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CARDITO. Manca un Confronto Democratico perché c’è troppo amore per il fango e l’inciucio da marciapiede

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CARDITO – Stamattina nell’aula Consiliare di Palazzo Mastrilli si è svolto il Consiglio Comunale che prevedeva l’approvazione di alcune variazioni di bilancio tra cui alcuni proventi intercettati dall’amministrazione Cirillo e che hanno permesso alcuni lavori pubblici sul territorio, nonché “Il Natale Carditese” e quella che sarà la costruzione del Teatro Comunale in uno dei due lotti della zona SLAI.

Oltre questo, la cosa più importante da ascoltare oggi, anche perché le minoranze erano tutte assenti, erano le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Cirillo che, all’indomani delle varie polemiche sollevate a mezzo stampa da ex addetti ai lavori circa lo svolgimento e la sospensione dei concorsi interni al Comune ha sentito il bisogno di fare chiarezza.

Prima di addentrarci nelle dichiarazioni del primo cittadino è giusto fare un appunto e spiegare cosa è successo sul territorio. Venerdì 6 dicembre scorso il sindaco di Sant’Anastasia Lello Abete, il segretario generale dello stesso Comune Egizio Lombardi, il consigliere comunale di maggioranza del comune vesuviano Pasquale Iorio, e il rappresentante legale di una società cooperativa di Salerno, sono stati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere dedita alla commissione di più delitti di corruzione. Il segretario Egizio Lombardi era anche il capo della Commissione formatisi per valutare e scegliere i vincitori di concorso a Cardito e non solo, anche la società cooperativa era la stessa che gestiva l’andamento dei concorsi a Cardito e quindi: qual occasione più ghiotta di questa per cercare di strumentalizzare la cosa?

La fantasia di alcuni ex addetti ai lavori arriva a livelli sovraumani, tanto è che si può pensare che se avessero argomenti e contenuti così come hanno fantasia, certi politici potrebbero governare per secoli piuttosto che mettersi a capo di manifestazioni abusive e invitare alcuni sindaci a mettere la legge da parte con un gergo tipico degli scaricanti di porto (con tutto il rispetto per questi ultimi). Ma veniamo ai fatti.

Alcuni giorni fa, attraverso una fanpage di Facebook legata ad una testata giornalistica locale, l’ex Consigliere Francesco Pisano si fa intervistare e si lascia andare ad una serie di supposizioni legata alla vicenda di Sant’Anastasia facendo leva su collegamenti creati ad hoc dalla sua fantasia e senza portare all’attenzione del giornalista, vistosamente ignaro del tema di cui si stava trattando, fatti reali e inconfutabili che potessero dimostrare quanto sia realmente inquinata anche la realtà carditese circa i concorsi pubblici.

Non è la prima volta che l’ex Consigliere Pisano si lascia andare a mezze parole, cose dette e non dette. Come la sua ultima trovata. Quella di far passare le sue dimissioni da Consigliere come un’azione non frutto della sua volontà, facendo quasi intendere di essere stato minacciato chissà da chi affinché lasciasse l’aula consiliare anzitempo. Diciamo che la risposta giusta gliel’ha data stamattina davanti alle nostre telecamere l’ex Consigliere Eugenio Lago dichiarando che un Consigliere Comunale, una persona che si è messo in gioco per il bene della propria comunità non può cedere a ricatti e/o minacce per pavidità, in quel caso risulterebbe inadatto a ricoprire tale ruolo. Un Consigliere comunale, un uomo delle istituzione è tenuto a lottare fino alla fine per i propri diritti e quelli dei suoi concittadini. È anche vero che ad oggi a nessuno risulta che l’ex Consigliere abbia mai denunciato apertamente o alle Forze dell’Ordine una cosa simile e poi, a chiunque gli abbia domandato in questi giorni – compreso il giornalista che ha raccolto opinioni, impressioni, supposizioni e ricostruzioni fantasiose piuttosto che fatti conclamati, senza informarsi prima se l’iter procedurale adottato dall’amministrazione comunale sia stato giuridicamente valido o meno – se il leghista carditese si candidasse, lui ha risposto che se si presentasse un buon progetto accetterebbe. Cosa significa questo? Che chi l’ha minacciato nel 2018 è morto o ha lasciato il Paese? Che l’ex Consigliere Pisano ha bevuto l’antidoto della cryptonite e quindi è diventato tutto d’un tratto un supereroe impavido? A rispondere ai quesiti bislacchi fatti davanti allo smartphone del giornalista ignaro ci ha pensato questa mattina in un’aula semivuota il Sindaco Giuseppe Cirillo.

Come potete anche ascoltare e vedere dalla diretta trasmessa sulla nostra fanpage di Facebook questa mattina (guarda qui) il Sindaco Cirillo ha tenuto a precisare per prima cosa il perché della scelta di fare un concorso pubblico interno e non aderire al Concorsone indetto dalla Regione Campania. Semplicemente perché l’idea di assumere nuove forze lavoro è venuta prima al Sindaco Cirillo – nel 2017 – e poi al governatore De Luca – nel 2018. Logicamente, siccome è più facile essere strumentalizzati che possedere la bacchetta magica, alcune teste grandi ma vuote, preferiscono seminare zizzanie a scopo propagandistico piuttosto che analizzare la verità. Questo più o meno è stato il messaggio che ha fatto passare stamane il primo cittadino.

Ma la fascia tricolore non si è fermata qui. Ha aggiunto inoltre, con piena trasparenza, che se si è arrivati all’arruolamento del segretario comunale di Sant’Anastasia è stato solo dopo un lungo iter burocratico dettato dalle varie incompatibilità e/o conflitti di interessi che avevano i funzionari interni alla macchina burocratica carditese. Così, per lo stesso motivo, si è deciso di affidare, dietro un bando di gara pubblico, poi regolarmente assegnato, il lavoro di svolgimento dei concorsi alla cooperativa salernitana. In poche parole: a domanda fatta sul marciapiede il sindaco risponde in aula, nel pieno della trasparenza e nelle stanze preposte.

Quelle stesse stanze in cui non si presenta l’opposizione che non si oppone. In pratica dopo le dichiarazioni del sindaco si è discusso della questione cimitero, dove anche lì il primo cittadino ha tenuto un monologo e il paradosso è stato che quel punto all’ordine del giorno è stato voluto proprio dalle forze di minoranza. Praticamente gli stessi consiglieri che hanno disertato l’aula questa mattina.

Allora il dato politico – se così lo vogliamo chiamare – che esce fuori ne è uno solo: tra ex addetti ai lavori dimissionari e opposizione che non si presenta in aula ma poi a mezzo Facebook pubblica foto di pezzi di carta che all’apparenza dovrebbero sembrare dei comunicati stampa mai inviati a nessuno – forse perché non possiedono neanche una mailing list delle testate giornalistiche territoriali – e senza nessun recapito stampato in calce dove si asserisce di essere assente giustificati in Consiglio per poi ritrovarli in un rinomato bar della piazza alla fine dei lavori in Assise pubblica, vuol dire che a Cardito non sarà mai possibile assistere ad un vero e proprio confronto democratico serio perché ad una parte politica della città, da un lato mancano proprio i contenuti basilari per tenere all’impiedi un vero e proprio dibattito politico e dall’altro lato c’è troppo amore per il fango e l’inciucio da marciapiede.

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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