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Ambiente

Sciame sismico, controlli agli edifici scolastici sono stati disposti degli eventi bradisismici

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Sono partite le prime verifiche, stamattina, agli istituti scolastici di Pozzuoli. I controlli sono conseguenza dell’ondata di eventi bradisismici verificatasi nelle ultime settimane.
Così il sindaco puteolano, Luigi Manzoni: “A seguito degli ultimi eventi bradisismici, sono state avviate questa mattina ulteriori verifiche tecniche negli istituti scolastici delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Pozzuoli”. L’amministrazione sottolinea che si tratta di “una misura fortemente voluta dal sindaco Luigi Manzoni, dall’Assessore alla Pubblica istruzione Vittorio Festa e dalla dirigente Napolitano”, con “l’obiettivo condiviso con i tecnici della direzione Lavori pubblici di controllare e monitorare nuovamente ogni struttura”.

“Precisiamo che l’attività di monitoraggio è costante ma nonostante non siano state rilevate criticità sul territorio – hanno dichiarato in una nota sindaco e assessore – abbiamo ritenuto opportuno far svolgere nuove verifiche strutturali, per rasserenare i genitori in vista della riapertura dell’anno didattico. Una scelta che segue l’indirizzo dell’Amministrazione mirato al controllo preventivo”. Le periodiche verifiche sono riprese stamane e i tecnici comunali hanno iniziato dalle scuole del centro storico. “È giusto – conclude il comunicato dell’amministrazione puteolana – che tutte le famiglie, in ogni zona della città, si sentano serene nel poter mandare i propri figli in edifici sicuri. Terminati i controlli nel centro storico, a Pisciarelli e nella zona alta della città, soggetti a sollecitazioni maggiori, proseguiremo con le scuole di Arco Felice, Licola, Toiano e Monterusciello. I giovani, l’educazione e la sicurezza scolastica rappresenteranno sempre una priorità nella nostra attività amministrativa”.

Manzoni ha anche formalizzato, nella giornata di oggi, una richiesta di incontro con il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, con l’obiettivo di discutere con luio della situazione dei Campi Flegrei. “I fenomeni sismici degli ultimi giorni rientrano in una normale fase di crisi bradisismica. Tutte le azioni finora poste in essere sono state condivise e valutate positivamente anche dalla direzione generale della Protezione civile regionale. Tuttavia – ha spiegato il sindaco puteolano – ho formalizzato una richiesta di incontro ‘ad horas’ al ministro della Protezione Civile nazionale, Nello Musumeci”. Una richiesta fatta al fine di “coinvolgere ulteriormente anche il governo centrale” sul tema della mitigazione del rischio. “In particolare, la città di Pozzuoli necessita di provvedimenti ‘ad hoc’ e di appositi e specifici stanziamenti di risorse, da destinare prioritariamente all’attività di verifica e di eventuale adeguamento di tutti i fabbricati, anche di proprietà privata, per i quali non è possibile intervenire con fondi del bilancio comunale”, ha concluso il sindaco del comune flegreo.

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Trema il Vesuvio, l’evento registrato dalla Sala Operativa dell’Osservatorio Vesuviano

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Erano da poco trascorse le 2.20 quando il sismografo della Sala Operativa INGV-OV ha registrato un movimento in area Vesuvio. La scossa, avvertita anche da alcuni residenti, ha avuto una magnitudo di 2.3. Le coordinate geografiche determinate dall’Istituto vesuviano sono latitudine 40.8190, longitudine 14.4270. Profondità dell’evento meno di 1 km. 

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Nuova scossa di terremoto nei Campi Flegrei, il sisma è stato preceduto da un boato.

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Un terremoto di magnitudo 2.9 è avvenuto nella zona: Campi Flegrei intorno alle 4.28 del mattino del 12 settembre, con coordinate geografiche (lat, lon) 40.8280, 14.1410 ad una profondità di 2 km. Il terremoto è stato localizzato da: Sala Operativa INGV-OV (Napoli). Nonostante l’ora è stato avvertito nitidamente soprattutto dai residenti dei quartieri limitrofi all’epicentro, ma non solo. Pochi giorni fa un sisma di magnitudo 3.8 era stato il più forte degli ultimi 20 anni nell’area flegrea. E’ dal 2006 che si registra una ripresa dell’attività bradisismica. Il ritmo è, di certo, lontano da quello della grande crisi dell’inizio degli anni ’80, ma i ricercatori sono concordi nell’affermare che nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto sensibilmente. Secondo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore dell’Osservatorio vesuviano, il Rione Terra si è sollevato, dal 2006 a oggi, di oltre un metro. 

