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CAIVANO. Parco Verde e Rione IACP assediati dai Carabinieri. Sequestrata cocaina, marijuana ed eroina. 1 arresto e 1 denuncia

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CAIVANO – Parco verde al setaccio dei Carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna e della Tenenza di Caivano. Dal cielo, puntato sulla città, l’occhio elettronico di un elicottero del Nucleo Elicotteristi di Pontecagnano e in strada supporto dei militari del Reggimento Campania. Decine di perquisizioni nei vari lotti che compongono quella che viene definita come una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa. Il complesso di edilizia popolare è stato letteralmente cinto d’assedio dalle gazzelle dell’Arma, disseminate agli angoli di ogni strada.
154 le persone identificate, 45 i veicoli controllati.
Il servizio ha avuto come principale obiettivo quello di colpire il traffico di stupefacenti. Nel rione IACP sono state individuate e sequestrate molte telecamere, puntate sia all’interno che all’esterno degli spazi condominiali per anticipare le sortite delle ffoo. Una di queste muoveva i suoi fili da un abitazione di un pregiudicato 27enne, trovato anche con una piccola quantità di “erba”. Per lui è scattata una denuncia penale.
Lenti sofisticate che non hanno evitato l’arresto di un incensurato 21enne del lotto B3/1. Siamo nel Parco Verde e il giovane è stato sorpreso in casa con 540 grammi di marijuana e 57 di hashish. E ancora, appunti, note e promemoria per gestire la contabilità dello spaccio senza lasciare nulla al caso. Elenchi di nomi, soprannomi e somme da reclamare.
Bilancini di precisione per pesare le dosi, coltelli intrisi di droga e soldi: 250 euro, sequestrati perché ritenuti provento illecito.
E ancora, in una palazzina del lotto b3/1 rinvenuti 2 chili e mezzo di marijuana e in un’aiuola del rione IACP 58 “palline” di cocaina, confezionate e pronte per essere smerciate e 325 grammi di eroina.

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Caivano

De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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Caivano

CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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Caivano

Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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