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Cronaca

Il corpo di Tiziana Cantone sarà riesumato: proseguono le indagini per omicidio

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La Procura di Napoli Nord ha disposto la riesumazione del corpo di Tiziana Cantone, la 31enne trovata morta a Mugnano, nella sua abitazione ed ufficialmente dichiarata “suicida” dopo la diffusione di alcuni video privati.

La salma verrà sottoposta ad autopsia. E’ stato infatti aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti: l’ipotesi è che la ragazza non si sia uccisa, come stabilito al momento del ritrovamento del corpo e come emerso dalle indagini fino ad oggi, ma che in realtà sia stata uccisa e che l’impiccagione sia stata solo una messinscena.

La decisione di procedere ad una nuova analisi sul corpo è stata presa dal sostituto procuratore Giovanni Corona, titolare delle indagini; la riesumazione dovrebbe avvenire nella prima decade di giugno.

La 31enne fu ritrovata senza vita nella casa di famiglia, dopo la diffusione di alcuni suoi video intimi che erano diventati virali su Internet.

La madre, Maria Teresa Giglio, non aveva creduto alla tesi del suicidio, sostenendo invece che la figlia fosse stata uccisa; a fine dicembre aveva chiesto la riesumazione del corpo per effettuare l’autopsia che all’epoca, viste le modalità del ritrovamento, non fu effettuata.

Sulla morte era stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, poi archiviato. Il nuovo fascicolo, con l’ipotesi di omicidio, è stato aperto a gennaio.

Tra gli elementi raccolti, le tracce di Dna trovate sulla pashmina trovata stretta intorno al collo della ragazza: apparterrebbero a due uomini, anche se non è possibile stabilire se siano state lasciate il giorno della morte, in precedenza o, anche questo è tra le ipotesi, durante gli spostamenti del capo d’abbigliamento successivi alla tragedia.

Cronaca

Pompei, dichiara un calo del fatturato per avere fondi Covid: imprenditore nei guai

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La Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, per un totale di € 71.024, nei confronti del titolare di una ditta individuale di Pompei. L’uomo è indagato per indebita percezione di erogazioni pubbliche e per responsabilità amministrativa da reato.

Il soggetto, operante nel settore floristico, al fine di percepire i fondi previsti per il Covid-19, avrebbe falsamente indicato, per via telematica, un calo nel fatturato durante il periodo della pandemia, requisito necessario per ottenere quei fondi.

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Cronaca

Denise Pipitone, la madre a ‘Chi l’ha visto?’: “Abbiamo scoperto cimici in casa mia, erano ancora funzionanti”

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In occasione dell’ultima puntata di ‘Chi l’ha visto?’ Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la bimba scomparsa nel settembre 2004 a soli 4 anni, ha denunciato la presenza di cimici in casa sua a Mazara del Vallo.

In particolare la donna ha rivelato i dettagli del ritrovamento di due dispositivi di ascolto occultati all’interno delle prese elettriche della sua abitazione. Le cimici sono state rinvenute nell’androne e in cucina. Ecco quanto ha spiegato Piera Maggio:

“Quando le abbiamo trovate erano caldissime, probabilmente funzionanti. Erano installate dentro le prese, una l’abbiamo trovata in una presa nell’androne e l’altra nella famosa cucina dalla quale Denise è uscita prima di scomparire”.

Pertanto la Procura ha aperto un’inchiesta per violazione della privacy, nonostante non si escluda il coinvolgimento delle autorità giudiziarie in indagini precedenti. “Se le cimici vengono installate per un’indagine, devono avere un inizio e una fine. Ben vengano se le hanno installate per indagare, perché la mia famiglia non ha mai avuto nulla da nascondere. Ora bisogna capire se c’era una regia, se qualcuno ha ascoltato per chissà quanto tempo ciò che si è detto in questa casa”, ha sostenuto la Maggio.

Poi, ha aggiunto: “Alcune in passato le abbiamo trovate in stanze private”.

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Cronaca

Torre Annunziata, reddito di cittadinanza agli affiliati alla camorra

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Stamattina, i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di sette persone indagate, a vario titolo, per truffa aggravata per l’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche e omessa comunicazione delle variazioni di informazioni ai fini della revoca o riduzione del reddito di cittadinanza.

Affiliati ai clan di camorra percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, nel periodo compreso tra i mesi di gennaio 2021 e settembre 2022, per un importo complessivo pari a circa 16mila euro. 

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