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Fondi per i Comuni e per le spese famiglia. Conte ha solo distribuito slogan e contentini. Tutti i dettagli

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Se il partito più votato in Italia e che indica il Premier al Presidente della Repubblica è quello che vince le elezioni improntando la sua campagna elettorale sugli slogan e sul sentiment che si misura attraverso i trend sui social, dopo non si può pretendere che a governare non lo faccia allo stesso modo. Infatti l’ultima conferenza stampa tenuta da Giuseppe Conte dove ha annunciato gli aiuti per venire incontro al fabbisogno dei Comuni e alle esigenze di tutte quelle famiglie che non riescono a mettere il piatto a tavola è stato proprio il festival degli slogan.

Nessuna misura economico straordinaria è stata varata nella giornata di ieri. I 4,3 miliardi di euro indirizzati agli 8300 comuni italiani, in realtà erano già previsti, erano già inseriti sia nel bilancio nazionale che nei bilanci di ogni singolo comune. Sono i fondi che ogni anno il governo trasferisce nelle casse dei comuni per il proprio fabbisogno e coprire eventuali spese date dalle evasioni sul territorio. Tale trasferimento era previsto a cavallo dei mesi Maggio e Giugno e il Premier Conte, vista l’emergenza sanitaria che nei fatti impedisce ai Comuni di incassare soldi dalle Imposte e Tributi, ha deciso solo di anticipare i tempi per evitare che gli enti comunali collassassero in questo periodo di emergenza e sommare una disastro ad un altro, un po’ come sta avvenendo con la quarantena che cerca di evitare il collasso delle sale intensive. Stesso disegno, stessa modalità di pensiero, zero azioni, zero visione e soprattutto zero sovvenzionamenti reali attuabili sin da subito. E c’è di più.

I comuni che riceveranno questi fondi, se non ancora approvato il bilancio dell’esercizio successivo, in realtà non potranno spenderli e siccome l’emergenza da coronavirus è capitata proprio nel periodo in cui ogni Comune si accingeva ad approvare il proprio resoconto, saranno parecchi quelli che avranno difficoltà a deliberare il bilancio per potersi permettere di spendere quei soldi che lo Stato versa.

Per quanto riguarda invece i 400 milioni di euro destinati ai buoni spesa per le famiglie meno abbiente, ci sono dei vincoli e delle costanti. La costante è che ogni buono spesa è formata da una tantum di € 300,00 a nucleo familiare con la precedenza a quei nuclei più esposti a rischio di contagio e a quelli che non godono già di sostegno pubblico (es. reddito di cittadinanza e/o pensioni). In media in un Comune che va dai 30mila agli 80mila abitanti non si può fare la spesa a più di 266 famiglie per una sola volta. Ora premesso che una famiglia formata da tre persone, in media spende all’incirca € 600,00 per il solo sostentamento alimentare, vuol dire che lo Stato a quelle famiglie che già non potevano permettersi un pasto caldo, su due mesi di quarantena gli ha offerto solo quindici giorni di sostegno, per gli altri 45 giorni bisogna cucirsi la bocca. Se queste sono ritenute misure sociali adeguate allora vuol dire che il sottoscritto non è mai stata una cima in matematica.

La realtà è un’altra ed è molto più amara. I rumors scatenati da quelle persone che già da diversi giorni aveva avuto difficoltà di apparecchiare la tavola per i propri figli sono arrivati sui pc e tablet dei responsabili della Comunicazione del capo del governo e onde evitare l’evolversi dei casi, il Premier ha ritenuto opportuno uscire in video, toccare l’argomento e dispensare un contentino per sedare gli animi, consapevole che la maggior parte degli italiani non si occupa di politica e l’altra parte non sa fare i conti. Così la gran parte di chi ha ascoltato ha subito inneggiato alla grandezza del nostro Presidente del Consiglio senza prima riflettere su quanto si era dichiarato, manco avesse parlato Sandro Pertini, tutti lo hanno scambiato per il salvatore del popolo.

