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NAPOLI. Manfredi punta tutto su Baretta. Regolamento del Consiglio da modificare

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NAPOLI – Deliberato il nuovo Consiglio Comunale a guida Manfredi rimane da fare ancora un ulteriore passo importante per cominciare a poter rendere esecutive le linee programmatiche dettate in aula dal Sindaco.

Infatti martedì ci sarà un nuovo consesso pubblico dove all’ordine del giorno sarà presente l’approvazione del bilancio consuntivo dell’ente e senza di essa, ovviamente, non si può dare inizio al vero e proprio mandato dell’ex rettore.

Una nota positiva che hanno catturato le telecamere di Minformo TV è che tutte le opposizioni, a partire da Bassolino per finire all’ex magistrato Catello Maresca, reputano la lotta intrapresa dalla fascia tricolore verso il governo centrale per far sì che il “Patto per Napoli” si rispetti, una lotta giusta e doverosa, al netto che nessuno dei due però crede nell’arrivo immediato di moneta sonante e che il “Patto per Napoli” in realtà è stata solo una boutade elettorale, fermo restando che la battaglia sul riconoscimento da parte di Roma a dare supporto per uscire da un disastro economico, si deve portare avanti.

Dal canto suo il Sindaco Manfredi di certo non vuole fare la figura del don Chisciotte, ecco perché si è voluto dotare di una figura di assessore al bilancio come quella di Pier Paolo Baretta. L’attuale assessore alle finanze napoletane ha alle spalle diversi anni di carriera politica con esperienza proprio presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze ed è stato deputato tra le fila del Partito Democratico, capogruppo nella Commissione Bilancio, Tesoro e programmazione Economica. È rimasto in Parlamento fino al 2018 e nel corso di dieci anni è stato protagonista di un’attività parlamentare intensa, distinguendosi per aver chiesto l’aumento delle detrazioni per i figli a carico e il finanziamento del fondo per le politiche sociali e la non autosufficienza. Dal 2013 al 2018 è stato Sottosegretario al Ministero dell’Economia. 

Insomma un Curriculum Vitae di tutto rispetto ma l’ingaggio di Baretta non è vertito solo sul suo palmares ma soprattutto sulle sue conoscenze accumulate quando era sottosegretario al MEF. La sua abnegazione e il suo certosino censimento sui fondi residui mai beneficiati dal Comune di Napoli sulle varie progettazioni potranno rappresentare una delle chiavi di volta per riempire il buco in bilancio e potranno rappresentare nuova linfa vitale per le casse comunali.

Non finiscono qui le idee del primo cittadino. Nella mente dell’ex Ministro c’è anche una serie di mutui/finanziamenti da accendere con Cassa Depositi e Prestiti mettendo a garanzia i beni immobiliari della città di Napoli che ad oggi ammontano a circa sessantaseimila, per la maggior parte conosciuti da pochi eletti. Praticamente il Comune di Napoli possiede il doppio di beni immobili di Roma e quattro volte quelli di Torino. Un patrimonio immobiliare che potrebbe far comodo sia a CdP che aumenterebbe la sua capacità economica, sia al Comune di Napoli che trasformerebbe il valore dei suoi immobili, per lo più in disuso, in moneta sonante.

Insomma, corre ai ripari Manfredi, certo non aspetta che piovono soldi dal cielo ma bisogna fare in fretta. A fine Novembre scadono alcuni termini per presentare progetti che permettono di attingere fondi PNRR, alcuni di questi quelli sulla creazione di nuovi asili nidi e c’è da considerare che, secondo un’elaborazione openpolis denominata “Con i Bambini su dati Istat”, tra le principali dieci città italiane, Napoli si piazza all’ottavo posto con 12,80 posti su ogni100 bambini.

Un altro argomento da cui non può sfuggire il neosindaco napoletano è la modifica del Regolamento del Consiglio Comunale. Napoli resta l’unica città italiana ad avere un Regolamento dell’Assise Pubblica fermo da 47 anni. Il Regolamento di Napoli, in realtà, mantiene ingessati i lavori dell’aula perché fu redatto ai tempi di una legge elettorale diversa, ai tempi in cui il Sindaco della città non era direttamente eletto dal popolo e dell’era in cui a Napoli “regnava” il Pentapartito decidendo a distanza di mesi, chi, come e quando doveva fare il Sindaco a Napoli.

C’è assolutamente bisogno di modificare, snellire e attualizzare i lavori del Consiglio Comunale per far sì che a distanza di 47 anni tutto avvenga in maniera smart.

Si attenderà, adesso, la sicura approvazione del consolidato per poi vedere quale sarà la prima azione fattiva del Sindaco Manfredi. Vi terremo aggiornati.

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SANT’ANTIMO. I supporters di Buonanno hanno messo in moto la macchina del fango che potrà rivelarsi per loro un vero boomerang

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SANT’ANTIMO – Si avvicina la data che stabilirà i nastri di partenza ufficiali della campagna elettorale. Le nomenclature sono quasi fatte e con esse anche la conta delle probabili preferenze e chi è oggettivamente in svantaggio secondo i pronostici ha già messo in moto la macchina del fango tesa ad operare come arma di distrazione di massa che vorrebbe far cadere le attenzioni di organi sovracomunali lontane dalle sue candidature.

