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Consulta Nazionale dell’agricoltura

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La produzione di melanzane in Italia è stata complessivamente intorno alle 600.00 tonnellate, di cui circa 60 tonnellate coltivate in serra. La superficie coltivata complessiva supera i 25 mila ettari. Tra le regioni nelle quali risultano concentrate le maggiori produzioni di melanzane risulta proprio la Campania, che rappresenta il 26% della produzione nazionale. In Campania le provincie di Caserta, Salerno e Napoli producono circa 180.000 tonnellate. Gli scambi commerciali nazionali di melanzane evidenziano un aumento sia delle importazioni che delle esportazioni: le esportazioni di melanzane si attestano su un quantitativo di 5.516 tonnellate; le importazioni sono pari a 11.996 tonnellate.

Cosi è intervenuto a margine della Sagra della Melanzana, tenutasi a Santa Maria la Carità, Rosario Lopa, Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura Turismo Agroalimentare, componente del Dipartimento Nazionale Agroalimentare Ambiente Turismo del MNS, già Delegato del settore Agricolo per la Provincia di Napoli. Oggi dobbiamo interessare il prodotto melanzana della provincia di Napoli, da un processo di valorizzazione da parte di operatori turistici, agricoltori ed enti istituzionali per promuovere la qualità del prodotto e le sue capacità gastronomiche nella ristorazione del territorio partenopeo. Tradizionalmente molto diffusa, e strettamente associata alle tipiche ricette in uso presso le famiglie di Napoli e provincia, la Melanzana Cima di Viola è un ecotipo locale che presenta bacche di forma allungata, con buccia di colore verde scuro, molto lucida.

Adatta al consumo fresco e prediletta per la sua polpa tenera, dal sapore particolarmente dolce e con esigua presenza di semi, forma l’ingrediente base di numerosi piatti prelibati, come le melanzane indorate e fritte, a funghetti con pomodorino del piennolo o con mozzarella di bufala in salsa di pomodoro San Marzano. Questa caratteristica melanzana, oggi fortemente riscoperta, viene prodotta soprattutto nell’agro Acerrano-Nolano e Sarnese-Nocerino, e la sua coltivazione è sempre stata legata alla facilità di lavorazione dei terreni e alla disponibilità di acqua. Per tradizione le bacche venivano raccolte due volte, la prima tra la fine di giugno e gli inizi di luglio e la seconda verso settembre-ottobre, con una produzione più pregiata.

Attualmente invece la raccolta della Melanzana Cima di Viola si svolge da maggio a tutto dicembre. Merita un cennola Melanzana Napoletana, simile nell’aspetto esteriore e nelle tecniche di coltivazione alla Cima di Viola, che viene raccolta a fine settembre a tutto novembre e rappresenta un’eccellente melanzana da serbo, grazie ai pochi semi, alla consistenza della polpa e alla scarsa decolorazione del prodotto conservato. Anche in questo caso si tratta di un tipico ortaggio profondamente radicato nelle tradizioni contadine dell’autoconsumo e che occupava un posto di rilievo nella dispensa delle famiglie del Napoletano.

Tradizionalmente la maggior parte delle bacche venivano sbucciate, affettate, passate in salamoia, sbollentate in acqua e aceto di vino bianco, strizzate e conservate sott’olio (con aglio, origano e patella – peperone piccante) per l’intero anno. Attualmente le Melanzane Napoletane continuano ad essere utilizzate per la preparazione domestica dei sottoli o sottaceti, magari gustate assume a provolone piccante, a costatela di maiale arrosto o in versione “merenda del cafone” (cozzo di pane con melanzane sottolio).

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Papa Francesco sarà al G7 sull’intelligenza artificiale: l’annuncio di Meloni

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“Sono onorata di annunciare la partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale”, è quanto annunciato in un video dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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GP di Nürburgring 1976: all’asta il casco dell’incidente di Niki Lauda

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Il casco indossato da Niki Lauda, al Gran Premio di Nürburgring, nel 1976, che gli sarebbe potuto costare la vita, tant’è che – pensate – gli fu fatta l’estrema unzione data la gravità delle condizioni in cui versava, verrà messo all’asta da Bonhams in occasione del GP di Miami, in programma la prossima settimana. La previsione è che il valore potrà raggiungere i 60mila dollari. Il casco è stato, fino ad oggi, conservato da collezionisti privati. 
Una parte del ricavato della vendita sarà donata dal venditore e da “Bonhams Cars” all’Unicef.

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Chiara Ferragni, l’azienda cerca nuovi soci per 6 milioni di euro

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I danni d’immagine dipesi dallo “scandalo pandoro” e dall’allargarsi dell’inchiesta non sono ancora quantificabili, ma le conseguenze economiche cominciano a dare i primi segnali.
Chiara Ferragni avrebbe bisogno di sei milioni di euro, dopo il calo dei ricavi della Fenice srl. Per ottenere nuovi finanziamenti, l’influencer potrebbe scegliere di affidarsi a nuovi soci.
I consulenti le suggeriscono di prepararsi a perdite comprese tra uno e tre milioni di euro, nel prossimo triennio. Secondo quanto riportato da “Il Messaggero”, alla Ferragni è stato suggerito di raccogliere nuovi fondi di equity, per un valore di cinque o sei milioni di euro. La perdita dei ricavi al momento si aggirerebbe intorno al 40%. 

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