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Europei 2024, l’Italia stacca il pass per la rassegna iridata: decisivo il pareggio con l’Ucraina

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L’Italia di Luciano Spalletti si qualifica alla fase finale degli Europei di calcio, in programma il prossimo giugno in Germania.

Nel primo tempo gli azzurri sfiorano più volte il vantaggio, prima con Frattesi a tu per tu con Trubin e poi con Barella, che si vede respingere la sua conclusione dalla distanza dal portiere ucraino. In generale, l’Italia gioca in maniera aggressiva concedendo poco o niente agli avversari, ma senza trovare la via della rete.

Ripresa che si apre con il cambio Scamacca per Raspadori, che cambia il modo di giocare degli azzurri, che intorno al 60esimo calano notevolmente nel ritmo e nel pressing, favorendo il ritorno prepotente dell’Ucraina, alla ricerca del gol qualificazione. Padroni di casa mai pericolosi, se si eccettua il contatto tra Cristante e Mudryk avvenuto in area di rigore nel recupero della partita, che ha lasciato un’intera nazione con il fiato sospeso.

Per fortuna, il VAR non ravvede alcuna irregolarità e sancisce il passaggio del turno dell’Italia, che tra circa 8 mesi difenderà il titolo conquistato nel 2021.

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Tragedia nel mondo del calcio, muore a soli 34 anni, Emanuela Perinetti, figlia di Giorgio, si è spenta in ospedale

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Si è spenta a 34 anni Emanuela Perinetti, figlia dello storico dirigente del Napoli di Maradona ( fu lui a comunicargli la positività alla cocaina nel ’92) e attuale responsabile dell’area tecnica dell’Avellino Giorgio Perinetti. Influencer Marketing Manager nel mondo del calcio, Emanuela Perinetti si era distinta nel mondo del calcio per la sua grande professionalità. La morte è sopraggiunta dopo un periodo di ricovero ospedaliero dovuto all’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Nel 2018 perse la mamma Daniela, deceduta a causa di un tumore al seno,

La notizia della morte di Emanuela ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo del calcio.Tra i primi a esprimere il proprio cordoglio per la fine prematura della 34enne è il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello, che ospitava spesso Giorgio Perinetti in trasmissione, oltre ad essere un grande tifoso irpino: “Abbiamo portato avanti la trasmissione fino alla fine, parlato abbondantemente di quanto è accaduto alle squadre italiane impegnate in Champions League. Consentitemi ora, in chiusura, di soffermarmi anche su altro. Siamo rimasti letteralmente sconvolti da una notizia terribile: la scomparsa della figlia di Giorgio Perinetti. Il dirigente, come è ben noto, è intervenuto più volte da noi, nella nostra trasmissione. Sono in difficoltà anche nell’inviargli un messaggio di cordoglio perché mi rendo conto di quello che sta vivendo. Non possiamo che pensare a lui in questo momento”.

L’Avellino, attuale società del dirigente romano, si è stretto attorno al suo direttore dell’area tecnica per il grave lutto. “L’U.S. Avellino 1912 si unisce al dolore del proprio direttore dell’area tecnica Giorgio Perinetti per la scomparsa della cara figlia”, si legge in una nota del club irpino. Anche il Venezia, uno degli ex club di Perinetti, ha voluto far sentire la propria vicinanza al noto e stimato dirigente con un messaggio sul sito ufficiale: “Il Venezia FC si unisce al dolore che ha colpito la famiglia Perinetti ed esprime le più sentite condoglianze per la prematura scomparsa di Emanuela, figlia maggiore di Giorgio Perinetti, che in qualità di Direttore Sportivo dal 2015 al 2017 ha guidato il club arancioneroverde prima alla promozione in Serie C e l’anno seguente alla conquista della Serie B ed alla Coppa Italia di Lega Pro. Addio, Emanuela”. 

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Mazzarri, le prime parole sul ritorno ai tifosi, lo aspettavano all’esterno dell’albergo

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Grande emozione per Walter Mazzarri nel primo giorno della sua seconda avventura alla guida del Napoli. Il tecnico toscano ha parlato con alcuni tifosi che lo attendevano all’esterno del Grand Hotel Serapide a Pozzuoli. “Prime sensazioni? Son stanco, sono due giorni che non dormo! E’ tutto bello, come al solito”, le prime parole di Mazzarri ad un tifoso in un video pubblicato da Calcionapoli24. Il nuovo trainer azzurro sarà oggi a Castel Volturno per il primo allenamento con la squadra.

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Scontri prima della Champions. Cinque anni e due mesi di reclusione, gli avvocati annunciano ricorso

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Il gup di Napoli Luca Della Ragione ha condannato a cinque anni e due mesi di reclusione – anche per il reato di devastazione che ha ingloba quello di danneggiamento – due ultrà dell’Eintracht Francoforte, coinvolti nei gravi scontri avvenuti in città lo scorso 15 marzo per la gara di Champions League Napoli-Eintracht. Gli imputati sono stati ritenuti colpevoli anche di resistenza aggravata. I tifosi tedeschi percorsero in corteo a piedi le vie della città e in piazza del Gesù entrarono in contatto con le forze dell’ordine in assetto antisommossa scatenando una vera e propria guerriglia urbana e provocando panico in passanti e commercianti.

Notevoli furono i danni provocati: vennero anche appiccate le fiamme a una volante della Polizia. Un altro tifoso tedesco è stato condannato a 10 mesi di reclusione con la condizionale lo scorso 23 maggio: venne arrestato sempre in quell’occasione ma per i tafferugli avvenuti davanti all’Hotel Continental dove alloggiava un folto gruppo di supporter dell’Eintracht. Le forze dell’ordine respinsero un blitz delle frange estreme del tifo partenopeo. Il tedesco finì in carcere insieme con gli altri due condannati ieri: la Procura e la Digos gli contestarono i reati di residenza aggravata e la richiesta al giudice fu di 3 anni e 4 mesi di reclusione.

“È il primo dei tre gradi di giudizio, bisogna attendere il deposito delle motivazioni, che avverrà tra 30 giorni ma preannunciamo che faremo ricorso in appello”. Lo assicura il collegio difensivo dei due tifosi tedeschi dell’Eintracht. “Dall’inizio del processo abbiamo fatto emergere – sottolineano gli avvocati Daniele Tuffali, Giovanni Adami, Serena Improta e Simone Bonaldi – che i due tifosi erano presenti in piazza ma che non hanno preso parte agli scontri e alle azioni violente”.

Gli avvocati sottolineano anche che nei confronti dei due condannati il gup ha ritenuto sussistenti le attenuanti generiche: “Entrambi – spiegano i legali – hanno risarcito il Comune di Napoli con la somma di 10mila euro”. Per i quattro professionisti la condanna a cinque anni e due mesi di reclusione (il reato di devastazione prevede pene tra 8 e 15 anni), giunta al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, rappresenta, in sostanza, “un segnale nei confronti di chi si rende protagonista di azioni di quella portata”.

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