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Cultura e spettacolo

Il 7 Maggio al Maschio Angioino si inaugura la mostra “Nel nome di Dio Omnipotente”

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Pratiche di scrittura talismanica dal Nord della Nigeria.

Venerdì 7 maggio 2021, alle ore 17:30, nella Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli, si inaugura la mostra Nel nome di Dio Omnipotente. Pratiche di scrittura talismanica dal Nord della Nigeria.

L’esposizione, curata da Andrea Brigaglia e Gigi Pezzoli, è ideata e prodotta da Andrea Aragosa per Black Tarantella in collaborazione con il Centro Studi Archeologia Africana di Milano, con il sostegno della Regione Campania, del Comune di Napoli Assessorato all’Istruzione Cultura e Turismo, della Scabec – Società campana beni culturali e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e del Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

L’esposizione resterà aperta fino al 10 luglio 2021 e si potrà visitare gratuitamente, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 17, nel rispetto delle norme anti Covid vigenti.

La mostrapresenta un complesso di materiali inediti costituito da oltre 80 opere tra cui: manoscritti coranici e poetici, tavole utilizzate per lo studio e la memorizzazione del Corano; tavole con scrittura coranica ed elementi decorativi, sorta di diplomi di completamento degli studi religiosi; tavole in legno, metallo e pelle con scrittura e formule apotropaiche; tavole con scritture sacre, elementi decorativi e iconografia degli animali della savana per la protezione della casa e della persona; esemplari di ricettari popolari sulle scienze esoteriche, talismani, oggetti per divinazione, ecc.

Un mondo di tradizione prevalentemente sufi, apparentemente lontano ma che rimanda ad antiche pratiche protettive, divinatorie e taumaturgiche del Medio Oriente, del mondo greco-romano, della Cabala ebraica, fino all’alchimia medievale.

Il titolo della mostra, forte ed enigmatico, è l’esito di un progetto che viene da lontano, dalle ricerche di etno-storia che il Centro Studi Archeologia Africana svolge da anni in Africa: documentare le manifestazioni culturali del passato che si intersecano e si fondono con le nuove istanze della contemporaneità. La conoscenza delle tradizioni e delle pratiche religiose delle popolazioni del Nord della Nigeria è molto limitata in Italia, ovvero è caratterizzata da stereotipi provenienti da un immaginario sovente negativo. Napoli, luogo di incontro e di meticciato, offre il contesto ideale per ospitare una manifestazione che indaga tematiche sconosciute nel nostro paese. Tra l’altro, qui è la sede di un’università, come L’Orientale, che da decenni propone un percorso di studi che include l’insegnamento di storia, culture e lingue dell’Africa, inclusa la lingua hausa, cioè l’idioma della regione dalla quale provengono gli oggetti in mostra.

Il progetto espositivo indaga aspetti della cultura materiale e simbolica della scrittura e delle pratiche esoteriche in un contesto di Islam africano moderno. L’approccio integra l’analisi delle dimensioni estetiche, storiche e antropologiche della cultura hausa del Nord della Nigeria. Pur con un’enfasi sulle tavole talismaniche, che costituiscono gli oggetti esteticamente più accattivanti in mostra, l’esposizione evita di adottare una separazione artificiale tra le categorie di “religione” e di “magia”, e riflette sulle varie dimensioni, esteriori ed esoteriche, delle pratiche culturali di quei popoli, come ad un insieme organico.

La mostra è accompagnata da importante catalogo bilingue (italiano e inglese), riccamente illustrato, che comprende i contributi di alcuni dei più noti studiosi internazionali della materia.

Andrea Brigaglia

Dal 2019 ricercatore a tempo determinato (RTDB) presso il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. In precedenza, Senior Lecturer presso il Department of Religious Studies, University of Cape Town (Rep. Sudafricana). Nelle sue ricerche, pubblicate in numerose riviste internazionali, si è occupato di aspetti storici, politici, letterari ed estetici dell’Islam contemporaneo in Nigeria, privilegiando un’ottica multidisciplinare improntata all’antropologia storica. Ha curato tra le altre cose, insieme a Mauro Nobili, il volume The Arts and Crafts and Literacy: Islamic Manuscript Cultures in sub-Saharan Africa (De Gruyter, Berlin 2017).

Gigi Pezzoli

Presidente del Centro Studi Archeologia Africana presso il Museo di Storia Naturale di Milano. Membro del Comitato ordinatore del Museo degli Sguardi – Raccolte etnografiche di Rimini. Responsabile della missione di ricerca in Togo del Centro Studi Archeologia Africana/Museo di Storia Naturale di Milano e del Ministère de la Culture du Togo/Université de Lomé. Membro del Comitato direttivo del Centro Studi di Storia delle Arti Africane – Università Internazionale dell’Arte di Firenze. Organizzatore di colloqui internazionali sulle culture dell’Africa. Curatore di diverse mostre e autore di pubblicazioni sull’antropologia e sull’arte tradizionale africana tra cui la prima sulle tavole talismaniche hausa, Alluna. Mondo e spiritualità Hausa (Centro Studi Archeologia Africana, Milano 2013). Oltre ottanta missioni di ricerca in Africa.

