Cronaca
Napoletano in “trasferta” vende orologi falsi al poliziotto in borghese con accento tedesco: nei guai un 32enne
Un 32 enne napoletano in trasferta a Rovereto, in provincia di Trento, ha tentato di vendere orologi falsi ad un poliziotto fuori servizio simulando l’accento tedesco.
Il giovane però è stato smascherato dall’agente che era seduto con la famiglia ai tavolini di una pasticceria, poco prima di iniziare il suo turno ed è stato poi denunciato per tentata truffa.
All’interno della stanza del B&B dove alloggiava, le forze dell’ordine hanno trovato un centinaio di orologi falsi, con tanto di etichette taroccate di note marche.
L’episodio risale a sabato scorso, primo maggio. Era da poco passato mezzogiorno, secondo le prime ricostruzioni, e il poliziotto stava uscendo dalla pasticceria quando è stato avvicinato da un giovane che, con un improbabile accento tedesco, gli ha proposto la vendita di una mini-collezione di tre orologi che, a suo dire, gli erano rimasti dopo aver da poco concluso un’attività lavorativa presso una rinomata azienda di orologi svizzera.
Dopo aver illustrato le caratteristiche degli orologi, il napoletano ha detto che li avrebbe volentieri ceduti per qualche centinaio di euro malgrado il valore commerciale fosse di circa 1.600 franchi svizzeri. Per rendere ancora più verosimile la storia, il 32enne avrebbe poi mostrato anche un certificato di garanzia.
Il poliziotto, fiutato l’inganno, ha però chiamato i colleghi della Squadra Volante, che sono arrivati sul posto e hanno identificato il truffatore: un 32enne residente a Napoli con numerosi precedenti per truffa in varie parti d’Italia, momentaneamente alloggiato in un bed and breakfast in Trentino.
Nella stanza occupata dal 32enne i poliziotti hanno poi trovato un centinaio di orologi e numerose etichette adesive con codici e garanzie stampate su fogli di carta pronte per essere ritagliate ed applicate ad arte per raggirare gli acquirenti con certificazioni false.
Il questore di Trento ha emesso una misura che comporta il divieto di ritornare nel Comune di Rovereto e nei comuni limitrofi per i prossimi tre anni e l’obbligo di presentarsi entro 24 ore alle autorità del luogo di residenza.
Cronaca
SANT’ANTIMO. Voti e Camorra. Condannati i fratelli dell’ex Senatore Cesaro e l’Ing. Claudio Valentino
SANT’ANTIMO – Nella giornata di ieri, i giudici della terza sezione penale del tribunale di Napoli hanno emesso 21 condanne di colpevolezza nel processo per accordi politico mafiosi al comune di Sant’Antimo, con al centro anche le figure di Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro, fratello dell’ex senatore di Forza Italia, Luigi Cesaro, noto alla storia come Giggin ‘a purpett.
Antimo Cesaro è stato condannato a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato, mentre Aniello e Raffaele Cesaro hanno ricevuto una condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno.
Condannato anche il dirigente comunale, originario di Casagiove e attivo in passato anche nei comuni di Villa Literno e Orta di Atella, Claudio Valentino.
L’ingegnere casertano, ritenuto l’interfaccia del clan Puca nell’Ufficio Tecnico di Sant’Antimo era imputato per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.
Valentino è stato condannato a 13 anni.
Assolto, invece, Corrado Chiariello, ex candidato sindaco a Sant’Antimo.
le condanne:
Pasquale Puca: 5 anni e 6 mesi; Luigi Abbate: 5 anni e 6 mesi; Cesario Bortone: 13 anni e otto mesi; Nello Cappuccio: 11 anni e 5 mesi; Francesco De Lorenzo: 16 anni e sette mesi; Raffaele Di Lorenzo: 8 anni e 7 mesi;
Francesco
Di Spirito: 10 anni e 5 mesi; Raffaele Femiano: 11 anni e 10 mesi; Ferdinando Pedata: 4 anni; Camillo Petito: 15 anni e 2 mesi; Lorenzo Puca: 13 anni e 6 mesi; Luigi Puca (classe 1962): 11 anni; Luigi Puca, classe 1995: 11 anni e 6 mesi; Alessandro Ranucci: 9 anni e 3 mesi; Filippo Ronga: 13 anni e 8 mesi; Agostino Russo: 15 anni e 9 mesi;
Francesco Scarano: 13 anni e 4 mesi.
Cronaca
Barra, 46enne perde la vita dopo forte esplosione nel suo garage
All’ora di pranzo, in un garage di via Cupa Vicinale Bolino, nel quartiere Barra, è stata registrata una forte esplosione.
A 20 metri dal locale, a quanto pare sbalzato per l’esplosione, c’era il corpo senza vita del proprietario, Vincenzo Roselli, napoletano, classe 1977.
Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri della compagnia Poggioreale coordinati dalla procura di Napoli per ricostruire la dinamica dell’evento
Caivano
Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco
12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.
Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.
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