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Inchieste

Ombre sulla vendita del Milan a RedBird, in corso acquisizioni della Finanza

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Ombre sulla vendita del Milan dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale, avvenuta lo scorso agosto. Infatti, il Nucleo Speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, sta effettuando acquisizioni nell’ambito di un’inchiesta.

In particolare, l’indagine parte da un esposto dell’ex socio di minoranza nella gestione del club, la lussemburghese Blue Skye. Da quanto è emerso, nel fascicolo è confermata l’ipotesi di una presunta appropriazione indebita, anche se al momento non ci sono indagati.

Secondo una prima ricostruzione, lo scorso settembre, Blue Skye e la sua controllante Luxembourg Investment Company avevano presentato al Tribunale civile di Milano un ricorso d’urgenza per bloccare la vendita del Milan, ma poi avevano rinunciato all’istanza cautelare prendendo atto che la compravendita era stata già perfezionata a fine agosto.

Pertanto, nel ricorso, le società lussemburghesi lamentavano di non aver mai “potuto ottenere alcuna informazione su questa vendita, alla quale erano direttamente interessate”, parlando di operazione ‘opaca’. Inoltre, i legali avevano spiegato l’esistenza di un procedimento pendente, avviato da Blue Skye contro Elliott su un capitolo della vicenda.

Si tratta di una causa intentata il 9 settembre, con cui si chiedeva “l’accertamento dell’invalidità della rinuncia al pegno esistente in favore di Project Redblack”, società veicolo costituita nel 2017 per l’operazione di investimento nel Milan e in cui entrò all’epoca Blue Skye.

Inchieste

Ancona, scoperta maxi frode fiscale da 2 miliardi di euro: i dettagli

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La Procura e la Guardia di Finanza di Ancona hanno scoperto una maxi frode fiscale da 2 miliardi di euro, che coinvolge ben 140 società fantasma.

L’operazione sarebbe partita da alcuni laboratori di confezione gestiti da cinesi nella provincia di Ancona, dove è stata scoperta una rete di società cartiere responsabile dell’emissione di fatture false per circa 150 milioni di euro, con un’evasione di circa 33 milioni di euro di Iva.

In particolare, le modalità adottate avrebbero assicurato agli imprenditori coinvolti l’immediata disponibilità del profitto della frode fiscale. Pertanto, le Fiamme Gialle di Senigallia hanno portato alla luce una rete di ulteriori 140 imprese esistenti solo sulla carta, domiciliate in luoghi improbabili se non ad indirizzi inesistenti.

Ebbene, queste aziende hanno emesso fatture false per un miliardo e 700 milioni di euro nel giro di soli due anni. Inoltre, sono stati eseguiti più di 30 provvedimenti di perquisizione e analizzati, sequestrati e bloccata l’operatività di 1.569 conti bancari, con l’impiego di 100 uomini nelle attività di perquisizione che hanno interessato le località Milano e provincia, Roncello (MB), Gallarate (VA), Montirone (BS), Firenze e provincia, Padova e Vittoria (RG).

Al momento, sono finiti sotto sequestro 350 milioni di euro e gli indagati sono 85.

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Inchieste

Appalti Rione Terra: concessi i domiciliari a Nicola Oddati, ex dirigente della Regione Campania

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Il Gip del Tribunale di Napoli ha concesso gli arresti domiciliari per Nicola Oddati, ex dirigente della Regione Campania nonché ex assessore comunale di Napoli dal 2001 al 2011, arrestato lo scorso 15 gennaio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti al Rione Terra.

Pertanto, anche il legale dell’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha presentato istanza per ottenere gli arresti domiciliari. Infatti, i due politici sono tra i destinatari di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 11 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di concorso in turbata libertà degli incanti, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e traffico di influenze illecite.

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Inchieste

Milano, disposto il Commissariamento per l’azienda di alta moda Alviero Martini

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Guai seri per l’azienda dell’alta moda Alviero Martini S.p.a., specializzata in borse e accessori, visto che stamane la Sezione Autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria, nell’ambito di un’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

In particolare, l’azienda è “ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo”. Infatti, sarebbero stati massimizzati i profitti usando opifici cinesi e facendo ricorso a manovalanza in nero e clandestina.

Secondo i primi accertamenti, l’impresa non avrebbe “mai effettuato ispezioni o audit sulla filiera produttiva per appurare le reali condizioni lavorative e le capacità tecniche delle aziende appaltatrici, tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato. E’ stato accertato che la casa di moda avrebbe affidato, mediante contratto di appalto con divieto di sub-appalto senza preventiva autorizzazione, l’intera produzione a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi”.

Tuttavia, “le aziende appaltatrici avrebbero solo nominalmente un’adeguata capacità produttiva e avrebbero potuto competere sul mercato solo esternalizzando le commesse ad opifici cinesi, i quali riescono ad abbattere a loro volta i costi grazie all’impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento”.

Nelle indagini dei carabinieri partite da settembre 2023, sono state effettuati accertamenti sulle modalità di produzione, confezionamento e commercializzazione dei capi d’alta moda, procedendo al controllo dei soggetti affidatari degli appalti nonché dei sub-affidatari non autorizzati, costituiti esclusivamente da opifici gestiti da cittadini cinesi nelle province di Milano, Monza e Brianza e Pavia.

Inoltre, gli otto opifici sottoposti a controllo sono risultati tutti irregolari, e in essi sono stati identificati 197 lavoratori di cui 37 occupati in nero e clandestini. Negli stabilimenti di produzione effettiva e non autorizzata “è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in condizione di sfruttamento (pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri), in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione e informazione), nonché ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico”.

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