È quello che sta succedendo sui marciapiedi santantimesi in questi giorni, dove i supporters di Massimo Buonanno, hanno cominciato a sguinzagliare i cappucci e le marionette per instillare nell’opinione pubblica santantimese l’idea che tra le file di Nicola Marzocchella si annidano candidature posticce e/o vicine ad ambienti malavitosi.

Praticamente, se questi fossero convinti delle dicerie diffuse agli angoli dei bar cittadini, risulterebbe innegabile che stanno a guardare la pagliuzza nell’occhio dei loro competitor senza vedere la trave che c’è nei loro occhi e in quelli dei loro colleghi di coalizione.

Infatti dai santini che stanno girando già sui social, si individuano almeno tre o quattro candidature tra le file della coalizione Buonanno che potrebbero creare seri fumus all’indomani di una probabile vittoria dell’ex Sindaco.

Tra parenti di primo grado e affini di pregiudicati – perfino detenuti al 41bis ritenuti affiliati al clan dei casalesi – e personaggi borderline del territorio si può dire che la coalizione di Buonanno probabilmente sarà quella che ne offrirà un numero consistente. Così come c’è da precisare che tutte questi candidati sono persone oneste con onorabilità illibata e libere di potersi candidare poiché non presentano carichi pendenti negativi ma che hanno un solo difetto, se così lo si può chiamare, quello di appartenere a qualche personaggio poco raccomandabile in città e le parentele si sa non sono né ricercate né tanto meno scelte ma possono creare fumus importanti ai fini di un probabile nuovo scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Quindi se la macchina del fango messa in moto dagli accoliti di Buonanno fosse stata messa in moto inconsapevolmente è giusto che anche loro sappiano che questa strategia potrebbe diventare un vero e proprio boomerang. Se al contrario, invece, la strategia fosse stata messa in campo con la consapevolezza di alcune parentele dei loro candidati, è legittimo pensare che forse è stata messa in atto per deviare le attenzioni verso la coalzione del loro diretto competitor. Una cosa è certa! Un comune già sciolto per infiltrazioni camorristiche non può permettersi un altro scioglimento per colpa del principio della vittoria a tutti i costi.

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SANT’ANTIMO. Buonanno chiede aiuto ai due “papà”, loro parlano di tutto tranne che della città e lui resta in silenzio

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SANT’ANTIMO – Si è appena concluso il dibattito a senso unico condotto dall’impeccabile collega Davide Ponticiello che negli studi della sua locale emittente ha ospitato il candidato a Sindaco Massimo Buonanno, il Consigliere Regionale Giovanni Porcelli e il vicesindaco metropolitano Giuseppe Cirillo.

Uno spettacolo a dir poco avvilente per i santantimesi speranzosi di ascoltare qualche tema che li riguardasse, che ambivano in qualche “arringa” del loro ex sindaco, o in qualche soluzione agli atavici problemi della città e invece no! Si è assistito all’accompagnamento del fanciullo davanti ai portoni della scuola elementare. Papà Porcelli e Papà Cirillo, giusto per essere anche in tema gender-progressista, stasera hanno accompagnato a scuola il loro pargoletto, tentando di insegnargli il mestiere del politicante.

Il PD e la sinistra in generale, come al solito, sui territori sbagliano l’approccio ed effettuano endorsement ai loro candidati muovendosi ancora con le cosiddette truppe cammellate, parlando il politichese senza mai affrontare i temi seri. Così, stasera si è potuto assistere al mutismo selettivo del candidato a Sindaco Buonanno, imbambolato dai monologhi di Porcelli e Cirillo che non vivendo il territorio, ognuno per sé ha potuto raccontare quanto è bella la Regione e/o Città Metropolitana, cercando di appioppare ancora una volta la litania della filiera istituzionale.

Allora da osservatore del territorio qualche domanda me la pongo e la pongo ai due protagonisti che come crocerossine sono venute in soccorso del già acciaccato ex sindaco: cosa vuol dire assicurare la filiera istituzionale? Che se non sarà Buonanno, al prossimo Sindaco, la Regione o Città Metropolitana non prenderà nemmeno in considerazione i suoi progetti o non saranno stanziati fondi? Se la risposta è si, allora vuol dire che tutti sbagliano l’interpretazione del termine “istutuzione” – che è diverso dall’appartenenza politica – e che chi governa sceglie a proprio piacimento chi favorire?

Ad un certo punto della trasmissione Buonanno, in pieno stile “mattonella” – come si dice in gergo – (scenetta già preparata), chiede aiuto a Porcelli sull’aspetto Sanità, dicendo di andare in Regione a battere i pugni sul tavolo, essendo quest’ultimo membro della Commissione Sanità alla Regione Campania. Saranno anche miei limiti, ma siccome Sant’Antimo non gode della presenza di nessun ospedale o struttura RSA, chissà che tipo di aiuto avrà chiesto al consigliere deluchiano, dato che l’unica assistenza che offre il Comune è quella sociale e per questo esiste l’Ambito che è l’ente preposto.

Il dato politico che esce fuori è alquanto disarmante. Dal candidato a Sindaco Buonanno, non si ascoltano temi, stasera era attore non protagonista di una sceneggiatura già trita e ritrita a queste latitudini, un fido scudiero di due arrembanti cavalieri che, chissà perché, hanno scelto di partecipare a questo desolante teatrino. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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