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CAIVANO: La scuola “Viviani” del Parco verde inaugura l’anno scolastico con un convegno sulla legalità

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CAIVANO –Lunedì 24 ottobre alle ore 10 presso il 3^ Istituto Comprensivo “Parco Verde” di Caivano, plesso Viviani, avrà luogo la cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2016/2017. Un inizio scolastico all’insegna dei valori e della legalità che ha per tema “VOLETE IL SUCCESSO? DOVETE STUDIARE”, con particolare attenzione alla lotta alla dispersione ed al recupero dei ragazzi nelle aree a rischio.

Questo il tema fortemente voluto dal dirigente scolastico, professor Bartolomeo Perna, che vede l’istituto impegnato in prima fila a fronteggiare tali problematiche e che insieme anche con i genitori sta riscontrando risultati ottimali di recupero.

Intensa la scaletta della giornata che prevede:

  • Cerimonia dell’Alza Bandiera;
  • Inno di Mameli eseguito da Olimpia Pensa, cantante soprano, e dal musicista Vincenzo Perna
  • Il rintocco della Campana del dovere;
  • Saluti introduttivi ed interventi degli ospiti;
  • Performance dei ragazzi.

Una giornata che vedrà le principali componenti educative: Famiglia–Scuola–Enti Locali –Forze dell’Ordine impegnate sul medesimo fronte per un percorso comune di legalità e di valori. “Il nostro istituto è ubicato in un territorio difficile – dichiara il Dirigente Scolastico Perna – che tutti i giorni è impegnato in numerosi progetti atti ad emarginare il fenomeno della dispersione scolastica ed a infondere nei nostri alunni il senso di legalità e di regole di convivenza sociale allo scopo di eliminare quanto più possibile fenomeni legati all’irruenza e alla prevaricazione. Ringrazio per questo gli ospiti che di buon grado hanno accettato l’invito al dibattito, che sarà moderato da Francesco Celiento, direttore responsabile del periodico Caivano Press:

Dott. Lucia Fortini, Assessore Pubblica istruzione Regione Campania

Dott. Giandomenico Lepore, Già Procuratore Capo della Repubblica di Napoli

Dott. Diego Marmo, Già Procuratore aggiunto della Procura di Torre Annunziata

Dott. Cesare Romano, Garante dell’infanzia Regione Campania

Dott. Margherita Dini Ciacci, Presidente UNICEF Regione Campania

Dott. Carmelinda Falco, Neuropsichiatra infantile distretto sanitario 45 Asl Napoli 2 Nord

Sua Ecc.za Mons Angelo Spinillo, Vescovo diocesi di Aversa

 

Attualità

In Italia saranno ammessi rapporti intimi in carcere ma solo con la porta aperta e per massimo due ore

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Il diritto alla sessualità entra in carcere. A distanza di oltre un anno dalla pronuncia della Consulta, arriva il primo concreto segnale dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Dap, che apre definitivamente la strada alla possibilità di concedere colloqui intimi dietro le sbarre. «Un vero e proprio diritto soggettivo» del detenuto – secondo i giudici – che ora è consentito e stabilito dalle linee guida diffuse dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Ad usufruire di questo tipo di incontri potranno essere soltanto il coniuge o la persona stabilmente convivente del detenuto, in diversi casi anche più di una volta al mese. I numeri dei colloqui potranno sostituire gli stessi di quelli visivi periodicamente concessi e dureranno al massimo due ore.

La priorità sarà data ai detenuti che non hanno permessi premio, né altri benefici penitenziari che consentano di coltivare i rapporti affettivi all’esterno. Inoltre, in questo senso saranno privilegiati i detenuti, compresi gli imputati, che a parità di condizioni con altri devono espiare pene più lunghe e che sono in stato di privazione della libertà da più tempo.

La camera degli incontri, arredata con un letto e servizi igienici e senza la possibilità di chiusura dall’interno, sarà sorvegliata soltanto all’esterno dal personale di Polizia penitenziaria adeguatamente equipaggiato per il controllo dei detenuti e delle persone ammesse ai colloqui intimi.

La scelta ha però avuto anche dei risvolti negativi, in particolare c’è stata una dura presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, l’organizzazione più rappresentativa del Corpo, che in una nota inviata ai vertici del Ministero della Giustizia ha dichiarato: “Non possiamo tollerare che la dignità professionale dei poliziotti penitenziari venga svilita fino al punto da renderli, di fatto, custodi dell’intimità altrui. Noi non ci siamo arruolati per diventare “guardoni di Stato”, né accetteremo che tale ruolo improprio venga normalizzato per l’assenza di un progetto credibile, serio e sostenibile.”

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Donazione degli organi, sono sempre più in aumento le persone che si rifiutano

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L’11 aprile scorso si è celebrata la Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di Organi e Tessuti, un’occasione fondamentale per riflettere sul valore di un gesto che può salvare fino a sette vite.

Ma nonostante l’importanza di questa scelta, il trend preoccupa: nei primi tre mesi del 2025 il 40% di 950mila persone che hanno rinnovato la carta d’identità si è esplicitamente opposto alla donazione degli organi. È la percentuale più alta segnalata negli ultimi dieci anni, da quando vengono raccolti i dati delle dichiarazioni di volontà sottoposte alle persone al momento del rinnovo dei documenti.

Il centro nazionale trapianti, che coordina la distribuzione degli organi donati in tutti gli ospedali italiani in seguito alla morte di una persona, giudica questo andamento molto preoccupante perché a un aumento delle opposizioni corrisponde una minore possibilità di salvare migliaia di persone in attesa di un organo.

Grazie al consenso, lo scorso anno 1.730 persone hanno donato i loro organi contribuendo a 4.602 trapianti, perché un solo donatore può aiutare fino a sette persone, che diventano addirittura nove se polmoni e fegato vengono suddivisi tra più riceventi con la tecnica split.

I più propensi davanti all’ipotesi di donare gli organi dopo la morte sono i 40-50enni, i più dubbiosi sono soprattutto gli over 60, ma anche i 18-30enni, tra i quali le opposizioni sono passate dal 33,6% del 2024 al 37,9% del primo trimestre 2025.

Alla base ci sono spesso paura, mancanza di informazione o scarsa consapevolezza. Eppure donare è semplice, sicuro, e può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di pazienti in lista d’attesa.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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