Cultura e spettacolo

“Liberty & Glicine”: da Kaos 48 e Slow foto un Contest fotografico per il rilancio culturale dei luoghi

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Nasce il contest fotografico “Liberty & Glicine” da un’idea delle associazioni culturali Kaos 48 e Slow foto per la rinascita dei luoghi della città. L’idea è quella di “catturare” l’essenza di Napoli, una città dove l’arte incontra la natura. Come? Immortalando l’eleganza dei palazzi liberty e la vivacità dei glicini e mostrando al mondo come questi due elementi si fondano in una simbiosi perfetta. La scadenza è prevista entro le ore 24 del 2 maggio. 

La premiazione, che riguarderà tre fotografie per la sezione adulti, una per la sezione Kids ed un premio speciale “Save the Planet”, avverrà il 10 maggio dalle ore 19 presso la Factory creativa AreaLab 35 in via Giovanni Porzio 4 a Napoli, in base ad una scelta fatta dalla giuria di esperti composta da tre fotografi professionisti Sergio Siano, Marco Monteriso e Betty Colombo.

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Amalfi

Amalfi, completato il restauro del pannello maiolicato della Porta della Marina

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Il pannello ceramico della Porta della Marina, in cui è raffigurato il ruolo di crocevia di Amalfi tra Oriente e Occidente, ritorna al suo originario splendore dopo un importante intervento di restauro. L’opera del maestro Renato Rossi, uno dei padri fondatori dell’arte della maiolica in Costiera Amalfitana, sarà restituita alla Città in tutta la sua magnificenza venerdì 26 gennaio 2024 quando è in programma la cerimonia di scopertura fissata al termine della presentazione dei lavori di restauro (ore 17,30 presso l’Arsenale della Repubblica di Amalfi) che hanno interessato, nel corso degli ultimi anni, anche la statua di Flavio Gioia e le lapidi commemorative. 

Infatti, l’intervento di restauro condotto da un’equipe di esperti, rientra in un più ampio progetto esecutivo di manutenzione, restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico emblema dell’Antica Repubblica Marinara predisposto nel 2022 dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Daniele Milano.  L’intero lotto di interventi, che ha comportato quasi due anni di intenso lavoro, sarà illustrato alla cittadinanza nel corso della presentazione del piano conclusivo dei lavori dal sindaco Daniele MIlano, dalla consigliera delegata ai beni culturali, Enza Cobalto, dall’architetto Diego Guarino (direttore dei lavori) e dai restauratori Lorenzo Morigi, Giancarlo Napoli e Luigi Criscuolo.  

Il pannello che descrive le rotte seguite dalle galee amalfitane lungo il bacino Mediterraneo, crocevia di popoli e di culture sin dal Medioevo, è tornato ad occupare la parete sulla quale venne installato sin dai tempi della sua realizzazione, dopo che ogni suo singolo tassello è stato sottoposto a processi di consolidamento oltre che di riparazione delle troppe scrostature. 

«Con la riconsegna alla Città del pannello ceramico di Rossi, al quale è stata restituita la sua originaria bellezza policroma, si completa una prima fase del processo di salvaguardia del patrimonio artistico-architettonico della Città che ha riguardato inoltre la statua di Flavio Gioia e le lapidi commemorative – dice la consigliera delegata ai beni culturali, Enza Cobalto – Con questo intervento portiamo a compimento il cronoprogramma per la valorizzazione di un’opera d’arte che racchiude elementi significativi e celebrativi della nostra storia».

Realizzato negli anni Cinquanta, il capolavoro in ceramica spicca non solo per la sintesi storica del glorioso passato dell’antica repubblica marinara ma per l’utilizzo dei colori tipicamente mediterranei. L’opera di Rossi, che fondò la prima scuola di ceramica a Salerno, esalta la grandezza di Amalfi nel Medioevo esattamente nel periodo a cavallo tra il X e l’XI secolo, ovvero nel periodo di massimo splendore della piccola e intrepida repubblica marinara.  Completamente smontato lo scorso anno e sottoposto a una certosina ricostruzione delle parti ammalorate dall’usura del tempo e dalle condizioni climatiche, la gigantografia in cotto maiolicato tornerà a raccontare a turisti e cittadini, attraverso la straordinaria funzione dell’arte visiva, la grandezza dell’Antica Repubblica Marinara che intrattenne rapporti commerciali proprio con l’area meridionale e nord orientale rappresentata nel pannello ceramico. 

Il piano di intervento condotto da un’equipe di esperti ha previsto la spolveratura e l’aspirazione preliminare del pannello e il successivo smontaggio degli elementi rimovibili e  instabili. In una step successivo si è poi proceduto con lavaggi desalinizzanti prima di passare alla pulitura con tensioattivi e rimozione con acqua demineralizzata. La fase conservativa delle maioliche ha previsto infine il consolidamento dei supporti in cotto con silicato di etile e nanosilici, la stuccatura con polvere di cocciopesto e NHL 3,5, l’integrazione pittorica con colori a vernice e l’apposizione di un protettivo finale.

