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Caivano

CAIVANO. Il Sindaco al posto di prendere le distanze dalla camorra querela i giornalisti.

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CAIVANO – C’è qualcosa che non va nei pensieri del Sindaco Enzo Falco. Che fosse un politico sprovveduto, questo, l’ho sempre scritto ma che avesse anche le idee confuse, questo non me lo sarei mai aspettato.

Ieri nel mio editoriale (leggi qui), ho chiesto alla fascia tricolore di fare chiarezza, di rispondere ad alcuni miei quesiti e contestualmente spiegare ai cittadini caivanesi perché nella città da lui amministrata non si è ancora tentato di indire una gara pubblica sulla raccolta rifiuti, visto che negli ultimi giorni la camorra ha fatto capolino sull’argomento attraverso missive minatorie all’indirizzo di un coordinatore cittadino.

In realtà stamattina la risposta da parte del primo cittadino c’è stata. Ho saputo che Enzo Falco ha querelato sia il sottoscritto che il collega Ciro Pisano che in un suo articolo gli ha chiesto, invece, di prendere pubblicamente le distanze dalla camorra e dalla criminalità organizzata sul territorio.

Insomma il sindaco querela i giornalisti che lo invitano ad agire contro la criminalità organizzata. E la camorra? Mio caro Sindaco la camorra dove la mettiamo? Ne vogliamo parlare?

Perché se un giornalista chiede ad un Sindaco lumi sulla mancata pubblicazione di una gara europea sui rifiuti, visto che l’argomento diventa scottante perché da indiscrezioni la criminalità organizzata vuole mettere le mani sull’appalto e un altro giornalista, esplicitamente chiede di prendere le distanze dalla camorra e dalla criminalità organizzata, il Sindaco, alla fine, al posto di prendere le distanze dalla camorra querela i giornalisti?

Il dubbio ora mi assale ancora di più. Cos’è che il Sindaco ritiene sia più giusto? Comunicare ai cittadini la sua distanza da alcuni ambienti o querelare i giornalisti per zittirli o nella peggiore delle ipotesi, giustificarsi davanti alla Magistratura un domani che qualche nostro articolo, come accaduto già in passato – guarda caso sempre sui rifiuti – apra gli occhi in Procura?

Spero vivamente di essere chiamato quanto prima dal Pubblico Ministero perché ho ancora tante altre cose da dire. Come scriveva Pasolini nel 1974: “io so ma non ho le prove”. Ai posteri l’ardua sentenza!

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Caivano

De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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Caivano

Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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