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NAPOLI, si è persa l’occasione per far star zitto Salvini

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NAPOLI – Ieri doveva essere la giornata della protesta, doveva essere quel giorno in cui i napoletani dovevano gridare all’Italia intera che non è altro che un regno annesso ad un governo del nord, insomma i napoletani, finalmente, stanno prendendo coscienza della loro identità e della verità storica sul risorgimento, ma il problema è, almeno per gli avvenimenti accaduti ieri, lo dimostrano in modo del tutto errato.

Facendo un analisi accurata, possiamo dire con certezza che il sindaco De Magistris non è immune da colpe, il fatto che si è finiti col ridurre la città ad una location tipica di un war game non lo condanna ma non lo esonera neanche, perchè vuoi o non vuoi, il fare alleanze con DeMa e quindi con quelle persone che occupano i centri sociali di Napoli, in campagna elettorale, raccogliendo sempre più consensi possibile per poter fare il sindaco a Napoli, poi non ti lascia immune dal seguire i loro ideali e i loro principi.

Infatti i DeMa hanno deciso di contestare Salvini e il bravo sindaco si è accodato al volere della maggioranza della sua alleanza, nessuno mette in dubbio che le intenzioni di tali manifestazioni erano pacifiche, ma è il principio che non torna, specialmente il principio di chi nel suo acronimo decide di adottare la parola Democrazia.

Infatti un principio basilare della Democrazia, così come sancito anche dalla nostra costituzione è la libertà di espressione e partendo dal presupposto che l’odio non va combattuto con l’odio e l’emarginazione, allora perché dei democratici di sinistra decidono di impadronirsi di una città da sempre democratica e tollerante e alzano muri verso chi ha sempre manifestata poca simpatia verso il popolo partenopeo? E ci si domanda inoltre dov’è finita l’ironia napoletana? Dov’è finito il sarcasmo napoletano?

In occasione di una visita di Adolf Hitler a Napoli, nel momento in cui passò l’auto del fuhrer, lo stesso tirò fuori il braccio destro per fare il saluto romano ed un cittadino napoletano esclamò: “Sta vrenn si for chiove!” (sta vedendo se fuori piove). Ecco questo è il vero atteggiamento napoletano, l’indifferenza che sfocia in satira.

Salvini non è un personaggio politico da prendere seriamente, è un politico poco preparato dal basso livello culturale come la stragrande maggioranza dei politici che occupano i banchi del Parlamento e allora perché prestargli il fianco e far si che oggi lui vada in tutte le TV a demonizzare tali atteggiamenti e passare per martire?

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Papa Francesco sarà al G7 sull’intelligenza artificiale: l’annuncio di Meloni

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“Sono onorata di annunciare la partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale”, è quanto annunciato in un video dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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GP di Nürburgring 1976: all’asta il casco dell’incidente di Niki Lauda

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Il casco indossato da Niki Lauda, al Gran Premio di Nürburgring, nel 1976, che gli sarebbe potuto costare la vita, tant’è che – pensate – gli fu fatta l’estrema unzione data la gravità delle condizioni in cui versava, verrà messo all’asta da Bonhams in occasione del GP di Miami, in programma la prossima settimana. La previsione è che il valore potrà raggiungere i 60mila dollari. Il casco è stato, fino ad oggi, conservato da collezionisti privati. 
Una parte del ricavato della vendita sarà donata dal venditore e da “Bonhams Cars” all’Unicef.

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Chiara Ferragni, l’azienda cerca nuovi soci per 6 milioni di euro

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I danni d’immagine dipesi dallo “scandalo pandoro” e dall’allargarsi dell’inchiesta non sono ancora quantificabili, ma le conseguenze economiche cominciano a dare i primi segnali.
Chiara Ferragni avrebbe bisogno di sei milioni di euro, dopo il calo dei ricavi della Fenice srl. Per ottenere nuovi finanziamenti, l’influencer potrebbe scegliere di affidarsi a nuovi soci.
I consulenti le suggeriscono di prepararsi a perdite comprese tra uno e tre milioni di euro, nel prossimo triennio. Secondo quanto riportato da “Il Messaggero”, alla Ferragni è stato suggerito di raccogliere nuovi fondi di equity, per un valore di cinque o sei milioni di euro. La perdita dei ricavi al momento si aggirerebbe intorno al 40%. 

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