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Napoli, il forte vento provoca danni nella serata di Pasquetta

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Il forte vento abbattutosi sulla città di Napoli nella serata di ieri ha provocato alcuni danni, in particolare un albero è crollato a Capodimonte, senza per fortuna registrare feriti.

Ecco il commento del consigliere comunale del Pd Gennaro Acampora:

“Ieri sera per il forte vento in via Lucio Amelio ex via Miano, un albero è caduto dall’interno del Bosco di Capodimonte. Sul posto sono intervenute subito le forze dell’ordine e forze di pronto intervento. Stamane invio una nota alla Direzione museale per un controllo su alberi che sono vicini al muro di cinta, essendo le strade intorno al bosco molto trafficate, sia ai Ponti Rossi che in via Miano, via Capodimonte, ecc.”.

Poi, ha concluso: “Oltre a questo, un’altra cosa colpita ieri dal forte vento è stata la guaina della scuola Pio XII del tetto. Ho seguito su segnalazione di vari cittadini le due questioni a pochi metri di distanza. Altri danni non mi risultano. Purtroppo il vento quando raggiunge potenza molto forte è molto più pericoloso di qualsiasi altro agente atmosferico”.

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Morte Matteotti, parla Mattarella: “Il suo delitto fu un attacco al Parlamento, la repubblica si inchina alla sua memoria”

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Nel corso della mattinata odierna, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto in merito alla celebrazione del centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti. Ecco le sue parole:

“Il rapimento, cento anni or sono, del Deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui fece seguito la sua crudele, barbara, uccisione, fu un attacco al Parlamento e alla libertà di tutti gli italiani e rappresentò uno spartiacque della storia nazionale. La violenza che da subito aveva caratterizzato le azioni del movimento fascista, dopo le aggressioni ai lavoratori organizzati nei sindacati e nelle cooperative, contro le Istituzioni, dai Comuni si rivolse al Parlamento. Quell’assassinio politico assunse una peculiare portata storica e simbolica. Lo Stato veniva asservito ad un partito armato che si faceva regime, con la complicità della Monarchia”.

Poi, il Capo dello Stato aggiunge: “Giacomo Matteotti, Segretario del Partito Socialista Unitario, impegnato com’era per il riscatto dei ceti più poveri, apparteneva al gruppo di coloro che sapevano come le libertà dello Stato liberale dovevano sapersi tradurre in effettivi diritti per tutti gli italiani. Il suo antifascismo poggiava su questa visione, opponendosi alle violenze esercitate contro i lavoratori dalle azioni squadriste. Manifestazione di un impegno che avrebbe trovato poi eco nella lotta di Liberazione e nella scelta repubblicana da parte del popolo italiano. Con lucidità Matteotti vide la progressiva demolizione delle libertà garantite dallo Statuto Albertino da parte del fascismo e ne denunciò conseguenze e implicazioni, mentre nelle classi dirigenti italiane non si faceva strada analoga coscienza. Il coraggio che animò la sua ultima, drammatica denuncia dai banchi di Montecitorio costituisce non soltanto un inno alla libertà e un testamento politico di perenne validità ma, altresì, un atto di fedeltà al Parlamento”.

Infine, conclude: “Quel Parlamento che costituisce il cuore di ogni democrazia viva e che venne umiliato dal regime, sino alla sua soppressione. La Repubblica si inchina alla memoria di Giacomo Matteotti, difensore dei ceti subordinati e martire della democrazia”. 

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Giovanni Toti, il suo legale chiede la revoca dei domiciliari: i dettagli

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Nel corso della mattinata odierna il legale di Giovanni Toti, Stefano Savi, ha presentato alla giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni istanza di revoca o in subordine di attenuazione della misura cautelare.

In pratica, è stato chiesto che il presidente della regione Liguria esca dai domiciliari dopo l’arresto dello scorso 7 maggio. Ecco quanto si legge nel comunicato dello stesso avvocato:

“Quanto al rischio di reiterazione del reato, la celebrazione della tornata elettorale supera una delle motivazioni addotte per la tornata elettorale. Toti, il cui sistema di fatto non esiste, ha esposto la sua ricostruzione dei fatti sostenendo la sua buona fede”.

Poi, conclude: “Ma soprattutto, se per la giudice il tornare libero venisse considerato come elemento determinante per la previsione di nuovi reati e per l’inquinamento probatorio, ciò si tradurrebbe in una sospensione dell’incarico, trasformandolo di fatto in decadenza già nelle fase delle indagini, cosa non prevista dalla legge. Quindi occorre tener conto del giusto equilibrio istituzionale tra tutela del processo, tutela della volontà popolare e necessità amministrative della Regione”.

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Napoli, scrutatrice abbandona il seggio perché “la paga è troppo bassa”

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Nel primo giorno di votazioni, sabato 8 giugno, una 24enne si è alzata dal seggio elettorale di Qualiano (Napoli), dove era stata impiegata come scrutatrice, e non ha fatto più ritorno.

Inizialmente ha fornito giustificazioni senza fondamento, quando le sono stati chiesti i motivi della sua assenza improvvisa. Poi ha ammesso di non voler tornare perché la paga da scrutatrice era troppo bassa.
Le operazioni nel seggio non ne hanno risentito, essendo proseguite con regolarità. La giovane, ovviamente, è stata denunciata dai carabinieri della locale stazione per abbandono di seggio senza legittimo motivo.

Nei seggi in cui si vota solo per le Europee gli scrutatori e i segretari portano a casa circa 110 euro, mentre i Presidenti arrivano a 138 euro. Somme che si riducono per i c.d. “seggi speciali” (es. presso ospedali, carceri) a circa 56 euro per gli scrutatori e 82 euro per i presidenti, e crescono per qui seggi in cui le elezioni europee sono abbinate a consultazioni amministrative (scatta la maggiorazione del 15% e nei casi migliori, una piccola integrazione di compenso).

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