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CAIVANO. Enzo Falco leader di nessuno. Angelino tenta la fuga in avanti.

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CAIVANO – Tanti anni di lotta fondata sulle bugie legate alla Terra dei Fuochi. Tante speranze di persone che sognavano un lauto compenso per ogni parente morto di cancro svanite nel nulla. A distanza di dieci anni l’ex Sindaco Enzo Falco ha finalmente dichiarato di avere la soluzione in tasca ma, evidentemente, non ce l’aveva mai fatta sapere perché è un vero e proprio burlone. Nella sua conferenza stampa di questa sera, l’ex primo cittadino ha dichiarato di aver in cantiere un progetto di piantumazione di 4000 alberi e attraverso un calcolo bislacco, preso non so da cosa o da chi, ha fatto capire che all’indomani dell’opera di forestazione ogni caivanese avvrà ossigeno abbastanza ogni giorno, lo stesso che farebbe dimenticare qualsiasi inquinamento. Ho voluto prendere solo questo come esempio per far capire che non mi ero affatto sbagliato sul tono e sull’entità della conferenza stampa ed è qui giustificata anche l’assenza della mia testata a quella ennesima presa per i fondelli ai caivanesi intentata dall’ex fascia tricolore.

Enzo Falco è convinto di rappresentare ancora la sintesi del centrosinistra caivanese. La sua incapacità politica non riesce a fargli vedere quanto sia rimasto solo e abbandonato da tutti. Le dichiarazioni di circostanza di chi non è andato dal notaio, in realtà sono fisiologiche ma da qui in avanti si giocherà un’altra partita. Una partita, in verità, già iniziata da Mimmo Semplice quando da Presidente maximo del comitato festeggiamenti della Madonna di Campiglione e dell’Associazione Passaggio a Nord Est ha cercato di distrarre la cittadinanza e di attirare a sé le attenzioni, salvo poi, rendersi conto di nutrire ancora una certa impopolarità tra le persone e decidere di virare sul nome di Maria Anna Cristiano, psicologa e sua amica fedele di “Rotary”, da proporre come prossima candidata a Sindaco al posto suo. E se da un lato il deus ex machina del PD comincia a guardare al futuro prossimo, Italia Viva nella persona di Francesco Emione col suo corredo di circa novecento consensi di certo non starà a guardare e sicuramente non vorrà fare di nuovo il comprimario dei dem.

Gli stessi che cercano di intestarsi un percorso già avviato negli anni addietro. Infatti sul loro manifesto si legge che vorrebbero far passare la loro amministrazione come quella uscita dal dissesto e come quella che ha risanato le casse, dimenticando che la loro amministrazione, in realtà è l’unica nella storia ad aver fatto scappare contemporaneamente il Dirigente alla Contabilità e il Presidente dei Revisori dei Conti prima dell’approvazione del Bilancio e che il loro Sindaco ancora non ha reso noto alla cittadinanza i motivi di quest’ammutinamento. Inoltre, molto artatamente, nel loro manifesto omettono di scrivere che il risanamento delle casse è dovuto proprio al coraggio che qualcuno ha avuto nel 2015 di dichiarare dissesto, lo stesso coraggio che oggi gli dà ragione la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato gli amministratori che hanno preceduto Simone Monopoli per danno erariale. Tanto è vero che il Sindaco del “dissesto” – come amavano definirlo i suoi detrattori – è stato l’unico amministratore a non essere coinvolto nell’indagine grazie alle sue mosse risultate valide come quella del censimento e dell’avvio del recupero fitti al Parco Verde. Azioni mai messe in campo dall’ultima Amministrazione come mai è stato richiesto il resoconto dei fitti delle case abusive acquisite a patrimonio comunale, occupate ancora da chi l’ha costruite sine titulo.

Ad onor del vero, l’iter burocratico per il risanamento delle casse comunali è già cominciato nel 2016 quando sempre sotto l’egida del cardiologo caivanese il Ministero degli Interni approvò il primo bilancio stabilmente riequilibrato – senza che nessun tecnico scappasse rassegnando le propire dimissioni – e si raggiunse il pareggio di bilancio.

Chi intanto cerca di fare la fuga in avanti attraverso una stampa amica sconosciuta è Antonio Angelino che da un lato pubblica dichiarazioni di circostanza sui social e dirama comunicati stampa asserendo di voler proseguire il suo percorso all’insegna del “nuovo che avanza” e dall’altro lato non disdegna di strizzare l’occhio a Forza Italia e al Movimento 5 Stelle. Infatti da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo è già da diversi mesi avviato un colloquio abbastanza fitto tra il leader di Caivano Conta è i consiglieri forzisti. A quanto pare l’unico neo sull’accordo è proprio legato al simbolo, per il resto sembra che siano in netto accordo. La congiunzione con i pentastellati, invece, la creerebbero proprio gli azzurri che già attraverso il loro Comunicato hanno fatto intendere di apprezzare le ultime mosse dei grillini.

Ovviamente il sogno di qualsiasi leader al di là delle dichiarazioni di facciate, ossia di non voler creare un nuovo carrozzone, è sempre quello del “tutti dentro” e stavolta lo potrebbe fare proprio il centro civico, inglobando Forza Italia, quel che resta del centro destra, Movimento 5 stelle e tutta la coalizione di Antonio Angelino. Quest’ultimo sa bene che dietro il suo voler a tutti i costi addossare la colpa della sua sconfitta alla corazzata kotiomkin messa su da Enzo Falco, si cela il suo fallimento nel non voler rappresentare la prima coalizione creatasi che comprendeva il gruppo di “Noi Campani” e due liste dell’ex Sindaco Simone Monopoli.

Per quanto riguarda quest’ultimo: non è esclusa – vista l’incapacità politica dell’ultima Amministrazione e gli eventi susseguiti che lasciano intendere di aver intrapreso, otto anni fa, la strada giusta – una sua discesa in campo.

Il medico caivanese oggi è candidabile. Avendo ricevuto la sua incandidabilità nell’Aprile del 2018 mentre la nuova legge del Governo gialloverde entrò in vigore a Dicembre dello stesso anno, lo pone in una posizione di candidabilità visto che la vecchia norma prevedeva una sola tornata elettorale di stop.

Quindi non è escluso un suo coinvolgimento in prima persona alle prossime elezioni come non è escluso, conoscendolo, che non vorrà affatto alcuna alleanza con chi l’ha tradito e sfiduciato. Staremo a vedere.

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Caivano

De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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