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Vaccini. Pfizer chiede autorizzazione per la terza dose: la protezione cala dopo 6 mesi

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Il direttore scientifico della società statunitense Pfizer, Mikael Dolsten, ha annunciato che l’azienda chiederà l’autorizzazione per procedere con la terza dose in quanto la protezione cala dopo 6 mesi.

Entro agosto l’azienda farmaceutica statunitense, produttrice di uno dei vaccini anti-Covid chiederà alle autorità regolatorie, tra cui la Fda, Food and Drug Administration, in Usa e l’Ema nella Ue, un via libera d’emergenza per la produzione di una terza dose al fine di arginare l’aumento dei contagi.

Si tratta di una decisione necessaria per evitare nuove ondate e assicurare la massima protezione contro il virus e le sue mutazioni alla popolazione. Nelle scorse settimane l’azienda farmaceutica ha avviato una sperimentazione clinica sulla somministrazione di una terza dose di vaccino che avrebbe mostrato dati iniziali “incoraggianti”: secondo quanto emerso, infatti, dallo studio applicato, una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi.

Dolsten, ha inoltre assicurato che “il vaccino Pfizer-BioNTech ha alti livelli di protezione contro la variante Delta“, prevenendo dunque i ricoveri e i casi gravi di Covid-19.

Secondo il direttore scientifico della Pfizer, i dati emersi da uno studio israeliano che dimostrerebbero una minore efficacia del vaccino contro la variante Delta del virus si riferiscono “principalmente alle infezioni nelle persone che erano state vaccinate a gennaio o febbraio“.

Spiegando poi che “Probabilmente sussiste il rischio di reinfezione perché gli anticorpi, come previsto, diminuiscono”.

Le persone probabilmente avranno bisogno di una dose di richiamo del vaccino anti-Covid ogni 12 mesi e che l’azienda sta sviluppando una versione aggiornata del vaccino che prende di mira l’intera proteina spike della variante Delta” ha affermato anche il Ceo di Pfizer, Albert Bourla.

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Papa Francesco sarà al G7 sull’intelligenza artificiale: l’annuncio di Meloni

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“Sono onorata di annunciare la partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale”, è quanto annunciato in un video dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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GP di Nürburgring 1976: all’asta il casco dell’incidente di Niki Lauda

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Il casco indossato da Niki Lauda, al Gran Premio di Nürburgring, nel 1976, che gli sarebbe potuto costare la vita, tant’è che – pensate – gli fu fatta l’estrema unzione data la gravità delle condizioni in cui versava, verrà messo all’asta da Bonhams in occasione del GP di Miami, in programma la prossima settimana. La previsione è che il valore potrà raggiungere i 60mila dollari. Il casco è stato, fino ad oggi, conservato da collezionisti privati. 
Una parte del ricavato della vendita sarà donata dal venditore e da “Bonhams Cars” all’Unicef.

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Chiara Ferragni, l’azienda cerca nuovi soci per 6 milioni di euro

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I danni d’immagine dipesi dallo “scandalo pandoro” e dall’allargarsi dell’inchiesta non sono ancora quantificabili, ma le conseguenze economiche cominciano a dare i primi segnali.
Chiara Ferragni avrebbe bisogno di sei milioni di euro, dopo il calo dei ricavi della Fenice srl. Per ottenere nuovi finanziamenti, l’influencer potrebbe scegliere di affidarsi a nuovi soci.
I consulenti le suggeriscono di prepararsi a perdite comprese tra uno e tre milioni di euro, nel prossimo triennio. Secondo quanto riportato da “Il Messaggero”, alla Ferragni è stato suggerito di raccogliere nuovi fondi di equity, per un valore di cinque o sei milioni di euro. La perdita dei ricavi al momento si aggirerebbe intorno al 40%. 

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