In realtà il nostro bravo Giuseppe Conte sta attendendo ancora la risposta dall’Europa. Anche qui il nostro Premier è tardivo a capire che della sua richiesta di elemosina nessun capo di governo che conti davvero in Europa sarà disposto ad accoglierla.

Da sempre l’Italia è un Paese preso di mira dagli altri Stati membri dell’Unione Europea, la svendita della sovranità monetaria e le privatizzazioni che si sono succedute non hanno fatto altro che avvantaggiare la concorrenza estera sulle nostre aziende e la varietà di trattamento sui prestiti derivanti dal Fondo Monetario hanno fatto il resto. Ora, visto che è risaputo il fatto che l’Europa è solo un’unione monetaria fondata sulle richieste del mercato finanziario, perché mai oggi, anche se la pandemia ha colpito tutti, indistintamente dal PIL, l’Europa dovrebbe cambiare idea sul trattamento del prestito nei nostri confronti? Il Premier Conte, per fare questo tipo di richiesta ha qualche asso nella manica? Sa dove poter far leva per far sì che le sue richieste vengano accettate o spera solo in un ravvedimento sentimentale da parte dei membri dell’Eurogruppo e della Presidente della BCE Lagarde?

Ecco perché non basta essere l’avvocato degli italiani per fare il duro quando il gioco si fa duro. Bisogna conoscere a fondo i meccanismi e le matasse che tengono su i fili in Europa in maniera tale da poter far leva su qualche nodo per sbrogliare qualche gomitolo che tiene strette le serrature della cassa nei confronti del Bel Paese. Una cosa è sicura, un Conte non basterà quando all’emergenza sanitaria seguirà quella economica e se proprio non si sa dove mettere le mani per scovare nuove risorse allora sarà meglio farsi da parte e lasciare il posto a chi è più competente.

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SANT’ANTIMO. I supporters di Buonanno hanno messo in moto la macchina del fango che potrà rivelarsi per loro un vero boomerang

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SANT’ANTIMO – Si avvicina la data che stabilirà i nastri di partenza ufficiali della campagna elettorale. Le nomenclature sono quasi fatte e con esse anche la conta delle probabili preferenze e chi è oggettivamente in svantaggio secondo i pronostici ha già messo in moto la macchina del fango tesa ad operare come arma di distrazione di massa che vorrebbe far cadere le attenzioni di organi sovracomunali lontane dalle sue candidature.

È quello che sta succedendo sui marciapiedi santantimesi in questi giorni, dove i supporters di Massimo Buonanno, hanno cominciato a sguinzagliare i cappucci e le marionette per instillare nell’opinione pubblica santantimese l’idea che tra le file di Nicola Marzocchella si annidano candidature posticce e/o vicine ad ambienti malavitosi.

Praticamente, se questi fossero convinti delle dicerie diffuse agli angoli dei bar cittadini, risulterebbe innegabile che stanno a guardare la pagliuzza nell’occhio dei loro competitor senza vedere la trave che c’è nei loro occhi e in quelli dei loro colleghi di coalizione.

Infatti dai santini che stanno girando già sui social, si individuano almeno tre o quattro candidature tra le file della coalizione Buonanno che potrebbero creare seri fumus all’indomani di una probabile vittoria dell’ex Sindaco.

