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Napoli

Movida Napoli: chiusi due locali per un mese

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Due locali nella zona dei Baretti di Chiaia sono stati chiusi per un mese a causa di troppe violazioni, sia delle norme anti-Covid che dell’ordinanza anti movida emanata dal sindaco Manfredi.

La disposizione di chiusura è stata disposta dal Questore di Napoli, su proposta dell’Unità Operativa della Polizia locale di Napoli, che ha effettuato i controlli nei due locali, posti uno di fronte all’altro in vicoletto Belledonne a Chiaia.

Già nel mese di febbraio il bar è stato chiuso per cinque giorni a causa di un’aggressione nei confronti di una donna e  in quell’occasione, il gestore oltre a non prestarle soccorso aveva tentato di dissuaderla dal richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

Sempre nel mese di febbraio, gli agenti della Polizia Locale avevano sanzionato una dipendente ed il gestore degli esercizi commerciali per diffusione di musica ad alto volume oltre l’orario consentito e per il mancato rispetto dell’orario di chiusura in violazione dell’ordinanza sindacale.

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Napoli

De Luca contesta la qualità degli interlocutori della Meloni. Nel mirino anche il prete Maurizio Patriciello

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NAPOLI – La politica comincia a destarsi dal torpore che troppi anni ha consentito la formazione di enormi falle nel tessuto sociale di alcuni territori. Caivano è solo la punta dell’iceberg. Altri territori vivono gli stessi problemi se non pur più gravi, solo che a differenza del comune gialloverde, questi territori non hanno un prete che gli possa accendere i riflettori dei media e quindi, in un certo senso – anche se a volte sbaglia con le modalità e talvolta con falsi allarmismi e notizie non veritiere attira su di sé l’attenzione – bisogna ringraziare Maurizio Patriciello per aver spinto l’attuale governo a riqualificare il territorio affidandosi ad un Commissario Straordinario, altrettanto eccellente nel lavoro che sta conducendo a Caivano, come Fabio Ciciliano.

Ma questo non significa che i meriti della riqualificazione siano da attribuire a chi ha avuto la possibilità, anche grazie all’abito che indossa, di avvertire le alte sfere del governo del degrado che gli abitanti di Caivano sono costretti a vivere a causa dei vuoti lasciati da una politica clientelare e connivente con la criminalità organizzata egemone.

Comunque è alla politica che ci si rivolge ed è altrettanto la politica a possedere i mezzi e a risollevare le sorti di un territorio. La Chiesa non ha né questo ruolo né se ne può addossare né tanto meno deve sentire l’obbligo di riempire delle lacune sociali che non sono di sua appartenenza.

Figurarsi a vedere un prete che, nel nome di una bonifica effettuata dietro sua segnalazione, sente il bisogno di schierarsi politicamente facendosi vedere, inquadrare e fotografare al fianco della leader di Fratelli d’Italia in piena campagna elettorale per le Europee e rispondere presente all’invito fattogli dalla Presidenza del Consiglio in occasione della conferenza sulla riforma del Premierato di Giorgia Meloni. Fungere da testimonial della destra italiana e promuovere, contestualmente, forse anche a sua insaputa, un probabile scesa in campo della Chiesa attraverso un rapporto istituito col partito politico Fratelli d’Italia.

È quanto – secondo il mio modesto parere – ha imputato alla Premier e a Maurizio Patriciello, ieri sera in una diretta social, il Governatore della Campania Vincenzo De Luca che con spirito satirico, ha definito il prete del Parco Verde il “Pippo Baudo” dell’area a nord di Napoli con relativa frangetta.

Il senso della diretta del Presidente della Campania era la critica verso chi, appunto, fosse stato invitato ad ascoltare le parole della Premier italiana. Non dei giudici costituzionalisti che potrebbero intervenire in maniera autorevole laddove qualche visione illustrata avrebbe presentato profili di anticostituzionalità ma Iva Zanicchi, Pupo e appunto, il prete Patriciello.

Insomma ad ascoltare le parole della leader della fiamma tricolore, secondo il Governatore De Luca, non sono state invitati proprio personaggi autorevoli e competenti in materia.

Così come il prete, in tutti gli ambiti in cui viene invitato e/o intervistato risulta essere solo un testimonial di spicco ma non un personaggio autorevole su temi che, giustamente e legittimamente, non appartengono alla formazione etica, personale e professionale di un semplice salvatore di anime.

Ovviamente la Premier Meloni non è rimasta a guardare dopo le dichiarazioni social del Governatore De Luca e subito corsa in difesa di Patriciello, tiene ad evidenziare la posizione da “professionista antimafia” del prete caivanese.

Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità – aggiunge la presidente del Consiglio nel suo post su Facebook -. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”.

Non tarda ad arrivare la risposta del governatore campano al Presidente del Consiglio, intervenuta in difesa del sacerdote di Caivano. De Luca, quindi, attacca, ponendo l’accento sul vero spirito anticamorra che dovrebbe pervadere uno Statista e facendo riflettere tutti sul fatto che sbloccando i fondi destinati alla Campania e quindi con la formazione di nuovi posti di lavoro, ergo, restituendo dignità alle persone si combatte realmente la criminalità non con i testimonial televisivi, queste le sue parole: “Apprendo con animo turbato e contrito che l’on. Meloni ha trovato “spaventosa” una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione”, si legge nel post che anche il Presidente della Regione Campania ha postato sui social: “Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei che il Presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali”.

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Cronaca

Barra, 46enne perde la vita dopo forte esplosione nel suo garage

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All’ora di pranzo, in un garage di via Cupa Vicinale Bolino, nel quartiere Barra, è stata registrata una forte esplosione.
A 20 metri dal locale, a quanto pare sbalzato per l’esplosione, c’era il corpo senza vita del proprietario, Vincenzo Roselli,  napoletano, classe 1977.

Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri della compagnia Poggioreale coordinati dalla procura di Napoli per ricostruire la dinamica dell’evento

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Ambiente

Scossa ai Campi Flegrei poco fa, magnitudo 3.7: avvertita anche a Napoli centro

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Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 è stata registrata alle 13:25 di oggi, 10 maggio, nella zona dei Campi Flegrei.

L’evento tellurico, si apprende dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stato seguito da una meno forte, alle 13:29, di magnitudo 1.7, sempre con lo stesso epicentro.
Il terremoto, avvertito anche a Napoli, ha provocato apprensione e paura tra i cittadini della zona, ma allo stato non si segnalano danni.

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