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Cronaca

MELITO. Scambio di voto. Il papà di Nunzio Marrone primo ad accordarsi con la mala. Rostan si accorda al ballottaggio.

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MELITO DI NAPOLI – Dalle indagini che via via vengono servite all’opinione pubblica circa lo scambio elettorale politico-mafioso sono emerse le principali figure di un Sistema camorristico atto alla determinazione del consenso sul territorio.

Dominus di tutto è l’imprenditore Emilio Rostan padre dell’ex deputata Michela. É lui il regista dell’operazione, colui che ha curato la candidatura di Luciano Mottola. Dai documenti della magistratura si legge che attraverso le intercettazioni, mentre è al telefono riferisce al suo interlocutore: “Se vince Mottola io sopra al Comune la comando”.

Organizza le liste della coalizione di Mottola promettendo posti di lavoro in cambio di voti e candidature. Nell’occhio del mirino della magistratura finiscono anche le aziende Ecoce che si occupa di rifiuti e la Blu Gas che si occupa di energia. Infatti in un’altra intercettazione si legge: “É una delle più grandi ditte della Campania, si chiama Ecoce, è gestita da una donna importante, amica di mia figlia, ma pagata profumatamente, ho messo a faticare già 6-7 persone”.

Ma Emilio Rostan non è l’unico dominus delle ultime amministrative a Melito. Un altro personaggio di spicco negli accordi politico-mafiosi secondo gli inquirenti è Vincenzo Marrone anche lui finito in carcere, papà di Nunzio Marrone – non indagato – all’epoca dei fatti candidato a Sindaco perdente al primo turno nella competizione del 2021. Secondo le indagini, ad oggi, il consigliere comunale figlio del secondo dominus degli accordi politico-mafiosi sebbene sarebbe all’oscuro delle trattative e delle frequentazioni intrattenute dal papà, comunque ha goduto dei consensi del Rione 219 di Melito, dato che suo papà al primo turno delle amministrative svoltosi nel 3 e 4 ottobre nel 2021, ha bruciato sul tempo la vecchia volpe Emilio Rostan.

Quest’ultimo quando ha cercato contatti con Vincenzo Nappi detto ‘O Pittore – reggente del clan Amato-Pagano a Melito ucciso in un agguato di camorra nel gennaio di quest’anno – durante la campagna elettorale del primo turno ha saputo che gli accordi col clan erano già stati chiusi da ‘O Siciliano, questo è il soprannome di Enzo Marrone papà del Consigliere Nunzio. Al punto tale che alcuni promessi candidati di Mottola della 219 hanno dovuto rinunciare alla candidatura o passare dalla parte di Nunzio Marrone perché costretti dal clan egemone.

Secondo le indagini ’O Siciliano ha portato avanti le trattative in maniera autonoma sia con i personaggi di spicco della criminalità locale, sia con i singoli appartenenti. Infatti le pagine degli atti in mano alla Procura raccontano di una regalia di € 1000,00 che il Marrone Senior avrebbe elargito in favore di Luigi Ruggiero – anche lui finito in manette e candidato nelle liste di Nunzio Marrone – e sul suo cellulare hanno trovato varie foto di schede elettorali riportanti il suo nome a testimonianza del voto ricevuto.

Non si sa ancora perché Nunzio Marrone all’esito degli spogli è risultato perdente al punto tale da non raggiungere nemmeno il ballottaggio. Sicuramente le indagini dipaneranno i dubbi sul comportamento dello “stratega” papà che si è andato a “comprare” voti, inutili a questo punto, visto che che non sono serviti a fare somma addizionandoli ai pochi, pochissimi consensi portati e vantati, in maniera naturale, dal candidato a sindaco, oppure qualche altro fenomeno si sarà verificato in quei giorni di campagna elettorale eterodiretta dagli accordi comunque editabili e modificabili in qualsiasi momento.

Fatto sta che tolto da mezzo chi godeva dei vantaggi degli accordi, al secondo turno Emilio Rostan non si fa trovare impreparato e facendo leva su un’intermediazione di alto profilo del clan Amato-Pagano come quella di Giuseppe Siviero che tratta direttamente con Rocco Marrone – anche lui arrestato – riece ad accaparrarsi i vantaggi delle minacce e delel estorsioni, ma stavolta l’imprenditore melitese papà dell’ex deputata non vuole correre rischi e blinda il patto della 219 anche attraverso un elemento del clan Contini di Napoli che, come si legge dalle indagini, si fa garante con la camorra locale affinché vengano rispettati i patti.

Ovviamente le misure cautelari emesse questa mattina sono provvedimenti partiti in sede di indagini preliminari, ognuno degli indagati potrà dimostrare la sua innocenza e fare appello al Tribunale del Riesame per poter aspettare le sentenze di un processo che sicuro avverrà, nello stato di libertà.

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Cronaca

Campania, Concetta muore dopo un’operazione di routine: i dettagli

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Choc a Battipaglia, in provincia di Salerno, per la scomparsa di Concetta Salvatore, morta all’età di 68 anni a seguito di un intervento chirurgico. In particolare, i familiari hanno sporto denuncia presso i carabinieri e la Procura di Salerno ha deciso di aprire un’inchiesta.

Al momento, l’ipotesi più probabile è quella secondo cui qualcosa è andato storto durante l’intervento. La donna era originaria di Calabritto, in provincia di Avellino, ed era sposata con un sindacalista della Cgil, con il quale aveva due figli.

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Cronaca

Omicidio nella notte, 18enne tunisino ucciso a coltellate alla stazione

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Omicidio avvenuto alla stazione di Reggio Emilia, dove stanotte un 18enne tunisino è stato ucciso a coltellate. Al momento, non è ancora chiara la dinamica dell’accaduto, anche se i carabinieri stanno ora vagliando le immagini delle telecamere di videosorveglianza per rintracciare il responsabile.

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Cronaca

Morta a Torino Mariella Mengozzi, la signora dei motori: aveva 60 anni

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È morta questa mattina Mariella Mengozzi, direttrice del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, deceduta all’età di 60 anni. Era originaria di Forlì, ed era stata la prima donna alla guida del MAUTO.

Inoltre, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in aziende internazionali come Walt Disney e Ferrari, dove è rimasta complessivamente 12 anni. In particolare, per la casa di Maranello ha coordinato l’evento celebrativo del 50° Anniversario di Automobili Lamborghini e l’Ayrton Senna Tribute: 1994-2014, a Imola.

Ecco le dichiarazioni dello staff del MAUTO:

“Una manager competente, seria, apprezzata in tutta Italia e in campo internazionale, figura fondamentale, a tratti insostituibile. Prima donna alla guida del Museo, ha svolto il suo lavoro con passione, energia e ottimismo anche nei momenti più critici, come quelli legati alla pandemia. Il suo impegno costante e il suo contributo innovativo hanno portato a chiudere il 2022, con un eccezionale risultato in termini di visitatori e qualità delle iniziative. Mariella Mengozzi era una donna tenace e determinata, che non ha tralasciato i suoi impegni al museo neanche negli ultimi mesi, nonostante il male che la affliggeva”.

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