Tra parenti di primo grado e affini di pregiudicati – perfino detenuti al 41bis ritenuti affiliati al clan dei casalesi – e personaggi borderline del territorio si può dire che la coalizione di Buonanno probabilmente sarà quella che ne offrirà un numero consistente. Così come c’è da precisare che tutte questi candidati sono persone oneste con onorabilità illibata e libere di potersi candidare poiché non presentano carichi pendenti negativi ma che hanno un solo difetto, se così lo si può chiamare, quello di appartenere a qualche personaggio poco raccomandabile in città e le parentele si sa non sono né ricercate né tanto meno scelte ma possono creare fumus importanti ai fini di un probabile nuovo scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Quindi se la macchina del fango messa in moto dagli accoliti di Buonanno fosse stata messa in moto inconsapevolmente è giusto che anche loro sappiano che questa strategia potrebbe diventare un vero e proprio boomerang. Se al contrario, invece, la strategia fosse stata messa in campo con la consapevolezza di alcune parentele dei loro candidati, è legittimo pensare che forse è stata messa in atto per deviare le attenzioni verso la coalzione del loro diretto competitor. Una cosa è certa! Un comune già sciolto per infiltrazioni camorristiche non può permettersi un altro scioglimento per colpa del principio della vittoria a tutti i costi.

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SANT’ANTIMO. Buonanno chiede aiuto ai due “papà”, loro parlano di tutto tranne che della città e lui resta in silenzio

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SANT’ANTIMO – Si è appena concluso il dibattito a senso unico condotto dall’impeccabile collega Davide Ponticiello che negli studi della sua locale emittente ha ospitato il candidato a Sindaco Massimo Buonanno, il Consigliere Regionale Giovanni Porcelli e il vicesindaco metropolitano Giuseppe Cirillo.

Uno spettacolo a dir poco avvilente per i santantimesi speranzosi di ascoltare qualche tema che li riguardasse, che ambivano in qualche “arringa” del loro ex sindaco, o in qualche soluzione agli atavici problemi della città e invece no! Si è assistito all’accompagnamento del fanciullo davanti ai portoni della scuola elementare. Papà Porcelli e Papà Cirillo, giusto per essere anche in tema gender-progressista, stasera hanno accompagnato a scuola il loro pargoletto, tentando di insegnargli il mestiere del politicante.

Il PD e la sinistra in generale, come al solito, sui territori sbagliano l’approccio ed effettuano endorsement ai loro candidati muovendosi ancora con le cosiddette truppe cammellate, parlando il politichese senza mai affrontare i temi seri. Così, stasera si è potuto assistere al mutismo selettivo del candidato a Sindaco Buonanno, imbambolato dai monologhi di Porcelli e Cirillo che non vivendo il territorio, ognuno per sé ha potuto raccontare quanto è bella la Regione e/o Città Metropolitana, cercando di appioppare ancora una volta la litania della filiera istituzionale.

Allora da osservatore del territorio qualche domanda me la pongo e la pongo ai due protagonisti che come crocerossine sono venute in soccorso del già acciaccato ex sindaco: cosa vuol dire assicurare la filiera istituzionale? Che se non sarà Buonanno, al prossimo Sindaco, la Regione o Città Metropolitana non prenderà nemmeno in considerazione i suoi progetti o non saranno stanziati fondi? Se la risposta è si, allora vuol dire che tutti sbagliano l’interpretazione del termine “istutuzione” – che è diverso dall’appartenenza politica – e che chi governa sceglie a proprio piacimento chi favorire?

Ad un certo punto della trasmissione Buonanno, in pieno stile “mattonella” – come si dice in gergo – (scenetta già preparata), chiede aiuto a Porcelli sull’aspetto Sanità, dicendo di andare in Regione a battere i pugni sul tavolo, essendo quest’ultimo membro della Commissione Sanità alla Regione Campania. Saranno anche miei limiti, ma siccome Sant’Antimo non gode della presenza di nessun ospedale o struttura RSA, chissà che tipo di aiuto avrà chiesto al consigliere deluchiano, dato che l’unica assistenza che offre il Comune è quella sociale e per questo esiste l’Ambito che è l’ente preposto.

Il dato politico che esce fuori è alquanto disarmante. Dal candidato a Sindaco Buonanno, non si ascoltano temi, stasera era attore non protagonista di una sceneggiatura già trita e ritrita a queste latitudini, un fido scudiero di due arrembanti cavalieri che, chissà perché, hanno scelto di partecipare a questo desolante teatrino. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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