Storia
Importante ritrovamento a Calvizzano: rinvenuta una tomba di 2000 anni fa
Importante ritrovamento avvenuto a Calvizzano, in provincia di Napoli, dove è stata rinvenuta una tomba di duemila anni fa. Si tratta di una sepoltura completa di corredo funebre con pareti finemente affrescate, che rappresentano scene con animali fantastici.
Pertanto, tale scoperta è stata accolta con grande entusiasmo tra i ricercatori, come testimoniano anche le parole del sindaco di Calvizzano Giacomo Pirozzi:
“Quest’oggi (ieri ndr) è stata scoperta sul territorio di Calvizzano, in zona San Pietro, una tomba risalente a 2000 anni fa. Gli esperti stimano che risalga all’era ellenica. Si tratta di un ritrovamento di alto valore artistico – culturale, che renderà famoso il nostro paese nel mondo e ci consentirà di attrarre migliaia di turisti. All’interno della tomba c’è un altarino dipinto stupendo e un corredo ancora collocato. Domani, dopo che mi recherò sul posto, vi fornirò ulteriori aggiornamenti. Ma questa scoperta, ci fa presagire che nel sottosuolo di San Pietro ci siano ulteriori reperti simili”.
Storia
Ercolano, i segreti dei papiri carbonizzati svelati da tre ricercatori: i dettagli
Siamo ad Ercolano, in provincia di Napoli, dove un team formato da tre giovani ricercatori ha vinto la Vesuvius Challenge per essere riusciti a leggere oltre 2mila lettere in greco da un papiro carbonizzato dall’eruzione del 79 d.C.
Ecco la nota del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che ha così celebrato l’importante scoperta:
“Il team, guidato da Nat Friedman con il professore Brent Seales dell’università del Kentuky e Daniel Gross, e composto dall’egiziano Youssef Nader, dallo statunitense Luke Farritor e dallo svizzero Julian Schilliger, grazie all’impegno dell’intelligenza artificiale e a scansioni ai raggi X ad altissima risoluzione, ci restituiscono un altro pezzo della nostra storia”.
Storia
Grande scoperta al largo dell’isola di Capri, rinvenuto un tesoro inestimabile: i dettagli
Un tesoro inestimabile quello rinvenuto nelle acque di Capri, nei pressi della Grotta Azzurra, dove sarebbero stati recuperati alcuni reperti insieme ad altri dispersi sui fondali in un’area di vaste dimensioni.
In particolare, tali resti farebbero parte del carico di una nave di epoca neolitica, e tra questi vi è anche un prezioso manufatto in ossidiana. Pertanto, esso presenta tracce di scalpellature e lavorazione, misura circa 28 x 20 centimetri per un’altezza di 15 centimetri, e il peso di quasi 8 chili.
Al momento, è stato collocato nei depositi della Soprintendenza, in attesa di interventi di pulizia e restauro. Ecco il commento del Soprintendente Nuzzo:
“Si renda necessaria la realizzazione di un rilievo estensivo del fondale di tipo strumentale, per verificare l’eventuale presenza dello scafo o di altro materiale di carico e per orientare lo scavo diretto, in un contesto particolarmente difficile per le indagini e il recupero di materiali antichi, soprattutto di una certa consistenza, determinata dalle quote molto basse del fondale. La collaborazione con i sommozzatori della Polizia si è rivelata fondamentale, grazie alla loro grande perizia nel gestire situazioni di una certa complessità”.
Attualità
Scavi nell’antica Stabia: ricostruite le dinamiche che portarono all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
I nuovi scavi di Villa San Marco forniscono il racconto delle dinamiche dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
In particolare, a conclusione della pioggia di lapilli o quando questa sembrò indebolirsi, un gruppo di abitanti dell’antica Stabia, città vicino a Pompei, tornò sul luogo dell’accaduto per ragioni sconosciute, venendo sorpreso dall’ultimo parossismo eruttivo.
Pertanto, la più recente campagna, avviata nel marzo 2023 e tuttora in corso, ha messo in luce nuovi reperti. Infatti, è già emersa la parte terminale del portico superiore, parzialmente scavato e oggetto di ulteriore indagine di questo cantiere, con pitture ancora in situ e ampi stralci di sezioni crollate dalle pareti o dal soffitto.
Ecco quanto dichiarato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano:
“Questa campagna di scavi nell’antica Stabia propone scoperte di grande pregio archeologico, e si aggiunge a tutte le altre attività messe in campo dal ministero della Cultura in questi mesi per la salvaguardia e lo sviluppo di tutta l’area. Il contesto che si snoda tra Stabia, Oplonti, Ercolano e Pompei è tra i più rilevanti al mondo e ha ancora tanto da rivelare”.
Rincara la dose il direttore Gabriel Zuchtriegel, che ha così commentato:
“Grazie alla collaborazione con le università e alla professionalità del team del Parco, Stabia si conferma come un centro per la ricerca archeologica di risonanza internazionale. Questo è un’ottima premessa per portare avanti i nostri ambiziosi progetti di valorizzazione: ampliamento del Museo Libero d’Orsi e creazione di un centro di formazione alla Reggia di Quisisana, valorizzazione delle ville San Marco e Arianna con la creazione di servizi di accoglienza e didattica, studio e messa in sicurezza di Grotta San Biagio per progettare una sua futura fruizione”.
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