Puglia e Piemonte. Massima attenzione, perché quando si parla della cosa pubblica ci deve essere la massima trasparenza. Abbiamo avuto in passato la nostra sindaca di Terracina che è stata arrestata e scelse di dimettersi. Poi non è stata nemmeno rinviata a giudizio, su richiesta della Procura”.

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Politica

Nordio parla a Gratteri: “Possiamo avere idee diverse, ma siamo d’accordo sull’assoluta indipendenza della magistratura”

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto durante la cerimonia d’insediamento di Maria Rosaria Covelli quale nuovo presidente della Corte d’Appello di Napoli, parlando delle recenti dichiarazioni del Pm Nicola Gratteri sull’alto valore della giurisdizione:

“Vorrei salutare il mio amico Nicola Gratteri e dirgli che possiamo anche avere idee diverse su tante cose, ma su una siamo assolutamente concordi: sull’alto valore della giurisdizione, sull’assoluta indipendenza della magistratura e sull’assoluta autonomia del Pm. Su questo nessun dubbio è consentito. Ho esercitato per 40 anni la funzione e, io per primo, sento l’esigenza di riaffermare con forza e sincerità che mai e poi mai il Pm sarà soggetto al potere esecutivo, quali che possano essere le riforme”.

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