

Attualità
Nuovo aeroporto Costa D’Amalfi attivo dal 2024
E’ stato presentato il progetto di ampliamento del nuovo aeroporto di Salerno-Costa D’Amalfi, il nuovo scalo campano che, stando a quanto annunciato, sarà attivo nel 2024. Un progetto firmato da Ateliers Alfonso Femia e Deerns Italia con Deerns NL, Planeground, Techproject, Od’A e Sun Flower, per dare vita ad un nuovo concetto di hub aeroportuale, caratterizzato da grandi spazi aperti in armonia con il contesto storico, artistico e ambientale. La pista di decollo sarà allungata fino a 2.200 metri e il nuovo terminal occuperà una superficie di 16 mila metri quadrati con un piano interrato. Elegante e maestosa anche l’area di accesso all’aeroporto, circondata da una grande zona di parcheggio.
“Mi piace questa valorizzazione della luce, perché qui ne abbiamo una unica, e questo studio fatto sui materiali. Questo, insieme alla luce, determina un effetto di magia, di incanto“ – ha dichiarato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della conferenza stampa di presentazione. “L’aeroporto punta ad avere un traffico di 5 milioni di viaggiatori nell’arco di tre anni da quando parte e partirà tra un anno e mezzo. Contiamo di avere un polo di grande attrazione turistica ma anche un polo di commercializzazione importante per l’agricoltura e l’industria della provincia di Salerno” – ha continuato. “Sarà un aeroporto molto bello, moderno dal punto di vista del risparmio energetico e con una particolare attenzione all’ambiente. E’ prevista anche una fermata della metropolitana dove sarà il nuovo ospedale e credo anche nell’area industriale di Salerno”. Non da meno l’impatto dal punto di vista occupazionale: “Stiamo lavorando per creare lavoro e contrastare una tendenza preoccupante, ovvero la fuga di giovani, soprattutto laureati, dal Sud. Se non creiamo lavoro, i giovani non rimangono”.
Attualità
Eccidio di Marzabotto, parla Mattarella: “La memoria di quest’evento costituisce la pietra angolare della nostra Costituzione”

In occasione dell’anniversario dell’eccidio di Marzabotto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha così ricordato quel tragico avvenimento. Ecco le sue dichiarazioni:
“A Marzabotto e nei territori che cingono Monte Sole, 79 anni or sono, si toccò l’abisso della barbarie e della disumanità. Centinaia e centinaia di persone inermi furono braccate per giorni e uccise dalle truppe naziste, con la complicità di fascisti locali. Non ci fu alcuna pietà per bambini, donne, anziani, disabili, religiosi. Le vicende della Guerra stavano costringendo gli occupanti ad arretrare e fu allora, in quei terribili mesi, che la vile ideologia dell’annientamento dispiegò tutti i suoi orrori. La memoria di questo eccidio, tra i più sanguinosi del Secondo Conflitto mondiale, costituisce una delle pietre angolari della nostra Costituzione e dell’anima dell’Europa, basata sulla promessa di pace che i popoli e gli Stati del Continente si sono scambiati dopo aver riconquistato la libertà. Libertà e democrazia hanno ricevuto forza qui, da così tanto dolore, e trovano alimento soltanto in una civiltà che sappia rispettare la vita, la persona, il diritto, capace di promuovere uguaglianza e giustizia. Su questo tessuto sono state edificate nuove Istituzioni e si è avviato il processo di integrazione europea: un patrimonio comune da preservare, potenziare e perpetuare, con tanta più determinazione, proprio adesso che la guerra è tornata drammaticamente a insanguinare il Continente”.
Poi, conclude: “Le nostre comunità e le nostre terre hanno conosciuto fin dove possano spingersi l’atrocità del male e la negazione della dignità umana. Esserne consapevoli è condizione per dire mai più, e divenire protagonisti di un domani migliore”.
Attualità
Questione stadi in Italia, De Laurentiis tuona: “Serve un Commissario, il calcio italiano è indietro rispetto agli altri Paesi”

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto per parlare della situazione stadi in Italia, ed ha così spiegato il suo punto di vista in una nota ufficiale:
“Ha ragione il ministro Andrea Abodi, sulla necessità di un Commissario per il problema degli stadi di calcio in Italia. Gli stadi non possono restare nella proprietà indisponibile dei comuni. Non tutti i comuni hanno i fondi necessari né per trasformare gli stadi obsolescenti da 60 anni né per manutentarli. Il calcio italiano fa fatica a mettersi lo smoking durante le proprie rappresentazioni rispetto alle altre nazioni”.
Poi, aggiunge: “Bisogna considerare che nel campionato italiano militano centinaia di calciatori appartenenti ad altre nazioni e quindi, vengono seguiti da tantissimi e fedelissimi supporters all’estero, nei confronti dei quali non facciamo certo una figura all’altezza del nostro calcio per via degli impianti, screditando anche la nostra nazione. Anche le modalità di ripresa delle partite stesse sono spesso compromesse dalla inadeguatezza degli impianti. Per non parlare poi dei problemi relativi alla sicurezza. È importante che Abodi spieghi al Commissario prescelto che non bisognerà assolutamente sposare l’abituale ‘burocratese’ che ha ingessato sempre il nostro Paese, liberando gli stadi da autorizzazioni complesse e spesso sottoposte a sovrintendenze digiune completamente di cultura dello sport, ma avvezze per natura a sposare in toto il suddetto burocratese”.
Attualità
Reddito di Cittadinanza, divampa la protesta a Napoli: “Vogliamo la nostra dignità”

Un gruppo di circa 50 persone si è radunato ieri in Piazza Garibaldi a Napoli, per protestare contro l’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Cori, striscioni e megafoni hanno accompagnato il grido di protesta dei bambini per il diritto di studiare, giocare e fare sport.
Inoltre, ci sono state numerose proteste per il carovita, il salario minimo e le pensioni bassissime: “Questo corteo è anche per voi, le pensioni sono da fame”. Poi: “Negli altri Paesi europei il Reddito è ancora attivo, se l’Italia non è in grado di stare in Europa deve uscire”. E ancora: “Non possiamo pagare le bollette, l’affitto, il cibo e la benzina. È aumentato tutto, siamo costretti a fare delle scelte. Ora è iniziata anche la scuola, per chi ha i figli è un casino”.
Pertanto, il corteo è proseguito in Corso Arnaldo Lucci verso via Marina, mentre la protesta ha puntato i riflettori contro i lavori a nero: “Non vogliamo tornare a lavorare per 450 euro al mese a nero, vogliamo la nostra dignità”.
Tra i partecipanti, c’è stato anche chi si è scagliato contro gli altri ex-percettori del sussidio: “Dite che volete lavorare, che volere i vostri diritti, ma dove stanno tutte queste persone?”.
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