La domanda che tutti si pongono è se ci si debba preoccupare e se, a oggi, saremmo pronti di fronte a un episodio vulcanico di grosse dimensioni. Su questo, i pareri sembrano discordi. Da un lato, abbiamo le rassicurazioni dei rappresentanti istituzionali. Comuni, Città metropolitana, Regione, Protezione civile e Governo rassicurano la popolazione: non ci sono pericoli imminenti e, nel caso, i piani di prevenzione ed evacuazione sono pronti. Esistono, però, voci discordanti, che gettano ombre sulla possibilità di prevedere per tempo un’eruzione e sulla bontà dei piani. 

Gli esperti hanno lanciato diversi allarmi. Secondo Stefano Carlino, ricercatore dell’Ingv-Osservatorio vesuviano “…Uno dei problemi più significativi riguarda che cosa si celi “al di sotto” di queste spinte, se gas, vapore acqueo o anche magma in risalita. La mia interpretazione di quanto sta accadendo – chiarisce Carlino – è che è probabile che piccole quantità di magma siano arrivate nel sistema magmatico più superficiale, cioè quello localizzato a 3-4 chilometri dalla superficie, che è poi il sistema che determina il sollevamento. E c’è sicuramente anche un contributo idrotermale rilevante, fluidi ad alta pressione e temperature che probabilmente contribuiscono in maniera significativa al sollevamento. Non possiamo comunque dire con certezza quale sia la sorgente primaria di questo sollevamento, data l’ambiguità delle soluzioni che provengono dall’elaborazione dei dati”.

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Sanità. Terremoto Marocco, infermieri italiani pronti a partire se chiamati in causa.

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«Il nostro pensiero, la nostra solidarietà, arrivino dritti al cuore di una popolazione amica, che in questo momento vive l’evolversi di una vera e propria catastrofe, la peggiore che abbia mai colpito il Marocco. Mentre si aggrava di ora in ora il bilancio dei decessi del sisma a Marrakech, e non possiamo non pensare alle vittime del terremoto, siamo certi che il nostro Governo e le Regioni, con la Protezione Civile, sono pronti per sostenere concretamente il popolo marocchino e gli oltre 2mila feriti coinvolti in quella che è una vera e propria strage».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri. «Come in passato è accaduto per altre calamità naturali del genere, va ricordato che nostri operatori sanitari possiedono non solo le competenze per intervenire se chiamati in causa, ma anche quella dose indispensabile di qualità umane per sostenere, non solo dal punto di vista sanitario, in particolare donne, anziani e bambini, i soggetti più deboli, i feriti, coloro che sono rimasti sotto le macerie e sono ancora in vita.

Ricordiamo quanto accaduto con il terremoto in Turchia nello scorso maggio: in particolare siamo in contatto con le realtà infermieristiche del Veneto e anche della Toscana, che possiedono operatori formati per supportare la squadra Usar dei vigili del fuoco, gli uomini addestrati per la ricerca e il recupero delle persone sepolte dalle macerie, con il compito di fornire l’assistenza sanitaria ai feriti.

Apprendiamo, in queste ore, che si stanno anche attivando i primi aiuti umanitari: la Cei, la Croce Rossa, come sempre accade, hanno avviato da subito raccolte fondi per inviare farmaci e generi di prima necessità. Ma potrebbe esserci bisogno di personale sanitario specializzato, e quello italiano, lo sappiamo bene, è pronto a partire per sostenere, sul posto, i soccorritori locali, i medici, gli infermieri marocchini. Siamo certi che se il Governo marocchino dovesse richiedere la presenza dei nostri operatori sanitari, l’Italia non esiterebbe un solo istante.

Proprio i feriti, come capita in queste situazioni così delicate, possono avere fratture, emorragie e immaginiamo, mentre andrà avanti di ora in ora la ricerca degli eventuali superstiti sotto le macerie, che serviranno sangue, farmaci e naturalmente operatori sanitari specializzati, con l’allestimento di ospedali mobili. Siamo certi che il nostro Governo sa già come agire, i nostri infermieri ancora una volta sono pronti per una missione che non può attendere», conclude De Palma.

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