Il maestoso pannello installato all’ingresso della Porta della Marina, antico accesso alla città di Amalfi, raffigura non solo la potenza marinara ma ripropone una storica menzione di Gabriele D’Annunzio tratta dal libro quarto “Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi”: “Ma quei d’Amalfi, cui la lunga spada era misura, a patria più lontana andavano; ché già s’avean contrada e forno e bagno e fondaco e fontana per tutto”. In basso campeggia il motto degli Amalfitani, che furono benemeriti in molteplici interventi in difesa della Santa Sede come Prima Repubblica Marinara d’Italia: “Contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis“.

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campania

Alessandro Siani conferma annuncia che il terzo e ultimo film de “Il benvenuto al Sud” si realizzerà a Castellabate

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“Sto dando una notizia in esclusiva: mi è appena arrivato il soggetto di Bentornati al Sud, terzo capitolo della saga di Benvenuti al Sud. Quindi sì, si farà!” lo annuncia Alessandro Siani durante la puntata del podcast Passa dal BSMT condotto da Gianluca Gazzoli su YouTube e disponibile su Spotify e le principali piattaforme di streaming. Da alcuni mesi la notizia sull’ipotesi di un terzo film è stata data da Claudio Bisio proprio ai microfoni di Passa dal BSMT. Oggi, non è più solo un’idea o un desiderio, ma una realtà. Il film sarà realizzato e sia Bisio che Siani sono entusiasti di girarlo. “Ho sentito Claudio e il soggetto ci piace” racconta Siani a Gazzoli.

Si ritorna sul set dopo molti anni dall’uscita di un cult che è stato uno dei grandi successi cinematografici degli ultimi decenni al box office italiano e che, in qualche modo, ha contribuito a lanciare Siani al cinema. “In più di 10 anni ci sono arrivate tante proposte ma adesso è arrivato il momento giusto per farlo, per raccontare com’è cambiato il nostro paese” dice Alessandro Siani “Essendo lontani dalla retorica, ma ci sono ancora delle differenze tra Nord e Sud che ancora sentiamo come quella degli stipendi. Secondo me abbiamo trovato una chiave che può essere interessante affrontare”.

L’attore e regista napoletano non vede lora di ritornare a Castellabate: “Sarà bello ritornare lì e rivedere quei personaggi per chiudere in bellezza questa trilogia. Spero che al pubblico piaccia. Fu un film magico per entrambi. Prima di girare Benvenuti al Sud già conoscevo Claudio perché lui era il gran capo di Zelig, dove bazzicavo. Incontrarlo sul set è stato importante perché abbiamo messo a confronto due scuole di comicità e, a volte di pensiero, diverse”. Quel film gli ha cambiato la vita.

“All’inizio nessuno ha creduto in quel film. Ha avuto vari rinvii prima che uscisse. Il primo a intuire che sarebbe stato un successo è stato Bisio” racconta il comico “A me ha cambiato la vita. Ho avuto il coraggio di rinunciare a un buon contratto per una serie di film di Natale per girare Benvenuti al Sud che sulle prime poteva essere un azzardo. Ho rinunciato a una sicurezza per un copione che mi faceva impazzire. Per me è stata la svolta perché dopo l’uscita del film c’è stata la mia partecipazione al Festival di Sanremo e da lì c’è stata la telefonata di Diego Armando Maradona che si complimentava della mia partecipazione a Sanremo. Così è nato il nostro primo incontro che inizialmente sarebbe dovuto essere un film e poi si è trasformata nell’idea dello spettacolo che abbiamo fatto insieme al Teatro di San Carlo”.

Attualmente Alessandro Siani sta riscuotendo successo al cinema con Succede anche nelle migliori famiglie ma in contemporanea è anche al Teatro Diana per i 20 anni del suo celebre Fiesta e al Teatro Augusteo con il musical di Mare Fuori che“Io non ho mai smesso di fare spettacoli dal vivo. Adesso mi sto divertendo con un’altra sfida che è portare in teatro il musical di Mare fuori” afferma spiegando com’è venuta fuori la possibilità di portare la serie fenomeno degli ultimi tempi in teatro “Avevo scritto un soggetto per un film di tre giovani registi. Tra le storie c’era quella di due ragazzi che si innamoravano nel carcere minorile di Nisida. Quando poi ho visto la serie ho pensato che sarebbe stato bello ampliare per raccontare una specie di Romeo e Giulietta appartenenti di due faide diverse. Mi è venuta questa idea, l’abbiamo messa su e abbiamo chiamato questi ragazzi alcuni dei quali protagonisti anche della serie. Abbiamo provinato 35.000 persone. Abbiamo debuttato a dicembre all’Augusteo e vedere questi giovanissimi che hanno delle standing ovation quando ballano, cantano e recitano mi emoziona. Adesso mi piace anche godere delle soddisfazioni altrui e mi piace essere un motivatore per loro che attraverso il teatro imparano la disciplina”.

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